Tyler Robison è il killer di Charlie Kirk, sui proiettili la scritta “Bella ciao”. L’esperto Ispi: “Clima tossico, la moderazione di Donald Trump una scelta tattica”

Ha un nome il killer di Charlie Kirk, il 31enne conservatore ucciso nei giorni scorsi negli Usa: si tratta di un giovane di 22 anni per il quale l’attivista “diffondeva odio”. Cosa sappiamo finora.

Prima l’annuncio in tv del presidente Usa Donald Trump, poi la conferma da parte delle autorità. L’assassino dell’attivista conservatore Charlie Kirk è stato catturato. Si tratta di Tyler Robison, 22 anni, residente nello Utah.

Tyler Robinson, il killer 22enne di Charlie Kirk negli Usa
Tyler Robison è il killer di Charlie Kirk, sui proiettili la scritta “Bella ciao”. L’esperto Ispi: “Clima tossico, la moderazione di Donald Trump una scelta tattica” (X FOTO) – Notizie.com

L’arresto è avvenuto a Saint George, una città di poco meno di 100mila abitanti a circa 400 chilometri a sud-est dalla Utah Valley University, il campus nel quale è avvenuto l’omicidio. A consegnare il giovane alle autorità sarebbe stato il padre, che avrebbe ricevuto la confessione dal ragazzo. Trump, in diretta su Fox News, ha affermato che “con un alto grado di certezza” il sospettato sarebbe l’omicida di Kirk. Poco dopo, Robinson ha confessato l’omicidio anche davanti alle autorità.

Il padre di Tyler, un ex poliziotto, ha identificato il figlio dalle foto diffuse dall’Fbi e ha chiamato un pastore per chiedergli aiuto, poi ha portato il figlio ad una stazione di polizia perché si costituisse. Sui proiettili inesplosi rinvenuti erano state incise frasi di natura omofoba e antifascista. “Ehi fascista! Prendi questo”, “Oh bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao“, e poi “Se stai leggendo questo, sei gay“. Il ragazzo di 22 anni aveva indosso ancora la felpa usata per l’attentato.

Pastori (Ispi) in esclusiva per Notizie.com: “Spesso gli attentati uno strumento per ottenere notorietà”

Gli Stati Uniti hanno una lunga tradizione di violenza politica. Pensiamo all’omicidio di John Fitzgerald Kennedy, o all’attentato a Ronald Reagan. In molti casi i responsabili vedevano nel politico da colpire uno strumento per ottenere notorietà, quello è il vero obiettivo. Ora bisognerà capire se anche in questo caso ci si trova di fronte a una situazione di questo tipo”. A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Gianluca Pastori, ricercatore dell’Italian institute for international political studies (Ispi), professore di Storia delle relazioni politiche tra Nord America ed Europa presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Kirk era uno stretto alleato di Trump e aveva un ruolo molto influente nel mobilitare i giovani elettori repubblicani. Nel corso dell’evento universitario durante il quale è stato ucciso, l’attivista stava rispondendo a domande sulla violenza armata negli Stati Uniti. Politica e opinione pubblica si sono scatenate. Charlie Kirk era attivissimo online: tra i vari profili social aveva più di sette milioni di follower. Conduceva un podcast tra i più seguiti nel mondo conservatore. Temi ricorrenti erano la difesa del Secondo emendamento riguardante le armi, le posizioni anti-aborto, lo scetticismo climatico, i vaccini anti-Covid.

Kirk si confrontava di continuo sia con i sostenitori sia con gli oppositori. I primi lo consideravano un punto di riferimento della destra giovane, che includeva studenti ed attivisti. Era considerato un erede politico di Trump. Per i secondi era un estremista, un negazionista e un complottista, ed era accusato di alimentare un pesante clima d’odio, di polarizzare e dividere la società americana. Gli stessi social si sono polarizzati, e si sono registrate anche posizioni per cui Kirk se la sarebbe in qualche modo “cercata”. Un familiare di Tyler Robinson, interrogato dalle autorità, ha raccontato che per il ragazzo Kirk “diffondeva odio“. La famiglia dell’assassino sarebbe repubblicana: qualche anno fa ad Halloween, come testimoniato da alcuni scatti, lui stesso si era travestito da Donald Trump.

Il clima politico negli Stati Uniti è indubbiamente tossico. – ci ha spiegato l’esperto – La tossicità viene sfruttata come strumento di mobilitazione politica da una parte, in maniera molto evidente, ma anche dall’altra. Il movimento Maga ha cambiato le regole del gioco. Ha introdotto aggressività, violenza verbale ed estremizzazione dei temi. Caratteristiche abbastanza nuove nella vita politica americana”.

