Come e perché il governo vuole modificare la caccia in Italia, Aiello (Wwf): “La giustizia fai da a te non funziona nemmeno con gli animali selvatici”

In Senato è stato depositato il nuovo ddl sulla caccia, ma è scontro tra governo e associazioni ambientaliste. Tutti i dettagli e i retroscena.

“Conviene di più oggi in Italia trafficare uccelli o in generale animali selvatici piuttosto che droga. Si guadagna molto e non si non rischia niente. Tutto questo ci preoccupa, sono questioni di legalità ma anche di salute”.

Un cacciatore cerca di avvistare un animale in Italia
Come e perché il governo vuole modificare la caccia in Italia, Aiello (Wwf): “La giustizia fai da a te non funziona nemmeno con gli animali selvatici” – Notizie.com

L’ipotesi di una nuova legge sulla caccia da settimane agita gli ambienti istituzionali, politici e ambientalisti. Ciò che è accaduto è che a maggio scorso è cominciata a circolare il testo della bozza di un provvedimento che di lì a poco sarebbe dovuto passare in Consiglio dei Ministri. Un disegno di legge composto da18 articoli che avrebbero modificato di fatto la legge dell’11 febbraio 1992 numero 15, ovvero la normativa che ha regolato per la prima volta in Italia l’attività venatoria.

Il ddl, secondo indiscrezioni, era il risultato di un tavolo istituito dal Ministero dell’Agricoltura con il mondo venatorio e con alcune associazioni agricole. Non convocate, invece, le associazioni ambientaliste che hanno però intercettato e diffuso parte del testo, sottolineandone numerose criticità. Tra di esse, il fatto che un cacciatore che, parando per uccidere, ferisce un animale, può curarlo e tenerlo per sé come richiamo vivo per altra fauna.

Aiello (Wwf) in esclusiva per Notizie.com: “Abbiamo dimostrato invece che il testo non era pronto”

Dopo lo scoppio della polemica, è nato uno scontro tra la maggioranza e le associazioni ambientaliste, tacciate di diffondere fake news sulla nuova normativa il cui testo, di fatto, non era stato reso noto ufficialmente. Prima che la situazione si congelasse, il ddl redatto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è stato depositato al Senato il 20 giugno 2025. “Una serie di elementi che avevamo messo in evidenza non ci saranno nel testo definitivo. Ciò non significa che non c’erano prima. Forse sono stati stralciati”.

A parlare, e sono suoi anche i virgolettati dell’incipit, è Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica della natura del Wwf Italia, sentito in esclusiva per Notizie.com. “Lollobrigida aveva dichiarato che nel giro di pochi giorni il provvedimento, blindato e pronto, sarebbe arrivato in Cdm. Abbiamo dimostrato invece che quel testo non era pronto per arrivare in Consiglio dei Ministri. Quando abbiamo divulgato il testo, rendendo chiaro all’opinione pubblica quale fosse il contenuto, stranamente non è stato approvato nulla”.

Un cacciatore in Italia insieme al suo cane da caccia
Aiello (Wwf) in esclusiva per Notizie.com: “Abbiamo dimostrato invece che il testo non era pronto” – Notizie.com

Il Ministro ha sostenuto in Aula che la modifica della legge sulla caccia è motivata da un atto parlamentare che risale alla precedente legislatura e con cui il Parlamento aveva impegnato il governo. “Quell’atto l’ho seguito personalmente, anche andando in audizione, e lo conosco benissimo. – ha continuato Aiello – Si limita a trattare dei danni provocati all’agricoltura della fauna selvatica. Ma i danni si gestiscono attraverso l’attività di controllo, non attraverso la caccia”.

Per il Wwf la fauna selvatica è patrimonio dello Stato che deve occuparsi di gestire le situazioni problematiche. La caccia invece è un’attività ludica svolta da privati che non ha alcuna finalità di controllo delle specie. Infatti si riferisce per lo più a specie che sono in declino, che hanno anche problemi da un punto di vista conservazionistico. “Ma la giustificazione non è sufficiente per dire che si vuole modificare la legge come la si vuole modificare, perché le promesse che sono state fatte al mondo dei cacciatori sono chiare”, ha affermato Aiello.

La legge 157/92 sulla caccia già modificata dieci volte

Altra bufala, per l’esponente del Wwf, è che la legge attuale è ormai obsoleta e deve essere cambiata: “È vero, la legge risale a trent’anni fa. Ma questo governo e questo Parlamento, dal 2022 ad oggi, ha modificato la legge 157/92 già dieci volte in ventisei punti. Queste modifiche sono di due tipologie. Una riguarda la possibilità di sparare il più possibile. L’altra concerne l’ostacolo all’attività sia degli organi scientifici sia delle associazioni ambientaliste, ad esempio nell’impugnare i calendari venatori”.

