L’88% dei cittadini sceglie una meta italiana per le ferie. Ma c’è una grande fetta di persone che, pur lavorando, non possono partire per ragioni economiche, o si indebitano: è il fenomeno della povertà da vacanza
La meta preferita degli italiani per le vacanze estive si conferma l’Italia: 9 su dieci, cioè l’88%, ha prenotato in città di mare, mentre l’altro 12% andrà all’estero. Una spesa per i consumatori, dunque un guadagno per le strutture ricettive, di 41,3 miliardi di euro.
Il dato emerge da uno studio di Tecnè, realizzato per Federalberghi, insieme con i numeri dei villeggianti nel Belpaese. Stiamo parlando di 36,1 milioni tra giugno e settembre, di cui 25,4 adulti e 10,7 minorenni. Il 33,6% degli italiani intervistati affiancherà alla vacanza principale qualche altro weekend o comunque soggiorni brevi. I flussi vedono 15,7 milioni di persone in villeggiatura a giugno, 16,1 a luglio, 17,5 ad agosto e 4,7 milioni a settembre.
Sembrano dati positivi eppure l’Associazione dei consumatori Codici guarda l’altra faccia della medaglia di questi numeri. Rifacendosi a un’altra indagine commissionata da Facile.it a EMG Different, racconta di almeno 8,4 milioni di italiani che quest’estate rinunceranno alle vacanze. Di questi, il 69% resterà a casa per ragioni economiche.
Molti hanno un lavoro, eppure trascorrere le ferie in una località balneare resta comunque un lusso. Per questo l’associazione denuncia il “dato allarmante, che fotografa le crescenti difficoltà delle famiglie nel sostenere i costi sempre più elevati delle vacanze”.
Gli italiani che lavorano ma non possono permettersi una vacanza
Un privilegio per pochi, per dirla con Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, che rappresenta “l’ennesimo campanello di allarme per una situazione economica sempre più difficile per tante famiglie italiane”. L’associazione definisce questo fenomeno povertà da vacanza.
“C’è chi non è riuscito a risparmiare a sufficienza nel corso dell’anno a causa dell’aumento generale del costo della vita, chi ha deciso di rinunciare a partire perché i prezzi dei viaggi sono diventati insostenibili. E chi, ancora, ha avuto un imprevisto economico, spesso legato al lavoro”. A ciò si aggiungono la crisi, gli aumenti e l’inflazione. “Siamo di fronte a un’economia sempre più diseguale. E questo può avere conseguenze drammatiche se non si interviene per invertire la rotta”.
C’è chi sceglie di indebitarsi per andare in vacanza
C’è anche chi, pur di andare in vacanza, decide di chiedere un prestito e quindi di indebitarsi. Questa strategia è sepre più diffusa, come spiega Manfredi Zammataro, responsabile del settore Sovraindebitamento di Codici. L’associazione però, consiglia di evitare questa situazione perché può rappresentare un problema serio qualora subentri un imprevisto nel corso dell’anno. Banalmente, una spesa medica, oppure una multa, o magari un guasto alla lavatrice che impone di acquistarne un’altra.
In tutti questi casi, “se un bilancio già non era saldissimo, il prestito per andare in vacanza può causare gravi difficoltà”. Ecco perché “consigliamo sempre di ragionare attentamente sulle spese da fare, perché da un prestito può scaturire una situazione di sofferenza economica imprevista, un indebitamento a cui è poi difficile far fronte.