Omicidio Kirk, Trump ha detto di sperare nella pena di morte

Kirk era cofondatore dell’organizzazione politica no-profit Turning Point Usa, con sede in Arizona. Le autorità hanno recuperato un fucile ad alta potenza vicino alla scena della sparatoria. L’assassino si è lanciato da un tetto ed è scomparso nei boschi. Kirk era stato portato in un ospedale locale, poi è stato dichiarato morto ore dopo. L’attacco, compiuto in pieno giorno mentre il giovane parlava di questioni sociali, è stato ripreso in video raccapriccianti diffusi sui social media. Trump, nel corso di un’intervista, ha detto di sperare che il killer di Charlie Kirk sia condannato a morte.

Il movimento Maga (Make America great again) è tenuto insieme, in maniera molto difficile peraltro, dalla figura di Donald Trump. – ha sottolineato il ricercatore Ispi – Che non sarà una figura eterna, né biologicamente né politicamente. Maga ha quindi la necessità di consolidarsi. Di contro il Partito democratico è arrivato alla fine di un ciclo politico iniziato tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90. Il passaggio generazionale si somma alla necessità di rispondere alla spinta del Maga. Quindi anche all’interno dei democratici la situazione è molto volatile”.

Un manifesto che ritrae Donald Trump e Charlie Kirk negli Usa
Omicidio Kirk, Trump ha detto di sperare nella pena di morte (ANSA FOTO) – Notizie.com

Negli Usa si viaggia sul filo del rasoio. Molte voci di spicco della destra hanno affermato che i paragoni mediatici e politici tra le recenti azioni dell’amministrazione Trump e quelle di governi autoritari o fascisti hanno funzionato come pretesto intenzionale per la violenza. Mollie Hemingway, caporedattrice del Federalist, una rivista online conservatrice, ha descritto questi paragoni come “retorica preparatoria all’assassinio”. È stato creato un sito web, Charlie’s Murderers, con un elenco di personalità accusate di aver celebrato la morte di Kirk.

I leader democratici Chuck Schumer e Hakeem Jeffries, rispondendo ai giornalisti sull’assassinio, hanno detto che la morte di Kirk non dovrebbe essere usata per cercare un vantaggio politico. “Questo è un momento in cui tutti gli americani dovrebbero unirsi, partecipare e piangere su ciò che è accaduto. – ha detto Schumer – La violenza, che colpisce così tante persone diverse, così tante diverse convinzioni politiche, è una piaga dell’America“. “La violenza politica non ha posto in America. condanno questo atto e dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire che non porti ad altra violenza“, ha scritto sui social media Kamala Harris, ex vicepresidente di Joe Biden e candidata democratica alle elezioni presidenziali vinte da Trump.

Il presidente Usa: “Charlie Kirk era un promotore della non violenza”

Vedo Kamala Harris – ha continuato Gianluca Pastori – come il passato del Partito democratico per tutta una serie di ragioni. La prima è anagrafica, la seconda è che Harris è il prodotto di una generazione politica che sta cedendo il posto a qualcos’altro. Infine, Harris ha perso le elezioni del 2024 e ciò significa molto per un candidato che si vuole ripresentare”.

Nonostante il clima da polveriera, e nonostante la retorica cui Trump ha abituato il mondo, il presidente si è mostrato rattristato e moderato, chiedendo a gran voce una risposta non violenta all’omicidio di Kirk. “Era un promotore della non violenza. Questo è il modo in cui vorrei vedere la gente rispettarlo”, le parole del tycoon, che ha annunciato che sarà presente ai funerali in Arizona.

Una fiaccolata in ricordo di Charlie Kirk negli Usa
Il presidente Usa: “Charlie Kirk era un promotore della non violenza” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Non credo che Trump abbia moderato i toni per senso istituzionale. – ha specificato il professore – Penso che abbia giocato la carta della moderazione come scelta tattica. In questo momento, soprattutto di fronte a un attentato, che può essere presentato come un fatto basato sull’odio politico, è tutto interesse di Trump presentarsi agli occhi dell’opinione pubblica come il moderato e come la vittima. Più è moderato, più è facile presentare la controparte come dei pericolosi estremisti, la sinistra radicale di cui Trump parla spesso”.

Kirk era un conservatore che è diventato una potente forza politica tra i giovani repubblicani. Ed era una presenza fissa nei campus universitari, dove invitava a dibattiti a volte molte veementi su questioni sociali. Uno di questi scambi si è svolto subito prima della sparatoria. La settimana scorsa, Kirk aveva pubblicato su X immagini di spezzoni di notizie che mostravano come la sua visita stava suscitando polemiche.

La strumentalizzazione politica dell’evento – ha concluso Gianluca Pastori – è già partita nel creare un martire del movimento, si sta costruendo l’eroe conferendo la Medaglia presidenziale della libertà postuma. Si parla poi di pena di morte per il responsabile, quindi ancora una volta c’è un’accentuazione della svolta autoritaria e repressiva. Non è la prima volta che Trump parla di pena di morte. È un tema che tocca delle corde profonde nell’elettorato conservatore”.

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