Questa modifiche cosa hanno determinato? Hanno creato l’apertura di tre procedure di infrazione dell’Europa contro l’Italia, dal 2022 ad oggi. E non hanno migliorato per nulla il problema dei danni all’agricoltura, dimostrandosi fallimentari. Tra questi provvedimenti c’è anche la possibilità di utilizzare l’Esercito per sparare agli animali. Quindi “continuare a dire che si vuole aiutare gli agricoltori, per fare concessioni elettorali ai cacciatori, è qualcosa che noi non accettiamo“.

Un cacciatore cerca di avvistare un animale Italia
La legge 157/92 sulla caccia già modificata dieci volte – Notizie.com

Nel testo c’è la possibilità per gli agricoltori di uccidere gli animali feriti che si trovano in un proprio appezzamento e se sono muniti di licenza. – ha sottolineato Aiello – Questo in parte già succede, ma non è la soluzione per risolvere il problema dei danni all’agricoltura. La giustizia fai da a te non funziona nemmeno con gli animali selvatici. E c’è la possibilità per i cacciatori di sparare agli uccelli. Se gli animali non muoiono e sono feriti, i cacciatori li possono tenere, curare e usare come richiami vivi. Ma è una violazione del principio fondamentale secondo cui nessuno si può appropriare della fauna selvatica”.

Altro punto concerne il cosiddetto silenzio venatorio, ovvero il fatto che nei giorni di martedì e venerdì non si può cacciare, anche durante l’apertura della stagione venatoria. “E già così questa cosa non funziona. – ci ha spiegato il responsabile tutela giuridica della natura – Il silenzio venatorio non è solo uno strumento che serve agli animali selvatici per rifiatare, ma è anche una garanzia per i cittadini che sanno che in quei giorni si può fare una passeggiata e non si spara. Per logica il silenzio dovrebbe essere il sabato o la domenica. Inoltre già oggi il silenzio venatorio può essere violato proprio in virtù delle modifiche del 2022, quelle della caccia in città, che consentono anche la caccia nei giorni di silenzio venatorio”.

Nuova normativa sulla caccia, il Wwf: “Peggioramento totale del sistema”

La legge 157 dice che le aree in cui è vietata la caccia devono essere tra il 20 e il 30%. Ma il 30% non è un limite massimo. In realtà la percentuale di aree protette è variabile, e il 30% è una percentuale minima. “Lo dice il Consiglio di Stato e lo dice la stessa legge che viene interpretata in maniera forzata. – ha dichiarato Domenico Aiello – Come se appunto le aree protette debbano cedere il passo alle aree in cui la caccia è consentita. Un’assurdità. Ciò viola anche la nostra libertà di godere delle aree protette”.

Insomma, per il Wwf Italia in che modo la bozza peggiorerebbe il sistema della caccia? “Il peggioramento è totale. – ha concluso Aiello – Va dai principi alle questioni più specifiche. A partire dal titolo della normativa, che probabilmente cambierà, e che non sarà più legge sulla tutela degli animali selvatici e sulla disciplina dell’attività venatoria, ma diventerà legge per la gestione e la tutela. Quindi si antepone il concetto di gestione a quello di tutela. Nei principi poi viene indicata la caccia come un’attività che contribuisce e che concorre alla tutela della biodiversità.

Un cacciatore in Italia
Nuova normativa sulla caccia, il Wwf: “Peggioramento totale del sistema” – Notizie.com

Ma non esiste al mondo un’attività che per legge concorre alla tutela della biodiversità. Tutte le attività che i svolgono in natura hanno un impatto. Dai principi, alla pratica, agli strumenti, ai controlli, non c’è niente che va a rafforzare la prevenzione, le forze di polizia, e la repressione. Questo, nonostante l’Europa ormai da circa vent’anni ci dica che le nostre sanzioni per chi commette crimini contro gli animali selvatici siano ridicole. Non si tocca tutto il sistema sanzionatorio.

Parlando dei richiami vivi, sono oggetto di traffici illegali che oggi alla luce anche di operazioni di polizia attualissime fruttano capitali a vere e proprie organizzazioni criminali. Organizzazioni che importano questi animali dall’est Europa e anche dal sud al nord Italia, a fronte di rischi ridicoli”.

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