Ottenere un periodo di ferie più lungo è possibile: si può procedere legalmente oppure chiedere di aggiornare il contratto al proprio responsabile.
È l’art. 2109 del Codice Civile a regolamentare le ferie del lavoratore dipendente. La norma stabilisce che un subordinato ha diritto a un giorno di riposo settimanale – generalmente coincidente con la domenica – e, dopo un anno di servizio ininterrotto, a un periodo annuale di ferie retribuite. Possibilmente continuativo. Tenendo conto delle esigenze dell’impresa e di quanto stabilito dallo stesso datore di lavoro. Parliamo di circa quattro settimane l’anno garantite.
Tuttavia, nei dodici mesi può capitare che il dipendente debba prendere ferie o weekend per esigenze personali. Quando si raggiungono le vacanze estive, il diretto interessato può usufruire solo dei giorni che gli sono rimasti. Questo potrebbe non bastare ad assicurare il suo benessere psicofisico, che di fatto è un diritto imprescindibile. Si può quindi procedere legalmente, ottenendo un numero maggiore di ferie retribuite senza rischiare sanzioni o rinunciare allo stipendio.
Diverse aziende stanno introducendo delle forme più flessibili di pianificazione delle ferie dei dipendenti. Questo per risolvere l’aumento esponenziale dei casi di burn-out, ovvero la sindrome da stress lavorativo. Una condizione che non solo è lesiva per colui che ne è affetto, ma che diventa inevitabilmente controproducente in merito alle prestazioni professionali. Nulla vieta quindi, in casi particolari, al datore di lavoro di concedere a un proprio subordinato più di quattro settimane annuali.
La legge dalla parte dei lavoratori: come ottenere più ferie
In primo luogo, si può procedere alla modifica del contratto. Questa però non è garantita. Dipende dal datore di lavoro e dalle eventuali politiche aziendali. Come procedere dunque? Si può fare riferimento al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), il quale permette di allungare il periodo di riposo, senza metter mano sulle settimane di ferie. Si serve sostanzialmente di una banca ore, all’interno della quale vengono registrati gli straordinari.
Gli straordinari si accumulano e, invece di essere pagati mensilmente, si può usufruirne per prendere più giorni di riposo senza che incidano sullo stipendio. Un altro metodo molto gettonato nelle aziende è quello dell’orario multiperiodale. Sostanzialmente ci sono dei mesi in cui si lavora di più e altri nei quali si lavora di meno – esempio: 42 ore un mese, 36 ore il mese seguente. Il discorso cambia se si fa riferimento a permessi particolari.
Il datore di lavoro non può negare, ad esempio, il permesso voluto dalla Legge 104. Garantisce tre giorni di assenza al mese per l’assistenza a un familiare affetto da disabilità. Si possono infine richiedere dei congedi per motivi di salute, per la formazione o parentali. Anch’essi garantiti dai CCNL.