Lascia a casa una dipendente incinta, non rinnovandole il contratto. Quanto accaduto fra Martina Strazzer e una sua dipendente diventa un caso: “Decisione dolorosa.”
“Ho assunto una donna incinta”. Inizia così il video che Martina Strazzer pubblicò a novembre scorso su TikTok per annunciare, appunto, l’assunzione di una donna in dolce attesa di nome Sara.
Un bel messaggio, dato che troppo spesso – nel mondo del lavoro – capita che le donne in maternità vengano viste come un “ostacolo” al rendimento aziendale. La vicenda assume, in seguito, contorni diversi. Anzi: del tutto opposti. In due parole: a Sara, che nel frattempo è andata in maternità, non viene rinnovato il contratto dopo che l’HR manager e il CFO dell’azienda guidata da Strazzer ravvisano “errori nel suo operato.”
L’imprenditrice, che ha creato dal nulla un vero e proprio impero nel mondo dei gioielli (il suo marchio “Amabile” fattura qualcosa come 10 milioni di euro l’anno) è finita così in un vortice mediatico. Ma come, si chiedono molti dei suoi follower: prima annunci l’assunzione di una donna incinta e dopo appena qualche mese la licenzi? La promessa era infatti quella di trasformare quel contratto da determinato a indeterminato: cosa che, chiaramente, non si è verificata.
“Siamo quasi tutte donne”: chi è Martina Strazzer
L’azienda “Amabile” conta oltre 40 dipendenti, per il 90 percento donne. Molte di loro ci mettono letteralmente la faccia. In tante sono infatti presenti come testimonial sui canali social del marchio per pubblicizzarne i prodotti. E, soprattutto, la vision aziendale. In un Paese dove le donne, a parità di mansioni, percepiscono generalmente stipendi più bassi dei colleghi uomini, “Amabile” fa una scelta in controtendenza: qui siamo quasi tutte donne. Questa l’impostazione data da Strazzer che, in tal caso, si è quindi rivelata un boomerang.
È bene chiarire un dato: la scelta di un’azienda di non rinnovare un contratto a un suo dipendente è del tutto legittima. Non parliamo, qui, di alcun comportamento contra legem. Si parla, piuttosto, di una questione di opportunità e di coerenza, così come sollevata dai follower di Strazzer. Dato che il mancato rinnovo è coinciso esattamente col momento in cui la dipendente è andata in maternità. Quest’ultima, peraltro, non ha usato giri di parole: “Sui social si sono fatti parecchia pubblicità con la mia assunzione, ma nessuno conosce il vero finale della storia.” Ora si può dire che lo conoscano praticamente tutti. Da qui la domanda: la sua assunzione è stata solo una strategia di marketing o una reale opportunità di lavoro?
“Decisione inevitabile”: la versione di Strazzer
Dopo giorni di polemiche, critiche e risentimenti arriva la versione di Strazzer. L’imprenditrice modenese affida a un comunicato le ragioni dell’azienda “Amabile”. Parlando, a chiare lettere, di “decisione inevitabile.” Strazzer ravvisa come questi giorni di agosto siano stati pervasi da “sentimenti di delusione, rabbia e preoccupazione. Legati proprio alla decisione di non rinnovare, alla scadenza del contratto a tempo determinato, la collaborazione con Sara. L’intento, assicura Strazzer, era quello di creare una collaborazione stabile e duratura. Tuttavia, le circostanze hanno fatto sì che le cose andassero in direzione opposta.
“Sono emerse criticità molto più complesse e profonde di quanto avremmo potuto immaginare”, afferma la manager. La decisione di lasciare a casa Sara si è rivelata, quindi, “dolorosa e inevitabile” perché non farlo – sempre secondo Strazzer – avrebbe significato compromettere il bene dell’intera impresa e la tutela di oltre 40 persone. C’è da rilevare come il management di “Amabile” non sia sceso troppo nel dettaglio. Le cause del mancato rinnovo del contratto di Sara, al netto del suo periodo di maternità, rimangono non esplicitate. Strazzer, ad ogni modo, sottolinea come la gravidanza “non è stata e non sarà mai un impedimento all’assunzione nella nostra azienda.” Per poi affermare che non si scende volutamente nel particolare per “non compromettere la dignità o il futuro professionale di chi, in altri contesti, potrebbe essere una risorsa di valore.”
Perché “Amabile” è finita in una bufera social?
Insomma: ci sarà adesso da comprendere se Strazzer riuscirà a ristabilire la vision aziendale in nome dei valori di “sorellanza” ed empowerment femminile che sono sempre stati richiamati con orgoglio nel marchio “Amabile”. Basta, peraltro, dare un’occhiata ai numeri per comprendere appieno quella che è stata presentata come filosofia aziendale. Dei 40 dipendenti (il 90 percento donne, come già rilevato) il 77 percento è assunto con contratto a tempo indeterminato. Gli stagisti, fin dal tempo della fondazione dell’azienda nel 2021, sono stati in tutto 11. Di cui 8 successivamente contrattualizzati. Le cessazioni di contratto sono state in tutto 14, dovute tutte a dimissioni volontarie, legate chiaramente a scelte personali e professionali. Uno solo, in questi anni, il licenziamento per giusta causa.
D’altra parte, e c’è da rilevarlo, Martina Strazzer è letteralmente una self-made woman. Prima che il marchio “Amabile” cominciasse a macinare utili, l’imprenditrice ha cominciato a lavorare ai suoi gioielli nella sua camera da letto durante il periodo del lockdown. La notorietà è arrivata grazie a TikTok, dove Strazzer mostrava e pubblicizzava le sue creazioni. E dove adesso conta oltre 1 milione e 600mila follower, che fanno il paio con i 735mila follower su Instagram (calati di oltre 10mila dopo l’esplosione del caso). Stiamo parlando, per dirla in termini sintetici, di un personaggio parecchio “esposto” a livello social.
Proprio perché quello di “Amabile” è un quadro che delinea una forte attenzione ai lavoratori e alle lavoratrici. Dove il benessere professionale è dichiarato al primo posto nelle priorità aziendali. Proprio da qui nasce quella bufera mediatica in cui Strazzer è stata coinvolta: possono le scelte aziendali di un’azienda fortemente attenta all’etica, sposarsi con la scelta di non rinnovare la collaborazione con una dipendente in maternità? Posto che, appunto, i motivi che hanno portato a questa “decisione inevitabile” non sono ancora del tutto chiari.