Garlasco, l’incidente probatorio: fogli d’acetato e nessuna impronta 33. Svolta sulla traccia 10: cosa è stato trovato

Ci sono sigle e numeri, e scatoloni colmi di oggetti. Ci sono pm, avvocati e periti. Ciò che mancano, ancora una volta, anche nel corso dell’incidente probatorio cominciato oggi, sono la chiarezza e la completezza delle indagini svolte in via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007 in merito al delitto della 26enne Chiara Poggi.

Del resto, però, se così non fosse, con ogni probabilità la Procura della Repubblica di Pavia non starebbe provando a riaprire l’inchiesta su un omicidio per il quale è stato condannato a sedici anni di carcere Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Unico indagato per concorso in omicidio al momento è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara.

Delitto di Garlasco, l'impronta 33
Garlasco, l’incidente probatorio: fogli d’acetato e nessuna impronta 33. In salita la nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi (ANSA FOTO) – Notizie.com

Come già accennato, poche ore fa ha avuto inizio l’incidente probatorio, una maxi-perizia su vecchi reperti utilizzando nuove analisi genetiche. L’obiettivo è acquisire nuove prove scientifiche, garantire che eventuali nuove tracce biologiche siano analizzate in modo imparziale. E permettere, eventualmente, una richiesta di revisione del processo già concluso. Ma nessuno di questi scopi, stando a ciò che sta emergendo dall’apertura dei famosi scatoloni, sarà semplice a raggiungere.

Ho ritenuto non necessaria la mia presenza oggi in quanto credo fermamente nelle capacità e nella professionalità del nostro consulente, il generale Luciano Garofano. – ha spiegato l’avvocata Angela Taccia, legale di Sempio assieme al collega Massimo Lovati – Le operazioni tecniche relative agli accertamenti genetici competono ai periti e ai rispettivi consulenti di parte, i quali possiedono la dovuta formazione in materia”.

Delitto di Garlasco, perché si è reso necessario l’incidente probatorio

Prima di entrare nel merito del procedimento in corso di svolgimento presso gli uffici della polizia scientifica di Milano, è necessario ricordare che l’incidente probatorio consente di anticipare l’acquisizione di una prova in vista di un eventuale processo. Prova che rischia di perdersi o alterarsi nel tempo. Il tutto deve avvenire alla presenza del giudice, del pm, degli indagati o dei loro legali o consulenti.

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Ci aspettiamo dei dati importanti, che però dovranno essere messi a confronto con quelli emersi nel processo a carico di Alberto Stasi”, ha commentato il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni. Sin dalle prime battute, però, è apparso chiaro che il cammino della Procura sarebbe stato in salita. Negli scatoloni non c’era traccia del campione di intonaco dell’ormai famosa impronta 33 attribuita a Sempio.

Delitto di Garlasco, cominciato l'incidente probatorio
Delitto di Garlasco, perché si è reso necessario l’incidente probatorio (ANSA FOTO) – Notizie.com

Un campione che sarebbe dovuto essere conservato in un involucro dopo essere stato grattato dalla parete destra della scala vicino al corpo senza vita di Chiara Poggi. Da indiscrezioni, i carabinieri lo hanno cercato a lungo in queste settimane tra i diversi archivi. La sua assenza rende impossibile fare approfondimenti, oltre a quelli fotografici. L’impronta, è bene chiarirlo, era stata repertata e analizzata dai carabinieri del Ris di Parma nel 2007. Era risultata negativa all’Obti test, il metodo tutt’oggi più efficace per rilevare la presenza di sangue umano.

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E poi: tra i reperti ci si aspettava delle fascette para-adesive. È emerso altro, ovvero impronte su fogli d’acetato. Tra di esse c’è anche la numero 10, trovata nella parte interna della porta d’ingresso alla villetta di via Pascoli, che non è stata attribuita dai consulenti dell’accusa a nessuno. Ma il fatto che le impronte si trovino su fogli d’acetato potrebbe rendere più complicati gli accertamenti.

Tra i primi rilievi effettuati proprio quello sulla traccia 10 sulla quale, però, non c’è sangue. Stando a quanto si apprende si è proceduto anche in questo caso con l’Obti test per il rilievo di tracce ematiche che ha dato esito negativo. Difficile che l’impronta possa appartenere al killer. L’esame sarà ripetuto su richiesta della difesa di Alberto Stasi.

Radaelli, consulente della famiglia Poggi e la traccia 97F

Dario Redaelli, ex poliziotto oggi consulente della famiglia Poggi, ha parlato nelle scorse ore anche di un’altra traccia, la 97F. Si tratterebbe di una strisciata, che in questo momento dell’indagine verrebbe attribuita da parte della Procura a una mano insanguinata. “Noi sappiamo – ha specificato Redaelli – che una mano insanguinata è quella che ha certamente toccato la maglietta del pigiama che Chiara indossava. Venne già rilevata a suo tempo quando venne fatta la prima indagine da parte dei Ris, gli venne attribuito un valore che adesso sembra essere rivisto”.

Un lavoro lungo, difficile e delicato quello in corso alla Questura di Milano, che potrebbe proseguire giovedì. Da oggi saranno necessari almeno novanta giorni. Gli esperti delle parti stanno iniziando a lavorare sui reperti. L’attenzione si concentra in particolare su alcuni oggetti mai analizzati prima, tra cui la spazzatura repertata nella villetta del delitto in cui c’era il barattolino di Fruttolo, sequestrata all’indomani dell’omicidio con le confezioni di cereali e cucchiaini per la colazione che Chiara, la mattina del delitto, non finì.

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