Complice l’abbigliamento più leggero, l’estate può amplificare i disturbi alimentari. Cos’è la Terapia dello Specchio, che aiuta le persone ad accettarsi.
Pantaloncini, abiti corti, costumi da bagno, magliette scollate: l’abbigliamento estivo può contribuire ad amplificare i problemi legati all’immagine del proprio corpo e quindi i disturbi alimentari, che in Italia colpiscono più di tre milioni di persone.
In pochissimi centri italiani, in estate e non solo, la percezione del proprio corpo viene trattata con una terapia innovativa, la cosiddetta Terapia dello Specchio. Il modello italiano di questo protocollo semi-strutturato è stato messo a punto dalla psichiatra Laura della Ragione.
Una delle strutture che aiuta le persone ad accettare l’immagine di sé con questo tipo di un approccio è la Fondazione Ananke, una realtà no profit che promuove la ricerca clinica indipendente grazie al sostegno di donazioni private.
Cos’è e in cosa consiste la Terapia dello Specchio
Ma in cosa consiste la Terapia dello Specchio? “Consiste in un metodo di esposizione sistematica allo specchio”, appunto, “(realizzato senza i consueti filtri “commerciali per slanciare o alterare la figura)”. A spiegarlo è Laura Della Ragione, direttrice scientifica Rete DCA Usl 1 dell’Umbria e docente al Campus Biomedico di Roma.
“Il protocollo prevede alcuni incontri in cui, gradualmente, il soggetto viene aiutato, attraverso l’uso della propria immagine riflessa, a riflettere sulle varie parti del corpo, con riferimento a ciò che vede e alla loro funzionalità. Concentrandosi, a mano a mano, sui confini dei distretti e sulla loro integrazione, in assenza di giudizio”.
In poche parole: una persona che soffre di disturbi alimentari viene messa di fronte all’immagine oggettiva di sé. E con l’aiuto degli esperti, intraprende un “viaggio” con se stessa, il cui fine è fare pace col proprio corpo. Accettarsi.
Per dirla con gli esperti, “i disturbi del comportamento alimentare non hanno stagioni“. Tuttavia, in estate, “la necessità di indossare abiti leggeri, così come il moltiplicarsi delle occasioni sociali durante l’estate, sono tutti fattori che possono intensificare i problemi di immagine corporea, aumentando l’ansia e il disagio che spesso accompagnano quotidianamente la vita dei pazienti”.
A spiegarlo è Moreno Mattioli, coordinatore dell’area psicoterapia di Villa Miralago, in provincia di Varese, che applica la Terapia dello Specchio per aiutare le persone a guarire dai disturbi alimentari.
Alessandro Raggi, psicoterapeuta e vicepresidente della Fondazione Ananke, spiega che “nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, la percezione distorta del corpo e il difficile rapporto con la propria immagine sono tra gli aspetti più radicati e resistenti al cambiamento”.
La dispercezione corporea
La Terapia dello Specchio, “riconosciuta come uno degli approcci più efficaci nel trattare la dispercezione corporea, aiuta a reintegrare una consapevolezza globale del corpo e della sua funzione, superando il giudizio estetico e riconnettendosi a una dimensione più profonda dell’identità corporea”, aggiunge Raggi.
La dispercezione corporea è l’immagine distorta che si ha del proprio corpo e che non appartiene alla realtà. Produce un forte disagio che porta chi ne soffre ad allontanarsi anche dagli ambienti sociali.
La Terapia dello Specchio, anche se non sempre raggiunge l’obiettivo di “convincere” le persone ad accettare il proprio corpo, ha come obiettivo “aiutare i pazienti a non essere severi nei giudizi su se stessi, in favore dell’acquisizione di uno sguardo volto al riavvicinamento e alla ricostruzione di un rapporto con il proprio corpo”, spiega ancora Mattioli.