Guerre che uccidono giornalisti, è strage a Gaza e in Ucraina. Il presidente Lempen: “Gli Usa si oppongono alla protezione internazionale”

Ahmad Abu Aisha è l’ultimo di una lista di ottantasette nominativi. Ahmad è l’ultimo giornalista ucciso nel mondo nei primi sette mesi del 2025.

Sono ottantasette i giornalisti uccisi da gennaio a luglio 2025 nel mondo. Il dato è stato diffuso in queste ore dalla Press emblem campaign (Pec), un’organizzazione internazionale con sede a Ginevra che si occupa di proteggere i giornalisti nelle zone di conflitto e di crisi.

Blaise Lempen, presidente della Pec
Guerre che uccidono giornalisti, è strage a Gaza e in Ucraina. Il presidente Lempen: “Gli Usa si oppongono alla protezione internazionale” (PEC FOTO) – Notizie.com

Ahmad Abu Aisha è stato l’ultimo reporter a perdere la vita in ordine cronologico. È rimasto ucciso il 10 luglio scorso a Sawarha, a ovest del campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Il giovane lavorava per l’agenzia di stampa Palestine Today e sarebbe stato colpito da un drone proprio di fronte casa sua. Abu Aisha aveva documentato i massacri di civili a Gaza per oltre ventuno mesi.

Auspichiamo che entri in vigore un cessaste il fuoco a Gaza, per ridurre il numero delle vittime, e che si trovi una soluzione anche in Ucraina e in Sudan”. Così, in esclusiva per Notizie.com, Blaise Lempen, presidente della Pec. Il numero di giornalisti uccisi è aumentato drasticamente nei primi sei mesi di quest’anno. Da gennaio, ottantasette operatori dei media sono stati uccisi in ventisei Paesi. Siamo a oltre il 16% rispetto allo scorso anno.

Lempen in esclusiva per Notizie.com: “Chi è coinvolto deve essere perseguito”

Le continue ostilità nella Striscia di Gaza spiegano in parte il bilancio così elevato. Almeno trentuno giornalisti palestinesi sono stati uccisi in sei mesi. “Il governo israeliano è direttamente responsabile di questa tragedia, – ha detto Lempen – che prende di mira i civili che raccontano la situazione a Gaza. I soldati israeliani coinvolti in questi crimini di guerra devono essere identificati e perseguiti”.

Anche ostilità in Sudan hanno causato vittime tra i giornalisti sul campo. Da gennaio ne sono stati uccisi sei. In Messico, sei giornalisti sono stati assassinati, uno al mese. Anche gli scontri tra Ucraina e Russia hanno causato sei vittime, di cui cinque in zone rivendicate da Mosca. Quattro operatori dei media sono morti a Teheran durante i bombardamenti israeliani in Iran a giugno. Da gennaio, quattro giornalisti sono stati uccisi in India e tre in Pakistan.

Un altro giornalista ucciso nella Striscia di Gaza
Lempen in esclusiva per Notizie.com: “Chi è coinvolto deve essere perseguito” (PEC FOTO) – Notizie.com

Il numero di giornalisti uccisi varia a seconda dei conflitti in corso. – ha continuato il presidente – Ad esempio, si sono verificati numerosi decessi anche durante le guerre in Iraq e in Siria. Sosteniamo la creazione di un emblema della stampa riconosciuto a livello internazionale che, in caso di violazione, avvii indagini immediate e risarcimenti”.

La Pec interviene presso gli organi delle Nazioni Unite e dell’Onu. Sostiene il principio delle commissioni d’inchiesta indipendenti per far luce sui crimini di guerra. “È fondamentale che non ci sia impunità per impedire che questi casi si ripetano. – ha specificato Blaise Lempen – Noi sosteniamo l’idea di una convenzione internazionale per la protezione vincolante, così come la Federazione internazionale dei giudici (Ifj). Purtroppo, troppi Stati si oppongono, tra cui gli Stati Uniti”.

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