Piano carceri, arriva il via libera del Consiglio dei ministri: in che modo verrà risolta l’emergenza nei prossimi due anni.
Il 22 luglio 2025 è una data importante per la giustizia italiana. Dopo l’ok del Senato alla separazione delle carriere dei magistrati, arriva il via libera del Consiglio dei ministri al piano carceri proposto, anche questo, dal ministro Carlo Nordio.
La ricetta del Guardasigilli per risolvere l’emergenza delle carceri, è doppia. Da un lato c’è si opera sul breve periodo, provando a risolvere il tema del sovraffollamento, che è la causa principale delle condizioni spesso precarie di vita dei detenuti reclusi e dunque, anche dei suicidi. Dall’altro si pensa a una riforma strutturale, che però non prevede indulto e amnistia. La liberazione lineare “non si deve fare”, ha detto Nordio. Perché “suonerebbe come una debolezza da parte dello Stato”.
Sul secondo punto, Nordio ha attivato una task force composta dai rappresentanti delle carceri italiane e dai magistrati di sorveglianza. Sono previste riunioni settimanali da luglio a settembre, al termine delle quali sarà approntato un piano per risolvere l’emergenza.
Per rendere attuabile il primo punto invece, il Consiglio dei ministri ha approvato il Piano carceri, con l’obiettivo di aumentare i posti nelle carceri, in modo da poter risolvere momentaneamente il sovraffollamento. “Il Cdm ha approvato il piano di interventi per strutturare e ingrandire gli istituti penitenziari”, ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, spiegando anche anche dei fondi stanziati, 374 milioni provengono dal suo Ministero.
Il Piano carceri, come ha spiegato il Guardasigilli, va verso due direzioni. “Una è l’aumento delle strutture carcerarie, quindi un aumento dei posti disponibili. Poi siamo intervenuti in altri due settori: la prima riguarda i tossicodipendenti per i quali è prevista una detenzione differenziata fuori dal carcere. E la seconda, relativa all’accelerazione delle procedure per chi ha diritto alla liberazione anticipata”.
10mila nuovi posti nelle carceri entro il 2027
L’obiettivo dell’edilizia degli istituti penitenziari è creare 15mila nuovi posti dal 2025 al 2027. I primi 9.696 saranno divisi tra 1.472 nel 2025, 5.914 nel 2026 e 2.310 nel 2027. La spesa prevista è 758 milioni di euro. A spiegarlo è stato il commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Marco Doglio, durante la conferenza stampa con Nordio dopo il Cdm. I fondi saranno stanziati dal Dap (78 milioni e 2.684 posti), il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità (51 posti e 5 milioni), il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (374 milioni per 2.292 posti) e il Cs (301 milioni per 4.669 posti).
Altri 5mila posti potranno essere realizzati in 5 anni “attraverso la valorizzazione e la trasformazione di alcuni istituti penitenziari esistenti”.
Condizioni di vita in carcere: le novità
Ci sono inoltre, modifiche sulle disposizioni per i contatti telefonici dei detenuti, “per alleviare la condizione carceraria“. E non solo. Ci sono infatti novità anche sui colloqui: “Passano da uno a settimana a sei al mese” per chi ha commesso reati meno gravi. Per gli altri invece, “da due a quattro al mese”.
Cosa accadrà ai tossicodipendenti
Per quanto riguarda i tossicodipendenti invece, la parola d’ordine di Nordio è “recupero”. Perché “molti detenuti sono persone da curare e non criminali da punire“. Ecco perché si pensa di trasferire i tossicodipendenti dal carcere alle comunità. I detenuti che hanno commesso reati meno gravi (scippi, furti, piccole rapine, violazioni di domicilio) potranno scontare pene alternative al carcere.
La liberazione ancitipata
Il terzo punto affrontato in Cdm è stata la liberazione anticipata. In questo caso, si tratta di “dare attuazione al dl 29 del 2024“, ha spiegato il Guardasigilli. In questo senso sarà avviata una collaborazione con la magistratura di sorveglianza su 10mila persone già individuate.
Infine, c’è una promessa del governo: nuove assunzioni di personale carcerario, inclusa la polizia penitenziaria, da inserire nella prossima legge di Bilancio.