L’orrore oltre la cronaca, online a pagamento il video dell’autopsia di Chiara Poggi. Il Garante: “Che nessuno lo pubblichi”

Qualcuno ha messo online, disponibile a pagamento, un video con le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, il Garante per la privacy blocca la sua diffusione. 

Stavolta c’è qualcuno che ha decisamente esagerato. Da quando la Procura di Pavia ha aperto una nuova indagine sul delitto di Garlasco, hanno cominciato a diffondersi teorie, alcune ai limiti del complotto, sull’uccisione di Chiara Poggi.

Chiara Poggi in una foto durante l'estate
L’orrore oltre la cronaca, online a pagamento il video dell’autopsia di Chiara Poggi. Il Garante: “Che nessuno lo pubblichi” (Ansa Foto) – notizie.com

Il tam tam di supposizioni che poco o nulla hanno a che fare con le attività di inquirenti e investigatori, e spesso alquanto lontane dalla realtà, in qualche occasione ha reso necessario anche l’intervento dei genitori, che hanno chiesto rispetto per la memoria della figlia. E fa strano che nel 2025 ce ne sia ancora bisogno, ma andiamo avanti.

Questa volta, si è arrivati ai limiti dell’assurdo: qualcuno, cavalcando l’onda del caso di true crime più discusso del momento, è entrato in possesso, probabilmente attraverso vie non ufficiali, di un video che mostra le immagini dell’autopsia al corpo di Chiara Poggi, con l’obiettivo di metterlo disponibile in visione a pagamento. 

Questo non ha nulla a che fare con il rispetto e con il diritto di informazione

Si tratta di qualcosa che non ha nulla a che vedere con il diritto di informazione e con il rispetto. E per questa ragione il Garante per la privacy è intervenuto d’ufficio con un provvedimento d’urgenza, bloccando immediatamente sia il soggetto che stava rendendo disponibili le immagini online, sia il video stesso.

Con lo stesso atto, l’Autorità ha avvertito i media e i siti web che “l’eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita in quanto in contrasto con le regole deontologiche dei giornalisti e la normativa della privacy”. 

L'avvocato Gian Luigi Tizzoni, che difende la famiglia Poggi
Questo non ha nulla a che fare con il rispetto e con il diritto di informazione (Ansa Foto) – notizie.com

Con un comunicato ufficiale, il Garante per la privacy ha inoltre invitato “chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, ad astenersi dalla loro diffusione che – anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima – lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari”. 

Dove inizia e finisce la responsabilità dei media?

L’Autorità ha annunciato l’adozione di ulteriori provvedimenti, anche di carattere sanzionatorio. L’apertura di una nuova inchiesta sul delitto di Garlasco è assolutamente uno dei casi di cronaca nera più discusso degli ultimi anni e non è la prima volta che vengono diffuse immagini del genere. Ma questi tentativi in realtà, hanno sempre riguardato principalmente i casi di cronaca nera degli Stati Uniti e negli Stati Uniti.

Ci domandiamo però, dove inizi e dove finisca la responsabilità dei media nell’alimentare questa vera e propria ossessione di lettori e spettatori nei confronti dei casi di cronaca nera. Se cioè, qualche volta sia il caso di lasciare più spazio alle indagini e limitarsi a raccontare quello che accade. Nel rispetto delle vittime e dei loro familiari.

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