Siti sessisti, si stringe il cerchio su amministratori e utenti. L’avvocata e criminologa: “Fenomeno sociale e culturale, radici molto profonde”

Forze dell’ordine e Procure sono sulle tracce dei responsabili dei cosiddetti siti sessisti, al centro degli scandali in Italia. Sono intanto spuntate nuove piattaforme e l’allarme sociale e culturale appare dilagante.

“Esiste un colpevole, che è il soggetto che diffonde le immagini senza consenso allo scopo di umiliare e nuocere. Ed esiste una vittima, le cui immagini vengono diffuse. Solo pensando in questo modo inizieremo a fare prevenzione”.

I manifesti dell'opera Mio marito affissi a Torino
Siti sessisti, si stringe il cerchio su amministratori e utenti. L’avvocata e criminologa: “Fenomeno sociale e culturale, radici molto profonde” (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Così, in esclusiva per Notizie.com, l’avvocata Ilaria Pempinella, presidente del comitato scientifico di Aicis, l’Associazione italiana criminologi per l’investigazione e la sicurezza. Il caso è quello dei siti sessisti, e nello specifico del gruppo Facebook Mia Moglie e del forum Phica, dove venivano pubblicate immagini di donne, spesso rubate e pubblicate senza consenso, con contenuti e commenti offensivi e insulti.

Al lavoro per accertare tutte le responsabilità ci sono gli specialisti della polizia postale e diverse Procura, tra cui Roma e Firenze. Lunghissima la lista dei reati ipotizzati: dal revenge porn alla diffamazione, dall’istigazione a delinquere fino all’estorsione. Ma dal punto di vista criminologico e giuridico, quale di questi profili rischia di avere maggiore impatto in termini di condanne e pene effettive?

La criminologa Pempinella in esclusiva per Notizie.com: “Siti sessisti, ragionare su un doppio binario”

In questa vicenda si deve ragionare su un doppio binario. – ha continuato la legale – Da un punto di vista giuridico, con l’introduzione del Codice rosso nel 2019, l’Italia ha previsto un reato specifico per la diffusione non consensuale di immagini o video sessualmente espliciti ai sensi dell’articolo 612 ter del Codice penale, che prevede fino a sei anni di carcere e multe fino a 15mila euro. La particolarità di questo tipo di immagini e video è che sono scattati e girati con il consenso della persona ritratta, ad esempio all’interno di coppie in momenti intimi consensuali. Ad essere non consensuale è la diffusione”.

La polizia postale di Genova in queste ore è stata incaricata dalla Procura di Roma di indagare su una società di marketing aperta nel capoluogo ligure dal gestore del sito Phica, Vittorio Vitiello. I pm della Capitale avrebbero accertato che Vitiello, originario di Pompei e residente a Scandicci, ha registrato nel 2023 presso la Camera di Commercio di Genova la società Lupotto srls.

Manifesti dell'opera Mio marito affissi a Torino
La criminologa Pempinella in esclusiva per Notizie.com: “Siti sessisti, ragionare su un doppio binario” (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Il lato giuridico – ci ha spiegato l’esperta – garantisce degli strumenti di repressione. Continuare a parlare di revenge porn, con il sottinteso pensiero che se le immagini non fossero state girate non avrebbero nemmeno potuto esser diffuse, e dunque che anche la vittima potrebbero essere un po’ colpevole, è un atteggiamento pericoloso. Esiste un colpevole, che è il soggetto che diffonde le immagini senza consenso allo scopo di umiliare e nuocere. Ed esiste una vittima, le cui immagini vengono diffuse. Solo pensando in questo modo inizieremo a fare prevenzione”.

In due anni, Lupotto ha fatturato complessivamente 150mila euro. Il Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria deve accertare cosa c’è dietro la società genovese. E dunque se Vitiello avesse collaboratori nel capoluogo ligure, che potrebbero averlo aiutato nella raccolta di foto, o se gestisse tutto da remoto. Lupotto srls, secondo gli inquirenti romani, aveva sostituto una società creata da Vitiello a Firenze anni prima con lo stesso scopo. Azienda chiusa nel 2019 dopo che l’imprenditore era stato denunciato per la diffusione di foto senza autorizzazione.

