“Non ci fermeremo mai”, mistero sulla morte di Aurora Maniscalco: la tragedia della hostess morta a Vienna

“Non ci fermeremo mai. Noi ti faremo giustizia, non ci fermeremo di fronte a niente”. E poi: “C’era stata una lite. Nessuno di noi crede al suicidio”.

Sono decisi a vederci chiaro i familiari di Aurora Maniscalco, la ragazza originaria di Palermo di 23 anni, morta in ospedale a Vienna, in Austria, dopo essere caduta dal terzo piano di una stanza in albergo.

Aurora Maniscalco, la giovane hostess italiana morta a Vienna
“Non ci fermeremo mai”, mistero sulla morte di Aurora Maniscalco: la tragedia della hostess morta a Vienna (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le indagini sono condotte dalla polizia e gli agenti sospettano che possa non essersi trattato di un incidente. Aurora, aassistente di volo, da poco residente nella capitale austriaca, si trovava in compagnia del fidanzato. Quest’ultimo è un 27enne anch’egli palermitano e impiegato come assistente di volo in un’altra compagnia aerea. È già ascoltato dagli investigatori.

I genitori della 23enne, dopo essere arrivati nella capitale austriaca ed essere ricevuti dall’Ambasciata italiana, tramite il proprio legale hanno presentato due esposti alle autorità. La tragedia è avvenuta un appart-hotel, in Universumstrasse, nel distretto multiculturale Brigittenau, non distante dal Danubio, in centro a Vienna. A dare l’allarme è stato il fidanzato della giovane. Aurora Maniscalco è stata trasportata in ospedale dopo la caduta avvenuta nella notte tra sabato 21 e domenica 22. È deceduta ieri per le gravi ferite riportate.

Chi era Aurora Maniscalco, hostess della Lauda Europe Limited

Maniscalco era un’assistente di volo della Lauda Europe Limited, compagnia aerea low cost maltese che opera per conto di Ryanair. Aurora viveva da circa tre anni nella capitale austriaca. L’aeroporto viennese di Schwechat, è l’hub del vettore aereo per il quale lavorava, a una ventina di chilometri dal centro. Federica Bevilacqua, cugina della ragazza, ha avanzato forti sospetti sul decesso, affidando ai social un chiaro messaggio: “Non ci fermeremo mai. Noi ti faremo giustizia, non ci fermeremo di fronte a niente“.

L’avvocato Alberto Raffadale, che assiste la famiglia della giovane hostess, ha spiegato di aver presentato due esposti: uno alla Pocura di Vienna e un altro a quella di Palermo. È stato chiesto il sequestro della salma per fare eseguire l’autopsia e il sequestro dell’abitazione e dei dispositivi della ragazza e di tutto quello che può fare luce su quanto successo.

La polizia di Vienna indaga su Aurora Maniscalco, la giovane hostess italiana morta
Chi era Aurora Maniscalco, hostess della Lauda Europe Limited (ANSA FOTO) – Notizie.com

Le autorità austriache volevano consegnare il corpo della giovane alla famiglia. – ha spiegato Raffadale – Forse avevano già chiuso il caso come suicidio, ma la famiglia chiede chiarezza su quanto successo in quell’appartamento. Negli esposti abbiamo solo chiesto di fare luce. Abbiamo solo evidenziato, come raccontano i familiari, che il giovane fidanzato, anche lui palermitano, ha chiamato la famiglia dopo sette ore e che i primi ad arrivare a Vienna sono stati i familiari del giovane. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma su questa vicenda riteniamo legittimamente che ci siano aspetti da chiarire“.

È sconcerto, intanto, a Palermo dove il sindaco Roberto Lagalla ha dedicato un pensiero ad Aurora Maniscalco. “Ci associamo in questo momento al grido di dolore dei familiari di Aurora – ha detto Lagalla – e alla loro richiesta di verità e giustizia si faccia luce sui contorni di questa tragica vicenda. Alla famiglia di Aurora Maniscalco rivolgo il cordoglio e la vicinanza dell’Amministrazione comunale“.

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