È incolore, inodore, insapore ed è impossibile da rilevare senza strumenti specifici. Uno dei primi sintomi della sua inalazione è il mal di testa, e già in quel momento potrebbe essere troppo tardi: parliamo del pericoloso monossido di carbonio.
Il caso dell’hotel Raganelli di via Aurelia a Roma, dove la notte scorsa si è verificata una pesante fuga di monossido di carbonio, ha acceso il dibattito sulla sicurezza delle strutture turistiche ed in generale di tutte le abitazioni. Cos’è che sprigiona il monossido di carbonio e quanto è pericoloso?
Solo fortuna e prontezza nell’episodio della Capitale hanno evitato una tragedia immane. L’allarme è scattato nel corso della notte quando una bambina di cinque anni, in seguito a un malore, ha perso i sensi sbattendo la testa. Una volta giunti sul posto gli specialisti dell’Azienda regionale emergenza sanitaria (Ares) 118 di Roma hanno attivato i rilevatori di monossido di carbonio, rilevando livelli fuori norma.
Diverse persone, adulti e minori, presentavano segni clinici di intossicazione. Tutte le stanze sono state liberate e aperte tutte le finestre per lasciare uscire il pericoloso gas. In totale, sul posto, sono state inviate sei ambulanze e un’automedica che hanno trasportato in ospedale otto persone, cinque pazienti al policlinico Gemelli e tre pazienti al San Camillo, tutti in codice giallo per intossicazione.
Monossido di carbonio, tragedia evitata. Come riconoscere il pericolo
Una vera e propria tragedia evitata. La caldaia della struttura è stata posta sotto sequestro in attesa delle indagini. Con ogni probabilità, infatti, il gas è stato sprigionato proprio dalla caldaia per un malfunzionamento. Ma perché è considerato così rischioso il monossido di carbonio? Parliamo di un gas incolore, inodore ed insapore. Non è possibile rilevarlo senza la strumentazione specifica, di cui nel caso di Roma era in possesso l’Ares.
Si tratta di una delle cause più insidiose e pericolose di intossicazione domestica. Il gas è spesso letale se non riconosciuto in tempo. Può sprigionarsi dalla combustione incompleta di legna, gas, carbone, benzina o kerosene. A livello medico, il monossido si lega all’emoglobina presente nel nostro sangue. Ciò impedisce il trasporto di ossigeno e, a lungo andare, anche piccole concentrazioni di gas possono uccidere.
Da monitorare attentamente quindi le caldaie a gas, gli scaldabagni, le stufe e i camini non puliti o non ventilati, i forni di cucine a gas o barbecue, le canne fumarie anche solo parzialmente ostruite. Tra i comportamenti più rischiosi l’utilizzo di forni, cucine a gas o barbecue utilizzati al chiuso, così come i generatori di corrente o pompe a benzina usati in garage o seminterrati. I sintomi includono il mal di testa, la nausea, il vomito, la sonnolenza e la debolezza.
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Ma cosa fare per evitare incidenti pericolosi? Ecco sei consigli utili per stare in sicurezza in casa e nelle strutture eventualmente gestite con ospiti all’interno:
- Installare un rilevatore di monossido di carbonio in ogni piano della casa
- Controllare ogni anno tramite un tecnico qualificato caldaie, camini, stufe, scaldabagni e canne fumarie
- Non usare mai barbecue o generatori in ambienti chiusi o semi-chiusi
- Garantire sempre una buona ventilazione di tutte le stanze
- Non ostruire mai le prese d’aria o le griglie di ventilazione
- Controllare l’efficienza del tiraggio delle canne fumarie
“Grazie alla competenza dimostrata dal personale intervenuto – ha dichiarato Francesco Rocca, governatore del Lazio – è stata intuita la vera causa del malore di una bambina di cinque anni, identificando la presenza nell’ambiente di monossido di carbonio, grazie ai rilevatori in dotazione ai mezzi di emergenza. Siamo orgogliosi della preparazione e della professionalità delle operatrici e degli operatori in servizio. Ogni giorno, salvano vite umane sorvegliando sulla salute di milioni di persone. Grazie per il vostro impegno quotidiano“.