Siti sessisti, intimità violata e dinamica da branco

Con l’emersione di questa tipologia di reati è stato portato alla luce un fenomeno sociale e culturale molto più ampio. – ha sottolineato Ilaria Pempinella – Con delle criticità molto più profonde di quelle che appaiono. Da un punto di vista criminologico ci sono due aspetti molto importanti da evidenziare. La concezione del corpo femminile da parte del partner, che si comporta come un padrone violando l’intimità della donna. E poi la dinamica del branco, dove si diffondono queste immagini e dove ognuno si sente forte. Solamente la repressione non basta. Occorre un intervento trasversale che coinvolga non solo l’aggravamento di norme giuridiche, ma soprattutto un cambiamento culturale”.

Nei giorni scorsi la società Yarix, centro di competenza per la cybersecurity di Var Group, ha individuato un altro sito web. Sul portale sono in vendita migliaia di registrazioni audiovideo, principalmente a sfondo pornografico, trafugate illecitamente da oltre 2mila videocamere di sorveglianza domestiche e luoghi, come centri estetici o studi medici. Il sito propone formule a pagamento con tariffe variabili in base alla popolarità e al numero di visualizzazioni dei video.

Intimità violata, allarme siti sessisti in Italia
Siti sessisti, intimità violata e dinamica da branco – Notizie.com

Anche su questa vicenda sono in corso approfondimenti da parte della polizia postale. A questo punto in Italia sono aperte numerose indagini. C’è il rischio di disperdere le singole denunce? “Credo che l’unificazione delle inchieste – ha dichiarato la presidente del comitato scientifico di Aicis – sia fondamentale per garantire efficienza e controllo delle risorse, anche economiche. A Roma c’è l’ufficio centrale della polizia postale deputata in questo momento allo sviluppo delle indagini. Altro vantaggio sarà la coerenza dell’eventuale pena inflitta, senza nessuna diversificazione tra le diverse Procure”.

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I video sul portale segnalato da Yarix sono classificati in base al luogo, alla stanza, alle persone e alle attività registrate. L’esplorazione dei contenuti può essere eseguita come in una normale barra di ricerca attraverso dei tag. Sono stati analizzati gli Id delle telecamere, i codici univoci che identificano in modo esclusivo e inequivocabile i singoli dispositivi, stabilendo che le registrazioni provengono da numerosi Paesi europei ed extra europei, come Francia, Germania, Russia, Ucraina, Messico e Argentina. Attualmente, per l’Italia, sono stati identificati circa 150 video.

L’impatto emotivo devastante sulle vittime

Al centro degli scandali non ci sono solo i gestori della piattaforma, ma anche gli utenti che caricano o commentano le immagini. “Amministratori e divulgatori – ha affermato l’avvocata – sono sullo stesso piano. Mi pare realistico ipotizzare un medesimo reato anche a carico degli utenti. Anche da questo punto di vista il legislatore dovrebbe impegnarsi: i commenti di contenuto sessista hanno comunque un impatto emotivo sulle vittime”.

A Torino lo street artist Andrea Villa ha affisso una serie di manifesti (nelle foto sopra) che riflettono sul tema, ribaltando “lo sguardo patriarcale alla base di spazi come il gruppo Mia moglie”. L’opera si intitola Mio marito e i “protagonisti” sono appunto “i mariti”, esposti sulla pubblica piazza senza autorizzazione, con volti e contesti leggermente alterati. Una lettura provocatoria per sottolineare l’impatto emotivo devastante che i siti sessisti stanno avendo sulle vittime.

Un aspetto cruciale da considerare, quando si discute della pornografia non consensuale, – ha concluso Pempinellaè l’impatto emotivo devastante che ha sulle vittime. La condivisione non autorizzata può causare danni psicologici gravi tra cui depressione, ansia, vergogna e isolamento sociale, fino ad arrivare nei casi più gravi adatti di suicidio.

Termini come educazione digitale, consapevolezza, consenso sulla diffusione, condivisione di contenuti sensibili, aumento della cultura della privacy dovrebbero diventare parte del nostro bagaglio culturale. E parte dei programmi di insegnamento scolastico per insegnare a tutti a tutelarsi e proteggersi. La fiducia nel digitale non deve venir meno. Sono stati approvati due nuovi regolamenti europei che stringono le maglie della responsabilità delle piattaforme sui contenuti che gli utenti pubblicano online. Deve assolutamente cambiare l’approccio al digitale”.

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