Con il via libera alla Camera ad una proposta di legge i conti correnti diventano di fatto un diritto della cittadinanza. Ecco nel dettaglio cosa comporta il provvedimento e cosa cambia per gli italiani e per le banche.
Una volta terminato tutto l’iter parlamentare, le banche saranno obbligate ad aprire un conto corrente a chiunque lo richieda e non potranno chiuderlo se è in attivo. Sono questi i punti principali della proposta di legge sui conti correnti approvata nelle scorse ore alla Camera dei Deputati.
Il testo è stato approvato all’unanimità dai deputati: i sì sono stati 254. Adesso il provvedimento passerà all’esame del Senato. Il via libera è stato accolto con particolare favore dal leader del Carroccio Matteo Salvini: “È una vittoria della Lega”. Nel dettaglio la proposta di legge prevede che una banca non potrà in alcun caso esimersi dalla stipula di un contratto di conto corrente con chiunque lo richieda. Uniche eccezioni, le disposizioni nazionali ed europee in materia di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
Anche questi dinieghi, però, dovranno essere motivate per iscritto, entro dieci giorni dalla richiesta di apertura del conto corrente. Inoltre gli istituti di credito non potranno recedere dal contratto di conto corrente a tempo determinato o indeterminato quando i saldi siano in attivo.
Conti correnti, diritto di cittadinanza: nessun recesso se si è in attivo
Verrà anche eliminata la norma che permetteva ai professionisti, nel settore dei servizi finanziari, di recedere senza preavviso dal contratto con il cliente per giustificato motivo.
Tali clausole saranno considerate vessatorie. Alla presentazione in Parlamento, la proposta non aveva però convinto Bankitalia e Abi. L’Associazione bancaria aveva spiegato che prevedere l’obbligo in capo alla banca di aprire un conto corrente “evoca una funzione pubblicistica o para-pubblicistica dell’attività bancaria“. Funzione che andrebbe in contrasto con l’articolo 10 del Testo unico bancario che sancisce invece il carattere di impresa dell’attività bancaria.
Bankitalia aveva invece richiamato l’attenzione “sui profili di compatibilità della proposta con alcuni principi dell’ordinamento europeo e costituzionale, sui suoi possibili effetti in termini di solidità e stabilità del sistema finanziario e sull’interazione con la vigente normativa antiriciclaggio“. La proposta di legge sui conti correnti, però, è stata motivata non solo in quanto un rapporto del genere con la banca al giorno d’oggi è divenuto indispensabile, ma anche perché se lo Stato impone l’uso della moneta elettronica, quello stesso Stato deve garantire l’accesso alla moneta elettronica.
I conti correnti, inoltre, sono divenuti indispensabili per ricevere lo stipendio o per operazione come la domiciliazione delle bollette. Secondo un recente report del sindacati dei bancari Fabi, sono ormai oltre 48 milioni i conti correnti in Italia intestati a cittadini o imprese. 5,6 milioni in più rispetto a 5 anni (-13,2%). L’impennata è dovuta alla diffusione dei pagamenti elettronici, delle app di homebanking, ma anche l’aumento di partite Iva e microimprese.