Le città americane a ferro e fuoco contro le politiche migratorie di Donald Trump. Ma inviare le truppe può rappresentare un precedente pericoloso. Vediamo perché.
Tutto è cominciato con un dissenso per gli arresti di decine di presunti immigrati irregolari da parte dell’Agenzia Federale Usa per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione (ICE). Però poi le manifestazioni si sono estese contro le politiche migratorie dell’amministrazione di Donald Trump.
È guerriglia nelle strade di Los Angeles, ma anche di San Francisco, Dallas, Austin, Atlanta, Seattle, Louisville e New York. La situazione negli Usa va avanti da alcuni giorni. Sabato 7 giugno la polizia californiana aveva fatto sapere che si fosse ormai placata. Però poi il capo della Casa Bianca, dopo tre giorni di manifestazioni, ha deciso di inviare prima la Guardia Nazionale, composta dai riservisti dell’esercito americano e che viene mobilitata solo in casi eccezionali. Poi ha mandato i Marines, cioè la fanteria della marina.
Il governatore della California Gavin Newsom, democratico, ha annunciato che farà causa a Trump, perché l’invio dei Marines è “illegale” ma anche un “eclatante abuso di potere”. E non è la prima volta che si sente parlare di “abuso di potere” quando si tratta dell’attuale amministrazione della Casa Bianca.
A fine maggio infatti tre giudici della Court of International Trade hanno stabilito che il tycoon ha abusato dei suoi poteri per imporre i dazi, appellandosi all’Emergency Economic Powers Act del 1977, secondo la quale la presidenza può agire in emergenza in determinate circostanze economiche. Mai prima di Trump però, un presidente si era riferito a questa legge per imporre tariffe commerciali.
Newsom: “Trump irrispettoso verso i nostri soldati”
Proprio come per i dazi, anche stavolta Donald Trump ha parlato di emergenza nazionale per giustificare una drastica decisione. E in questo caso specifico parliamo dell’invio delle truppe contro i cittadini americani. Sui social il tycoon ha scritto che Los Angeles è “invasa e occupata da immigrati clandestini e criminali”. Pertanto è “necessario liberare LA dall’invasione migratoria e porre fine a queste rivolte”.
Il bilancio dei manifestanti arrestati solo a Los Angeles è salito ad almeno 150, mentre 700 marines e altre truppe della Guardia Nazionale sono in arrivo per fermare le proteste violente. “Non si tratta di sicurezza pubblica. Si tratta di accarezzare l’ego di un presidente pericoloso. Questo è spericolato. Inutile. E irrispettoso nei confronti dei nostri soldati”. Queste le parole di Newsom su X.
Dal canto suo, Donald Trump sul social Truth ha difeso la decisione: “Dovrebbero ringraziarci”, ha scritto, riferendosi alla sindaca Karen Bass e al governatore Newsom. “Abbiamo preso un’ottima decisione”, e “se non l’avessi fatto io, Los Angeles sarebbe stata rasa al suolo“. Il tycoon lunedì 9 giugno ha ordinato l’arresto di chiunque indossi una mascherina.
Secondo la Cnn, il suo vero obiettivo è avvertire i democratici a livello nazionale che si oppongono alle sue politiche migratorie, portate avanti con l’espulsione delle persone irregolari. Anche attraverso l’esercito. E anche se forzare le norme americane rischia di diventare un precedente pericoloso, che normalizzerebbe l’invio delle truppe anche in altri contesti, per intromettersi nelle decisioni degli altri Stati in disaccordo con le politiche della Casa Bianca. Questo riguarda ovviamente, sia l’amministrazione Trump che quelle future.