Carmelo Miano ora collabora con la giustizia: l’hacker aveva le chiavi delle Procure di mezza Italia. Cosa potrebbe rivelare ai pm

Era a Roma, nel carcere di Regina Coeli, dal 1 ottobre scorso, quando polizia e Procura riuscirono ad ammanettarlo: parliamo dell’hacker Carmelo Miano.

Il giovane di 24 anni originario di Gela, in Sicilia, ha deciso di collaborare con la giustizia. A darne conferma è stato nelle scorse ore il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri e l’ormai ex avvocato di Miano, Gioacchino Genchi.

Carmelo Miano, hacker di Gela ripreso dalle telecamere nascoste
Carmelo Miano ora collabora con la giustizia: l’hacker aveva le chiavi delle Procure di mezza Italia: cosa potrebbe rivelare ai pm (ANSA FOTO) – Notizie.com

Grazie alla collaborazione di Carmelo Miano abbiamo sequestrato nel dark web 34 milioni di bitcoin, in un anno di indagini”, ha detto Gratteri nel corso del suo intervento al Festival della cultura di Gorizia nelle scorse ore. Di cose da rivelare ne potrebbe avere moltissime il 24enne, che per anni ha messo in imbarazzo quegli stessi magistrati. Nei suoi confronti pendono i reati di accesso abusivo aggravato alle strutture e diffusione di malware e programmi software in concorso.

Carmelo Miano aveva già ammesso le proprie responsabilità, raccontando nel dettaglio ciò che era riuscito a fare. Era penetrato nei sistemi del Ministero della Giustizia, della guardia di finanza, di Tim. Ha spulciato tra le mail di decine di magistrati (46 in totale, pare), ed ha esfiltrato moltissimi file. Il suo legale ne aveva chiesto la scarcerazione per motivi di salute, ma il Tribunale del Riesame aveva deciso che Miano doveva restare in carcere, lontano da quei dispositivi elettronici che lo avevano reso noto alle cronache italiane ed internazionali.

Miano era stato spalla a spalla con Fbi e Aisi

L’hacker siciliano in passato aveva collaborato con funzionari dell’Fbi, il Federal Bureau of Investigation statunitense, l’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna (i servizi segreti italiani) e la stessa polizia postale. Miano era stato spalla a spalla con l’intelligence a caccia di materiale pedopornografico sul web in importanti e delicate investigazioni internazionali. D’un tratto, però, Carmelo sarebbe passato al lato oscuro e la Procura di Napoli si era messa sulle sue tracce.

Miano, dagli atti, pareva ossessionato dall’indagine a suo carico, di cui era già a conoscenza. I magistrati, però, hanno sempre ipotizzato che il 24enne poteva aver agito, oltre che per sé stesso nell’ostacolare l’indagine che lo riguardava, anche per conto di altri. Gratteri lo aveva definito “un mago” ai tempi dell’arresto. Nato a Sciacca, in Sicilia, 24 anni fa da una famiglia benestante, figlio di un funzionario sanitario, ha una sorella minore che studia medicina.

Carmelo Miano, hacker ripreso dalle telecamere nascoste
Miano era stato spalla a spalla con Fbi e Aisi (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ha frequentato il liceo scientifico dimostrando le sue doti. Dai 4 ai 15 anni ha attraversato anche una storia di bullismo. Negli scorsi anni aveva aperto una società, la Virtsys It srls, attiva dalla fine del 2022 e di cui Carmelo è socio unico ed amministratore unico. Consulenza informatica e telematica per aziende, società, Enti pubblici, studi professionali. E poi servizi di hosting cloud, gestione di mainframe, servizi evoluti a supporto di aziende e privati. Il server per fare tutto ciò era allocato negli Usa.

Un’attività florida quella di Miano: è passato dall’aver fatturato circa 40mila euro nel 2023 agli oltre 420mila nel 2024, oltre ai 7 milioni di euro in criptovalute ritrovati dagli investigatori. Sono ancora molti i misteri che ruotano attorno a Carmelo, a partire dalle connessioni con il “Berlusconi market”, una piattaforma punto di riferimento per qualsivoglia compravendita illegale.

Ciò che è stato in grado di fare l’hacker Carmelo Miano

Il 24enne in appena quattro anni ha violato i sistemi informatici del Ministero della Giustizia, della guardia di finanza, di Tim e di Telespazio. Tra le altre cose, ha eseguito ricerche mirate sulle posizioni private dei pm e degli ufficiali di polizia giudiziaria che stavano conducendo indagini sul suo conto. Nell’ottobre del 2021 è poi entrato nel sistema della guardia di finanza attraverso la rete satellitare gestita da Telespazio spa, una società di Leonardo.

Ci è riuscito tramite un computer di bordo della nave pattugliatore “Greco”, in quel momento ormeggiata a Brindisi. Ha poi messo sotto scacco 56 delle 59 postazioni presenti negli uffici giudiziari di Gela, dalle quali, attraverso un account di super-administrator, ha esteso il suo controllo ai server del Ministero della Giustizia dislocati a Napoli.

Tra settembre ed ottobre 2021 l’hacker ha violato due server della rete della Procura di Brescia oltre alla postazione di lavoro in uso ad un sostituto procuratore, da cui ha esfiltrato migliaia di file contenenti atti giudiziari. Miano ha interamente copiato 19 caselle mail della Procura di Brescia e Gela tra cui quelle relative al deposito di comunicazioni notizie di reato, ricezione atti e ancora gli indirizzi deposito atti penali.

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