Clima, mese di agosto il terzo più caldo di sempre, i ghiacciai si sciolgono in Italia. E il 66% delle emissioni mondiali causate da 8 Paesi

Agosto 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato, cinque ghiacciai in Italia si stanno sciogliendo. Le conseguenze del cambiamento climatico, mentre otto economie (tra cui l’Ue) hanno contribuito al 66,2% delle emissioni totali nel 2024.

Incendi devastanti e caldo torrido hanno caratterizzato il mese di agosto, che è stato il terzo più caldo mai registrato fino ad oggi. È il risultato dell’emergenza climatica in corso segnalato dal servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus.

Ghiacciaio sciolto a causa del surriscaldamento globale
Clima, mese di agosto il terzo più caldo di sempre, i ghiacciai si sciolgono in Italia. E il 66% delle emissioni mondiali causate da 8 Paesi – notizie.com

L’ondata di calore che in Italia ha registrato temperature altissime soprattutto in Sardegna, ha attraversato tutta l’Europa sudoccidentale, causando incendi non solo nel nostro Paese ma anche in Spagna e in Portogallo. Gli oceani hanno raggiunto temperature ai massimi storici per agosto e lo stesso è accaduto in Asia.

Agosto 2025 per la precisione è stato il terzo mese più caldo dopo il 2023 e il 2024. “Questo chiaramente fa parte del trend del cambiamento climatico. Nei prossimi anni ci aspettiamo sicuramente di avere nuovi record negli anni perché, appunto, andiamo verso un clima più caldo”. A parlare con Notizie.com è Elisa Terenghi, fisica dell’atmosfera dell’Italian Climate Network.

Temperature sopra la media anche in autunno

Le previsioni stagionali da settembre a novembre dell’Organizzazione Meteorologica mondiale (WMO ndr.) prevedono temperature sopra la media”.

Samantha Burgess, responsabile strategica per il clima di Copernicus ha sottolineato l’importanza e l’urgenza “di ridurre le emissioni” e la necessità “di adattarsi a eventi climatici estremi più frequenti e più intensi”.

Girasole secco per il caldo
Temperature sopra la media anche in autunno – notizie.com

Si parla di adattamento e mitigazione. Nel primo caso, si intende far sì che l’impatto del cambiamento climatico provochi meno danni. Nel secondo caso, ridurre le emissioni, quindi fare in modo che il clima si scaldi meno”, spiega Terenghi, contattata da Notizie.com.

Adattamento climatico, cosa può fare l’Italia secondo l’esperta dell’Italian Climate Network

A livello di adattamento, “sappiamo che l’Italia ha buone infrastrutture per rispondere alle emergenze, però non siamo molto avanti nelle misure di prevenzione nelle città. All’estero troviamo città che ad esempio, riescono a integrare il verde urbano in modo più efficace a ridurre le temperature percepite”.

Non c’è solo il verde urbano tra le opzioni: “In generale la depavimentazione degli spazi permette di sostituire il cemento con il verde o i corsi d’acqua. Sono due elementi che contribuiscono ad abbassare la temperatura localmente e in modo efficace perché trasformano il calore nel momento in cui l’acqua evapora. L’asfalto invece si scalda e spesso rilascia il calore durante la notte, provocando le notti tropicali”.

L’adattamento riguarda anche le abitazioni: “Una cosa poco messa in campo in Italia sono i tetti bianchi. Le superfici chiare riflettono la luce solare verso lo spazio, quindi non la trasformano in calore”.

Mitigazione, non c’è alternativa: “Ridurre le emissioni”

La mitigazione non riguarda solo i singoli Paesi ma il mondo intero. Secondo gli ultimi dati del Database sulle Emissioni per la Ricerca Atmosferica Globale, nel 2024 solo Europa e Giappone hanno ridotto l’impatto sull’ambiente rispetto all’anno precedente. Il rapporto Edgar mostra che le emissioni in tutto il mondo dal 1990 al 2024 sono aumentate dall’1,5% circa al 65%.

Caldo in città in estate
Mitigazione, non c’è alternativa: “Ridurre le emissioni” – notizie.com

A produrre più anidride carbonica sono otto economie: Cina, Stati Uniti, India, Ue, Russia, Indonesia, Brasile e Giappone. Tutte insieme hanno contribuito al 66,2% del totale. “Anche altri Paesi stanno lavorando per questo. La Cina ad esempio, sta cominciando a ridurre le emissioni e nell’ultimo anno ha mostrato un trend decrescente, anche se la domanda energetica del Paese non si è ridotta – spiega Terenghi – Sta aumentando velocemente la sua capacità rinnovabile e andando verso una decarbonizzazione. Ed è riuscita ad avere il monopolio di alcune tecnologie e materie prime necessarie per produrre le auto elettriche”.

A livello strategico verso l’obiettivo “emissioni zero”, la Cina si trova più avanti di altri Paesi. Ma, come sottolinea l’esperta, bisogna lavorare a livello di cooperazione internazionale, nel rispetto dell’Accordo di Parigi.

Legambiente: 170km2 di ghiacciai si sono sciolti

Intanto il tempo passa e negli ultimi sessant’anni sulle Alpi italiane è stata persa un’area glaciale di oltre 170 chilometri quadrati, pari alla superficie del lago di Como. Il dato arriva dal bilancio finale di Carovana dei ghiacciai di Legambiente con la Fondazione Glaciologica italiana che, insieme anche con Cipra Italia ha osservato la salute di alcuni ghiacciai alpini minacciati dalla crisi climatica.

In totale sono stati osservati otto ghiacciai, cinque in Italia (Adamello e Ventina in Lombardia, Soda in Alto Adige, Bessanese e Ciamarella in Piemonte) e tre all’estero (Aletsch, il Re delle Alpi, e i ghiacciai della Zugspitze, in Germania con lo Schneeferner e il Höllentalferner). Tutti stanno registrando un arretramento frontale e una riduzione di area e di spessore, tranne Höllentalferner che proprio come il Montasio in Friuli resiste ancora.

Non ci sono altri modi: l’unico è ridurre le emissioni in modo da rallentare il fenomeno del surriscaldamento globale”, al quale ovviamente è è collegato anche lo scioglimento dei ghiacciai.

Uno degli impatti sul territorio di questo fenomeno “è legato agli impianti di energia idroelettrica, che dovrebbero ricalibrare le metodologie utilizzate per produrla”, spiega ancora la fisica dell’atmosfera. Inoltre “quando i ghiacciai si fondono, riflettono meno luce solare verso lo spazio, perché il bianco è sostituito dal marrone della terra. Quindi ci scalderemo di più”. Ed ecco, ancora una volta, tornare l’aumento delle temperature.

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