Una università tedesca e la Bce hanno diffuso uno studio incentrato sulle perdite causate dagli eventi meteorologici estremi in Europa. Tutte le cifre e i Paesi più danneggiati.
L’emergenza meteorologica che ha investito l’Europa nel 2025 ha causato fino a questo momento perdite per almeno 43 miliardi di euro. Spagna, Francia e Italia si distinguono come i Paesi più colpiti, con perdite superiori ai 10 miliardi di euro ciascuna.
A rivelarlo è stato uno studio guidato dal ricercatore Sehrish Usman dell’Università di Mannheim, in Germania, con due coautori della Banca centrale europea (Bce). Il documento è basato su dati meteorologici e modelli economici utilizzati per stimare i danni causati dagli eventi meteorologici estremi, resi più frequenti e intensi dai cambiamenti climatici. Una vera e propria spallata all’economia che ammonta allo 0,26% della produzione dell’Ue nel 2024.
Le previsioni sono negaste, in quanto i costi potrebbero aumentare fino a 126 miliardi di euro entro il 2029. Gli esperti hanno comunque definito i risultati “prudenti”. Tra le perdite, infatti, non rientrano quelle riguardanti gli incendi che hanno devastato l’Europa meridionale tra luglio e agosto. “I veri costi degli eventi meteorologici estremi – ha detto Usman – emergono lentamente perché questi eventi influenzano vite e mezzi di sussistenza attraverso un’ampia gamma di canali che vanno oltre l’impatto iniziale“.
Come sono stati calcolati i 43 miliardi di euro?
In sostanza, secondo il ricercatore, il costo reale degli eventi estremi va ben oltre i loro effetti immediati. Nel computo ci sono le ondate di calore, la siccità e le inondazioni. Come sono stati calcolati i 43 miliardi di euro? Sono state prese in considerazione le conseguenze dirette, come la distruzione di strade, edifici o raccolti durante le inondazioni. E poi quelle indirette, come le perdite di produzione causate dal tempo necessario per ricostruire una fabbrica, la perdita di vite umane o i costi di adattamento.
Tra le conseguenze anche la scarsità o la distruzione di determinati prodotti a causa della siccità. Il che può portare a un’inflazione più o meno a lungo termine. I Paesi dell’Europa centrale e settentrionale subiscono danni meno significativi, ma le inondazioni hanno mostrato una tendenza ad aumentare negli ultimi anni. Ciò andrebbe ad aumentare il costo delle perturbazioni meteorologiche.
Gli autori hanno sottolineato che le cifre sono probabilmente sottostimate, poiché non tengono conto degli effetti cumulativi (ondate di calore e siccità si verificano spesso contemporaneamente) e di alcune altre ripercussioni del cambiamento climatico, come gli incendi. I costi macroeconomici delle catastrofi superano di gran lunga le semplici misure di danno e distruzione, come le perdite economiche.
Anche se a volte vengono chiamate “perdite economiche totali”, le cifre coprono solo i danni ai beni fisici. Non includono, ad esempio, la riduzione della produttività e della produzione nel settore delle costruzioni e dell’ospitalità a causa delle ondate di calore, né gli impatti indiretti come la perdita di produzione delle fabbriche danneggiate, i costi umani, ambientali, l’inflazione, i costi di adattamento e le ricadute attraverso il commercio e i collegamenti della catena di approvvigionamento.