Sindone, il Centro di Torino sullo studio Moraes: “Tesi già note e smentite di un creatore digitale. L’approccio dev’essere multidisciplinare”

Il caso dello studio sulla Sindone di Torino pubblicato dal brasiliano Cicero Moraes continua a tenere banco. Il Ciss fa chiarezza sulla ricerca e sulla sua diffusione.

“Se Cicero Moraes, oltre a pensare alle questioni meramente digitali di creazione del corpo, si fosse domandato se le altre discipline avessero già indagato il problema, non saremmo qui a discutere”.

Un cardinale in preghiera durante un'ostensione della Sindone
Sindone, il Centro di Torino sullo studio Moraes: “Tesi già note e smentite di un creatore digitale. L’approccio dev’essere multidisciplinare” (ANSA FOTO) – Notizie.com

A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Federico Valle, membro del comitato scientifico del Centro internazionale di studi sulla Sindone (Ciss) di Torino. Il caso, su cui nei giorni scorsi abbiamo già intervistato la professoressa Emanuela Marinelli, è quello dello studio pubblicato dal brasiliano Moraes sulla rivista Archaeometry. L’articolo scientifico è stato rilanciato da numerosi media di tutto il mondo.

In sostanza Moraes sostiene che l’immagine della Sindone non sarebbe stata impressa su un corpo umano vero, bensì su un modello tridimensionale (come un bassorilievo). Da alcune sue simulazioni digitali, il telo ha prodotto un’immagine meno deformata quando adagiato su un modello artificiale rispetto a un corpo reale. Il che suggerirebbe una possibile origine non naturale dell’immagine sindonica.

Valle (Ciss) in esclusiva per Notizie.com: “Con nessun bassorilievo si riesce ad ottenere la stessa immagine”

Tutto parte dal lavoro di questo studioso, o meglio di questo creatore digitale. – ci ha detto Valle – Il fatto di voler ricostruire con l’uso di un software l’immagine dell’eventuale corpo che ha avvolto il telo purtroppo giunge a conclusioni superficiali. È più di cento anni che si discute di come l’immagine si possa essere formata. È chiaro a tutti che l’immagine della Sindone ripropone una proiezione verticale. Ma il punto è che anche con l’utilizzo di un eventuale bassorilievo non si riesce ad ottenere una immagine con le stesse caratteristiche fisiche e chimiche riscontrate e misurate sulla Sindone”.

In una nota diffusa nelle scorse ore dal Ciss è spiegato che Moraes ha realizzato modelli 3d di un corpo umano e di un bassorilievo, utilizzando il software open source Blender e simulazioni fisiche per analizzare i punti di contatto di un telo con le superfici. La deformazione altro non sarebbe che il noto effetto Maschera di Agamennone, ben noto in letteratura. Un risultato noto sin da alcuni del 1902, per cui l’immagine sindonica si configura come proiezione ortogonale.

Un'ostensione della Sindone
Valle (Ciss) in esclusiva per Notizie.com: “Con nessun bassorilievo si riesce ad ottenere la stessa immagine” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le premesse non hanno nulla di sbagliato, bensì le conclusioni. – ha continuato Valle – Il Ciss ha analizzato attentamente l’articolo pubblicato da Cicero Moraes su Archaeometry. Nelle conclusioni Moraes afferma che ‘i risultati supportano l’ipotesi che la Sindone possa essere una rappresentazione artistica, con la possibilità che sia stata creata nel periodo mediovale’. Questo sostanzialmente è stato smentito da tutti gli studi che hanno approcciato la Sindone dal punto di vista fisico e chimico. L’immagine non è una pittura e neppure l’esito di un frottage”.

Tra il 1978 ed il 1981 il gruppo Sturp (Shroud of Turin research project) ha analizzato in modo rigoroso e multidisciplinare la Sindone di Torino. Ha ottenuto il permesso di esaminare direttamente il telo attraverso analisi chimiche, spettroscopiche, termografiche, fotografiche e altro allo scopo di studiarne l’origine e la formazione dell’immagine. La conclusione è stata che l’immagine non è il risultato di pittura, bruciature, pigmenti, né contatto con una statua o un bassorilievo riscaldato. Dunque rimane scientificamente inspiegabile, pur trattandosi di un’impronta di origine reale su un telo di lino.

Il cardinale Repole: “Non perdere mai di vista a necessaria attenzione critica”

Il problema qui non è più scientifico, ma è come si intende l’utilizzo dei media oggi. – ha sottolineato il rappresentante del Ciss – Evidentemente c’è stato un rilancio continuo della stessa notizia senza fare una verifica previa. Un articolo pubblicato oggi su Avvenire inquadra bene la questione. La domanda è: qual è la novità? E la risposta è: nessuna. La questione sta nell’utilizzo di queste notizie da parte del mondo giornalistico”.

Sulla questione è intervenuto anche il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e custode pontificio della Sindone. “Ancora una volta assistiamo al lancio di nuove ‘rivelazioni’ sulla Sindone e i suoi misteri. – ha commentato Repole – Oggi si tratta dell’ipotesi che il telo sindonico sia stato steso non sul cadavere di un uomo ma su un ‘modello’ artefatto, che riprodurrebbe le caratteristiche dell’immagine. L’invito è a non perdere mai di vista la necessaria attenzione critica a quanto viene così facilmente pubblicato”.

Ostensione della Sindone
Il cardinale Repole: “Non perdere mai di vista a necessaria attenzione critica” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Tutte le discipline possono indagare in modo promettente la Sindone. Non ci aspettiamo un’unica linea di approfondimento. – ha affermato Federico ValleLo studio della Sindone deve essere multidisciplinare. Non c’è uno studioso che può risolvere il problema, quindi occorre mettere insieme le discipline e farle lavorare insieme. Se Moraes, oltre a pensare alle questioni meramente digitali di creazione del corpo, si fosse domandato se le altre discipline avessero già indagato il problema, non saremmo qui a discutere”.

Il comitato scientifico del Ciss è formato da studiosi di tutte le discipline, italiani e stranieri, che tra loro collaborano. Quando c’è una ricerca, uno studio o quando si vuole affrontare un tema specifico si collabora tra tutti gli studiosi per avere una posizione che sia condivisa e condivisibile.

Il Centro studi nell’ultimo periodo – ha concluso Valle – sta lavorando molto ad un progetto di censimento delle attestazioni storico-artistiche legate alla Sindone. Nei secoli, sono state sparse in Italia e nel mondo opere come dipinti, statue, immagini, tele, oggetti di devozione che riproducono la Sindone. Siamo arrivati già oltre le mille attestazioni e nel nostro Museo ci sono oltre cinquecento oggetti. In questo caso studiamo il patrimonio che si è sviluppato attorno alla Sindone per la sua tutela e valorizzazione”.

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