Colpo di Stato in Brasile: Jair Bolsonaro condannato a 27 anni e 3 mesi di carcere, ora spera nella richiesta di amnistia del suo partito in Parlamento.
La prima sezione della Corte Suprema del Brasile ha condannato Jair Bolsonaro 27 anni e 3 mesi per la partecipazione nel presunto colpo di Stato del 2022 e altri reati connessi. L’ex presidente dovrà scontare la pena in carcere per 24 anni e 9 mesi.
Termina così la vicenda che letteralmente diviso il Paese per molto tempo e che ha visto scendere in piazza ad agosto di quest’anno moltissimi cittadini, dopo la decisione del giudice Alexandre de Moraes di metterlo ai domiciliari in attesa della sentenza. La sua speranza è ora l’amnistia.
L’accusa a carico di Bolsonaro è di aver cospirato contro l’ordine democratico dopo la sconfitta alle elezioni contro l’attuale presidente Luiz Inacio da Silva. Secondo Moraes, l’ex presidente “ha strumentalizzato l’apparato statale e mobilitato ingenti risorse pubbliche con l’intento di diffondere false narrazioni per provocare l’instabilità sociale e perpetuarsi al potere”.
Bolsonaro condannato, la dura reazione di Trump e dei figli
La decisione della Corte è “ingiusta” per il segretario di Stato Usa Marco Rubio, che ha definito l’intera vicenda una “caccia alle streghe”. Donald Trump aveva già minacciato i giudici brasiliani, sconsigliando loro di condannare l’amico.
Durissima anche la reazione dei figli Flavio ed Eduardo, rispettivamente senatore e deputato. Il primo, sui social, ha accusato la Corte Suprema di aver “spezzato i pilastri della democrazia” e condannato “un innocente che ha osato non piegarsi a un dittatore chiamato Alexandre de Moraes”.
E ancora: “Mio padre è forte e determinato ad affrontare a testa alta questa persecuzione”. Inoltre, “la storia dimostrerà che siamo dalla parte giusta, quella della difesa della democrazia”.
Per Flavio Bolsonaro il verdetto era già scritto, ed ha elogiato il voto del ministro Luiz Fux, che è stato l’unico a chiedere l’assoluzione del padre. Il figlio dell’ex presidente ha anche accusato la giudice Carmen Lucia che ha dato la maggioranza per la condanna.
“Persone che non si conoscono e non si sono mai parlate sono state trasformate in un’unica organizzazione criminale. Le narrazioni sono diventate la base giuridica”.
Non è diversa la posizione di Eduardo Bolsonaro, che ha parlato di “suprema persecuzione”. Il deputato federale ha chiesto per l’ex presidente un’amnistia “ampia, generale e senza restrizioni” per tutti.
Tra gli altri condannati figurano l’ex comandante della Marina Almir Garnier, i tre generali della riserva Augusto Heleno, Paulo Sergio Nogueira e Walter Braga Netto. Le pene a loro carico sono comprese tra i 19 e i 26 anni di carcere. La sentenza non è ancora definitiva e sarà possibile presentare riscorso.
La richiesta di amnistia per Bolsonaro in Parlamento e la speranza nelle sanzioni di Trump
In sostanza la Corte ha accolto la tesi della Procura. Il giudice relatore De Moraes ha ricostruito l’intera vicenda che risalirebbe a metà del 2021, dopo che Lula aveva riottenuto i suoi diritti politici dopo l’annullamento delle condanne per corruzione. E stava risalendo nei sondaggi in vista delle elezioni del ’22.
Il complotto contro l’apparato è per la Corte “ampiamente provato” e portato avanti con una “feroce campagna di disinformazione contro le istituzioni e le elezioni”. L’8 gennaio del 2023 poi, ci sarebbe stato un ultimo tentativo, quando migliaia di seguaci di Bolsonaro invasero e le sedi della Presidenza, del Congresso e della Suprema Corte a Brasilia.
Dal canto suo Bolsonaro ha sempre negato di aver voluto organizzare un colpo di Stato. Al momento della sentenza non è stato presente in Tribunale per motivi di salute. E ora spera nella richiesta di amnistia del suo partito in Parlamento e anche nelle sanzioni del governo di Trump (che però finora non hanno avuto effetti).