Il giorno dello sciopero in Israele, decine di arresti alla protesta a sostegno delle famiglie degli ostaggi

Il giorno dello sciopero in Israele arrivano decine di arresti alla protesta a sostegno delle famiglie degli ostaggi che sono detenuti a Gaza.

La richiesta a Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, è quella di trovare un accordo con Hamas per porre finalmente fine alla guerra e liberare dunque di conseguenza anche i prigionieri rimasti.

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Il giorno dello sciopero in Israele, decine di arresti alla protesta a sostegno delle famiglie degli ostaggi (ANSA) Notizie.com

Sono ben 38 gli arresti tra i manifestanti come ha dichiarato la polizia israeliana che è anche venuta a scontro con un gruppo che bloccava le strade. Attorno alle ore 16.00, ora locale, in diverse città, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, è stato interrotto tutto quando sono suonate le sirene antiaeree. Queste indicavano il lancio di un missile dallo Yemen che è stato intercettato senza nessun tipo di conseguenza.

Tra i manifestanti anche la madre di Matan Angrest, ostaggio di Hamas, che ai giornalisti, come riportato da RaiNews, ha specificato: “Oggi tutto si ferma per ricordare il valore più alto, la sacralità della vita”. Tra i presenti alla manifestazione è stata notata anche l’attrice e modella israeliana classe 1985 Gal Gadot che è tornata in patria proprio questa manifestazione e per dimostrare solidarietà alle famiglie delle persone rapite all’inizio della guerra.

Giorno dello sciopero in Israele, ecco cosa è accaduto

Il giorno dello sciopero in Israele ha avuto una cassa di risonanza importante in tutto il mondo, proprio quello che si proponeva di fare il popolo israeliano in sostegno dei cittadini rapiti dai terroristi di Hamas. A indirlo è stato il Forum delle famiglie degli ostaggi per chiedere la fine della guerra e il rilascio degli ostaggi.

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Giorno dello sciopero in Israele, ecco cosa è accaduto (ANSA) Notizie.com

Tra i presenti anche centinaia di riservisti israeliani che hanno pubblicato anche un documento citato dai media: “Chiediamo a Governo e Stato di non espandere il conflitto reclutando decine di migliaia di riservisti e mettendo a rischio la vita degli ostaggi, anzi di concludere un accordo per i rilasci. Nessuno deveessere lasciato indietro”.

Sono migliaia le persone che sono scese in strada per manifestare, arrivando a bloccare le autostrade e le principali arterie della città. E non mancano accuse anche a Netanyahu a cui si chiede l’intervento immediato per la fine della guerra e il ritorno a casa degli ostaggi.

Il premier israeliano ha risposto, come raccontato da Ansa, ai media locali: Coloro che chiedono la fine della guerra non solo stanno irrigidendo quella che è la posizione di Hamas, ma stanno ritardando anche il rilascio dei nostri ostaggi, assicurando che gli orrori del 7 ottobre si ripeteranno e che dovremmo combattere poi una guerra senza fine”.

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