Le bombe di Israele su scienziati e militari iraniani per difendersi dal pericolo atomico. Teheran avverte: “La risposta sarà dura”

Israele ha attaccato le basi militari e nucleari dell’Iran, almeno cinque morti, tra cui medici e soldati. La risposta di Teheran: “Aiuto diretto degli Usa“, ma Trump smentisce. 

Prende il nome di Nazione di Leoni e rappresenta una nuova minaccia per le relazioni internazionali. All’alba di venerdì 13 giugno, l’esercito Israeliano ha fatto sapere di aver attaccato l’Iran, colpendo decine di obiettivi militari e legati al programma nucleare.

Israele attacca l'Iran
Le bombe di Israele su scienziati e militari iraniani per difendersi dal pericolo atomico. Teheran avverte: “La risposta sarà dura” (Foto di X) – notizie.com

Lo Stato di Israele non ha altra scelta che adempiere all’obbligo di agire in difesa dei propri cittadini”, si legge sul profilo X dell’Idf. “Continuerà a farlo ovunque necessario, come abbiamo fatto in passato”.

Nella serie di attacchi, Israele ha preso di mira anche i vertici militari e gli scienziati. Alcuni alti funzionari di Teheran sono stati trasferiti in località segrete dopo i tentativi di Tel Aviv di eliminarli. Secondo la tv di Stato iraniana, sono stati uccisi il comandante della base di Khatamolambia Gholamali Rashid, lo scienziato nucleare Mohammad-Mehdi Tehranchi e l’ex capo dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran, Fereidoun Abbasi.

Tra gli obiettivi di Israele c’era anche il capo di Stato maggiore delle Forze armate iraniane Mohammed Bagheri, anche lui sarebbe stato ucciso negli attacchi aerei. Era considerato uno dei principali promotori del programma di missili balistici dell’Iran. Avrebbe perso la vita anche il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami. Le Guardie rivoluzionarie hanno giurato vendetta “dura” nei confronti di Israele.

Il bilancio dei morti è di almeno cinque, mentre altre cinquanta persone sono rimaste ferite. Tra questi, anche civili, bambini inclusi.

Israele ha giustificato l’offensiva parlando di un “punto di non ritorno” raggiunto dall’Iran sulle armi nucleari. “La storia, sia antica che recente, ci ha insegnato che di fronte a chi vuole distruggerci non si può abbassare la testa”, ha detto il capo di Stato maggiore di Tel Aviv Eyal Zamir. “Entriamo in questa battaglia uniti, con un solo obiettivo davanti agli occhi: garantire un futuro sicuro a Israele e i suoi cittadini”. 

Per l’intelligence israeliana, l’Iran aveva intensificato troppo velocemente gli sforzi nucleari, sviluppando “un programma segreto attraverso il quale importanti scienziati nucleari hanno segretamente sviluppato tutti i componenti necessari per un’arma nucleare”. Parole queste, del portavoce dell’Idf Effie Defrin, che ha aggiunto che l’Iran possiede anche migliaia di missili balistici e ha intenzione di aumentare il suo arsenale. Nel frattempo “continua ad armare e finanziare i suoi alleati in tutto il Medio Oriente per agire contro lo Stato di Israele”.

Rimuovere la minaccia, quindi: questo l’obiettivo dell’operazione Nazione di Leoni, che come ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu continuerà con una serie di attacchi fino a che il pericolo nucleare non sarà definitivamente annientato. Settimane, o forse più: “Non abbiamo lanciato un’operazione, ma una guerra contro l’Iran: potrebbe durare settimane”, ha detto una fonte della sicurezza israeliana a Channel 12. Sempre secondo Israele, l’Iran possiede un’ingente quantità di uranio arricchito, che può fabbricare quindici bombe in pochi giorni.

Gli attacchi arrivano durante i negoziati con Donald Trump

Gli attacchi di Tel Aviv arrivano nel bel mezzo dei negoziati tra Teheran e Washington proprio sul nucleare. Gli accordi rischiano di saltare, dal momento che secondo l’Iran, Israele ha agito con “l’aiuto diretto degli Stati Uniti”. A dirlo è stato il portavoce del quartier generale delle forze armate Abolfazi Shekarchi.

Donald Trump stava cercando un accordo con Teheran e il prossimo appuntamento per i colloqui era a domenica 15 giugno. La Casa Bianca ha fatto sapere di non avere niente a che fare con gli attacchi di Israele, pur essendo a conoscenza dei piani di Netanyahu, tanto da aver avuto il tempo di avvisare i suoi alleati. Mentre Israele attaccava le basi militari e nucleari iraniane, Trump stava ospitando il picnic annuale alla Casa Bianca insieme con i componenti del Congresso e dello staff della West Wing, con le loro famiglie.

Gli Usa sono ancora disponibili ai colloqui per i negoziati sul nucleare con l’Iran, come ha fatto sapere Trump su Truth in un post datato 12 giugno: “Rimaniamo impegnati per una risoluzione diplomatica della questione nucleare iraniana! Ho incaricato tutta la mia amministrazione di negoziare con l’Iran. Potrebbero diventare un grande Paese, ma prima devono rinunciare completamente all’idea di ottenere un’arma nucleare. Grazie per l’attenzione su questa questione!”.

L’Iran ha già annunciato che non resterà a guardare, convinto di aver il diritto di rispondere agli attacchi. Israele “si deve preparare a pagare un caro prezzo”, ha dichiarato ancora Shekarchi, lasciando intendere una risposta di Teheran.

Israele si prepara al contrattacco dell’Iran

Intanto in Israele, il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il Paese a causa delle operazioni militari in corso contro l’Iran. Il motivo è il rischio di “un attacco con droni e missili nel prossimo futuro”. Quindi, “è necessario attenersi alle direttive del Comando della Retroguardia e delle autorità, e rimanere nei rifugi protetti”. 

Per farsi trovare pronto a difendersi, Israele ha mobilitato migliaia di soldati e ha chiuso lo spazio aereo in tutto il Paese fino a nuovo ordine.

Come detto, gli Usa hanno fatto sapere di non aver nulla a che fare con gli attacchi di Israele all’Iran, ma l’amministrazione Trump ha fatto sapere di aver preso “tutti i provvedimenti necessari” per proteggere le forze Usa in Medio Oriente. Il segretario di Stato Marco Rubio ha avvertito le autorità iraniane di non attaccare il personale americano.

Il presidente Trump ha convocato il gabinetto alla Casa Bianca per discutere della situazione e il Consiglio di Sicurezza nazionale.

Quanto all’Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato una riunione di emergenza alla Farnesina alle 7.30 di venerdì 13 giugno, alla quale hanno partecipato gli ambasciatori dell’area interessata alle operazioni militari di Israele.

Eravamo da qualche giorno in allerta sul tema, erano evidenti alcuni movimenti che lasciavano pensare che potesse svolgersi questo attacco”, ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto al Tg1.

Gestione cookie