Si intitola Too cheap to ignore (Troppo a buon mercato per ignorarlo) il rapporto dell’Oms che mette nel mirino gli alcolici, e il vino in particolare.
Secondo gli esperti l’alcol, ed il vino in particolare, è venduto a prezzi troppo accessibili, con con conseguenze devastanti per la salute pubblica. È quanto sostenuto dall’Organizzazione mondiale alla sanità (Oms) nel rapporto Too cheap to ignore (Troppo a buon mercato per ignorarlo).
Stando a quanto sostenuto dall’organizzazione internazionale, l’Europa continua a registrare il più alto consumo pro capite di alcol al mondo. Questo perché l’alcol è oggi più accessibile rispetto a vent’anni fa. I cittadini ne pagherebbero il prezzo in salute: dai tumori alle malattie epatiche, dagli incidenti stradali alle morti premature. L’Oms ha quindi suggerito ai governi del vecchio continente di ricorrere a “uno strumento potente”: la tassazione.
Nel 2022, solo 28 dei 53 Stati membri applicavano una qualsiasi forma di accisa sul vino. Lasciando una quota significativa del consumo di alcolici non tassata. La direttiva dell’Unione europea sulle accise è stata aggiornata l’ultima volta nel 1992. Ciò consente un’imposta minima pari a zero sul vino. Nel mondo, le accise contribuiscono in media per il 37% al prezzo degli superalcolici, per il 16% alla birra e solo per il 14% al vino.
Vino troppo economico secondo l’Oms: “Rivedere le accise”
Cifre che diminuiscono ulteriormente nell’Ue, dove le accise sul vino si attestano in media solo sul 4%. Il rapporto mostra che, con il proprio reddito, le persone in Europa possono ora acquistare il 46% in più di birra, il 76% in più di vino e il 37% in più di superalcolici rispetto alla media. Il vino resta la forma di alcol più economica. Il costo è di soli 1,13 dollari per 10 grammi di alcol puro, rapporto che nell’Ue scende a 0,77 dollari.
“L’accessibilità economica è un parametro fondamentale. – hanno spiegato dall’Oms – Se l’alcol diventa più facile da permettersi a causa dei redditi più alti, è probabile che il consumo aumenti e che ne conseguano danni”. Le accise (in Italia sono tristemente famose quelle sui carburanti) sono imposte sulla produzione, distribuzione o vendita di prodotti specifici.
“I prezzi bassi comportano un aumento dei consumi, in particolare tra i giovani e i bevitori accaniti. Eppure molti governi esitano ad agire, – hanno concluso gli esperti – preoccupati per la mancanza di sostegno pubblico o per i potenziali aumenti del consumo illegale di alcol. I fondi possono essere destinati a programmi sanitari o servizi sociali, massimizzando il ritorno sull’investimento”.
“La tassazione degli alcolici è una delle migliori strategie dell’Oms per la prevenzione delle malattie non trasmissibili, ma è anche una delle meno utilizzate. Anche modesti aumenti delle tasse possono ridurre i consumi e salvare vite umane, contribuendo al contempo a sostenere i bilanci pubblici”.