Un impegno bipartisan per contrastare il sovraffollamento delle carceri: c’è la proposta di liberazione anticipata speciale. È quanto emerge da un evento svoltosi nelle scorse ore a Roma Rebibbia.
Si stanno moltiplicando in questi giorni le iniziative affinché la politica dia una risposta alle infernali condizioni dei detenuti nelle carceri italiane. L’ultima in ordine di tempo porta la firma dell’associazione Nessuno tocchi Caino. I volontari hanno riunito a Roma Rebibbia parlamentari di entrambi gli schieramenti e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Quest’ultimo è recluso nel penitenziario della Capitale dal 31 dicembre scorso.
Sul tavolo c’è la proposta dell’associazione “di inserire nel primo provvedimento utile un emendamento trasversale che riconosca a tutti i detenuti un anno di riduzione della pena. Che sia un anno di indulto o un anno di liberazione anticipata speciale”. Il testo è stato depositato alla Camera da Roberto Giachetti di Italia Viva, è stato sottoscritto da parlamentari di entrambi gli schieramenti. Ed ha ricevuto il sostegno del presidente del Senato Ignazio La Russa.
Il 15 giugno scorso la presidente di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini aveva cominciato uno sciopero della fame. Sciopero sospeso solo nelle scorse ore, al ventisettesimo giorno, in occasione dell’incontro a Rebibbia. Nel corso del laboratorio intitolato Spes contra Spem (speranza contro ogni speranza), Bernardini ha anche chiesto di incontrare il Ministro della Giustizia Carlo Nordio per discutere della proposta.
Nessuno tocchi Caino, stop allo sciopero della fame
Un cammino in salita in tal senso. Nordio ha dichiarato più volte di essere contrario agli istituti di liberazione anticipata per risolvere il dramma del sovraffollamento carcerario. La proposta di Nessuno tocchi Caino è invece stata accolta con favore da Simonetta Matone. Quest’ultima, oggi deputata della Lega, ha svolto il ruolo di magistrata di sorveglianza alla Corte d’Appello di Roma. “La liberazione anticipata speciale – ha affermato Matone – serve anche a evitare altre condanne da parte della Corte europea dei Diritti dell’uomo sulle condizioni inumane e degradanti nelle carceri”.
Tra i protagonisti del laboratorio poi Gianni Alemanno, già parlamentare, Ministro e sindaco di Roma. Il politico, fondatore del movimento Indipendenza, si trova nel braccio G8 di Rebibbia. Deve scontare una condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze illecite.
Proprio l’ex primo cittadino, anche grazie al suo Diario di cella, pubblicato sui suoi profili social da alcuni collaboratori, sta provando a smuovere le coscienze e la politica sulle disastrose condizioni dei detenuti. Alemanno ha così incontrato numerosi esponenti politici intervenuti al laboratorio. L’ex Ministro aveva già avuto modo di dialogare con il presidente della Camera Lorenzo Fontana in occasione di una visita il 4 luglio scorso.
Tra gli intervenuti all’evento Marco Scurria (FdI), Simonetta Matone (Lega), Andrea Orsini (Fi), Walter Verini (Pd), Valentina Grippo (Azione), Benedetto Della Vedova (+Europa), Maria Elena Boschi e Roberto Giachetti (Italia Viva). Rumors parlano della presenza a Rebibbia anche del leader di Iv Matteo Renzi.
Rita Bernardini: “Abbiamo dato vita a una grande iniziativa”
Alemanno ha parlato alla platea e ai parlamentari di una struttura dove la carenza di personale è tale per cui in un reparto di trecento detenuti manca perfino il capo reparto. E dove vengono miracolosamente e continuamente sventati tentativi di suicidio anche grazie al pronto soccorso dei detenuti. Nei giorni scorsi, sulla base proprio di uno scritto di Alemanno, avevamo parlato del caso di Kafi, salvato in extremis dalla morte.
“Oggi a Rebibbia i detenuti hanno potuto dibattere, insieme agli eletti, dei problemi che li riguardano direttamente. Abbiamo dato vita a una grande iniziativa. – ha detto Berardini – E vorrei sottolineare che Alemanno ha avuto un ruolo molto importante in questo. I parlamentari presenti, di tutti i partiti tranne il Movimento 5 stelle, oltre a dirsi d’accordo con la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale, si sono impegnati nel verificare le condizioni politiche per portarla avanti in Parlamento”.