Le condizioni meteorologiche estreme con temperature che stanno toccando punte di 40 gradi in molte aree urbane. Sono molti i settori che stanno correndo ai ripari: l’ultimo allarme riguarda la scuola.
Secondo le ultime proiezioni il caldo non darà tregua all’Italia per tutta l’estate, con ondate di calore a periodi alterni. Diversi apparati tra istituzioni e mondo del lavoro stanno varando adeguate contromisure. Ma cosa sta accadendo al mondo della scuola?
“Il diritto allo studio non può essere messo tra parentesi per effetto delle alte temperature. La scuola deve essere un presidio educativo anche di fronte all’emergenza climatica”. A parlare è Romano Pesavento, presidente del Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani. Il Cnddu è stato tra i primi a lanciare l’allarme. Gli istituti superiori sono ora alle prese con gli ultimi orali dell’esame di maturità 2025, dopodiché bisognerà programmare il ritorno in classe di settembre.
L’obiettivo è raggiungere “condizioni ambientali compatibili con i principi costituzionali di tutela della salute, dell’integrità psicofisica e del diritto all’istruzione”. Secondo il Coordinamento le aule italiane sarebbero ostili alla vita nei mesi estivi e spesso anche a settembre e maggio. Non è più solo una questione di “disagio”. È un tema di salute, di concentrazione, di equità territoriale e di diritto costituzionale allo studio.
La questione del caldo sta investendo anche la città di Bologna
A Palermo, Napoli, Lecce, Foggia, Roma o Cagliari, moltissime scuole superano i 35 gradi già alle 11 del mattino, in locali senza ombra né ventilazione. “Questo rende drammatica anche la fase di avvio dell’anno scolastico 2025/2026, – ha spiegato Pesavento – con molte strutture incapaci di garantire un ambiente sicuro e vivibile per studenti e personale, costringendo a rinvii, riduzioni dell’orario o condizioni di studio insostenibili”.
La questione del caldo sta investendo anche la città di Bologna dove le condizioni all’interno delle scuole dell’infanzia e dei nidi sono diventate insopportabili durante i mesi estivi. Qui è stata attivata una petizione da portare sul tavolo delle autorità.
“L’installazione di ventilatori e condizionatori portatili in cinquantadue nidi – ha spiegato Fabiana Sergo della Cisl Fp Area metropolitana bolognese – è un intervento tampone, che non garantisce condizioni dignitose per bambini, educatori e personale”.
Il Coordinamento ha quindi proposto l’avvio immediato di un Piano nazionale per la resilienza climatica delle scuole, con i seguenti obiettivi. Il Piano ha come obiettivo principale climatizzazione intelligente e sostenibile delle aule, con impianti a basso impatto energetico. Necessarie poi una riqualificazione bioedilizia di tetti verdi, schermature solari, ventilazione naturale, materiali isolanti e l’installazione di stazioni climatiche scolastiche per il monitoraggio costante di temperatura, umidità e qualità dell’aria interna, da usare anche a fini didattici.