Sergio Mattarella, Antonio Tajani e Guido Crosetto nella lista dei presunti russofobi del Cremlino. La Farnesina convoca l’ambasciatore russo.
Sembra l’ennesimo tentativo di servirsi della propaganda, e com’è già successo altre volte in passato, il Cremlino ha utilizzato la figura del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
Questa volta lo ha fatto inserendo in una vera e propria blacklist il nome del nostro Capo dello Stato, ma anche quello dei ministri degli Esteri e della Difesa, rispettivamente Antonio Tajani e Guido Crosetto.
Si tratta di una lista pubblicata su una sezione del sito del Ministero degli Esteri di Mosca, che elenca una serie figure istituzionali considerate russofobe. La sezione è suddivisa per Paesi e organizzazioni, ed è corredata da dichiarazioni che il presidente russo Vladimir Putin e chi per lui, non hanno accolto di buon grado da quando è cominciato l’attacco all’Ucraina.
Ci sono anche l’ex capo della Casa Bianca Joe Biden, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e altri capi di stato e di governo critici nei confronti della Russia e dalla parte di Kiev.
Perché secondo il Cremlino, Mattarella è russofobo?
- Tra gli esempi con i quali il Cremlino ha deciso che Sergio Mattarella diffonde odio contro la Russia, c’è la parte del discorso che ha pronunciato il 5 febbraio in occasione della cerimonia di consegna dell’onorificenza accademica di Dottore Honoris Causa dall’Università di Marsiglia.
>Il Capo dello Stato in quell’occasione, ripercorrendo gli eventi storici della Grande Crisi degli anni Trenta, aveva parlato di “fenomeni di carattere autoritario” che all’epoca “presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.
>E ancora: “Il risultato fu l’accentuarsi del clima di conflitto, anziché di cooperazione, pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura“.
>Il detto historia magistra vitae però, evidentemente non era piaciuta al Cremlino e già a febbraio la portavoce Maria Zakharova del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, aveva attaccato pesantemente Sergio Mattarella, ricordando all’Italia che in realtà nel periodo citato, era dalla parte sbagliata della storia, quella del fascismo. - C’è anche l’altro esempio riportato sul sito del Ministero degli Esteri russo. L’occasione è quella dell’intervento del presidente della Repubblica italiana durante l’80esimo anniversario della battaglia di Montecassino.
>“L’orrore della guerra, la tragedia inumana del popolo ucraino, riconduce alla memoria le devastazioni che colpirono i Paesi europei e ci richiamano a un rinnovato impegno nella difesa della pace, della libertà dello stato di diritto, contro le dittature, valori per i quali i caduti onorati in questo cimitero donarono la vita”. Questa la frase che il Cremlino ritiene incriminata.
Il giallo dello sticker di Zakharova: cosa significa?
Quanto ai ministri degli Esteri e della Difesa, gli esempi citati nella blacklist dei russofobi ci sono interviste al Messaggero. Quella di Tajani risale al 24 febbraio, quella di Crosetto invece, il 6 marzo.
Ma a far discutere non è stata solo la lista delle istituzioni che a questo punto sono indesiderate in Russia. C’è infatti anche un messaggio postato su Telegram da Maria Zakharova: uno sticker di lei in abiti tradizionali e la scritta “ukokoshit“, che in italiano si traduce con “uccidere“.
Tajani convoca l’ambasciatore russo in Italia
Antonio Tajani ha convocato immediatamente l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per contestare l’inserimento di Sergio Mattarella e di altre cariche istituzionali in questo elenco. In una nota ufficiale della Farnesina si legge che il vicepremier considera questo gesto come una “provocazione alla Repubblica e al popolo italiano”.
Tanti i messaggi di solidarietà al Capo dello Stato, tra cui i presidenti di Senato e Camera, rispettivamente Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. E anche i leader di tutti i partiti di maggioranza e opposizione e di Giorgia Meloni.
Questa lista, per la premier, “non è altro che l’ennesima operazione di propaganda, finalizzata a distogliere l’attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca, ben note alla comunità internazionale e che la comunità internazionale ha condannato fin dall’inizio”.
Nella nota, Meloni ha espresso “solidarietà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e a tutti coloro che sono stati i destinatari di questa inaccettabile provocazione”.
Della stessa opinione è Elly Schlein, segretaria del Pd: “Il presidente Mattarella ha il pieno sostegno nostro e degli italiani, siamo con lui contro ogni tentativo di inquinare, distorcere, minacciare la democrazia. Pieno solidarietà dal Partito Democratico”.
C’è poi la Lega, che parla di “accuse intollerabili” e “vergognose”, attraverso la voce di Massimiliano Romeo, capogruppo del partito in Senato.
“Illazione vergognosa”, è per il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, la mossa del Cremlino.
Nevi (FI): “Tajani non si farà intimorire da Putin”
“Ci stringiamo particolarmente al nostro segretario Antonio Tajani, che per come lo conosciamo non si farà intimorire ma raddoppierà il suo impegno anche come ministro degli Esteri per la pace e contro ogni atteggiamento dispotico, come quello messo in atto dalla Russia di Putin”. Questo invece, il commento del portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi.
“Sono orgoglioso e grato che Sergio Mattarella sia il rappresentante del Paese, la guida delle Forze Armate, il garante dell’unità nazionale. Tutti con te, Presidente”, ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Vita.
“Non è la prima volta che i russi attaccano Mattarella e questo dimostra due cose. Innanzitutto che è nel giusto, e che Dio ce lo preservi. E che i russi sono pericolosi imperialisti dittatori che bisogna contenere”. Queste poi, le parole di Carlo Calenda, leader di Azione.
Magi (+Europa): “È Putin il vero nemico della Russia”
“Respingiamo al mittente le minacce di Putin, che non ci fanno alcuna paura, ma fanno emergere ancora di più il carattere imperialista dell’invasione dell’Ucraina e l’attitudine sanguinaria di Vladimir Putin, che è il vero nemico del popolo russo”. A dirlo è stato Riccardo Magi, segretario di +Europa.
Il leader di Avs Nicola Fratoianni invece, punta il dito contro “alcuni pezzi di questa maggioranza che con la Russia di Putin hanno sempre intrattenuto splendidi rapporti, se non mi ricordo male c’era un signore che andava in giro per la Piazza Rossa con la maglietta di Putin, dicendo meglio un Putin che due Mattarella o qualcosa di simile. Ed oggi fa il vicepresidente del Consiglio di questo governo”. Il riferimento è a Matteo Salvini.
“Le intimidazioni non ci fanno arretrare: oggi più che mai dobbiamo ribadire la nostra unità e fermezza nel condannare ogni forma di minaccia autoritaria”, ha detto infine Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati.