Malattie cardiovascolari, l’Italia migliora ma non ovunque: al sud si muore prima. Ecco i motivi e le regioni più a rischio

Negli ultimi anni si è ridotta di molto la mortalità per malattie cardiovascolari in Italia. Ma il calo non è stato uniforme su tutto il territorio nazionale.

Le regioni del sud, infatti, hanno visto aumentare il divario con quelle del nord. Il risultato è che nel mezzogiorno ci sono maggiori ricoveri e mortalità, ma non solo. Rilevato anche il ricorso a cure fuori regione e persino comportamenti sbagliati dal punto di vista della prevenzione.

Malattie cardiovascolari
Malattie cardiovascolari, l’Italia migliora ma non ovunque: al sud si muore prima. Ecco i motivi e le regioni più a rischio (CANVA FOTO) – Notizie.com

È quanto emerso in queste ore da un nuovo rapporto del Gruppo di lavoro su equità e salute nelle regioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo le analisi dell’Iss, negli uomini il tasso italiano di ricovero per infarto acuto del miocardio è sceso da 270,3 nel 2010 a 208,3 nel 2023 diminuendo di circa il 20%, nelle donne si è passati da un tasso pari a 109,2 nel 2010 a 71,5 nel 2023 (-34%). In entrambi i sessi le Regioni del Sud presentano i tassi più alti soprattutto nell’ultimo periodo.

Le variazioni regionali dipendono dalla prevalenza delle condizioni a rischio, dalla disomogeneità dei modelli assistenziali e dalle risorse organizzative presenti nel territorio. – ha spiegato il presidente dell’Iss Rocco Bellantone – Ho voluto questo gruppo di lavoro con la speranza che i dati prodotto potranno essere molto utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali nell’accesso all’assistenza sanitaria, di gran lunga il problema principale della sanità nel nostro Paese”.

Analizzata la mobilità regionale per gli interventi cardiovascolari

È stata inoltre analizzata la mobilità regionale per due interventi cardiovascolari. Per l’intervento di bypass aortocoronarico l’analisi della mobilità per macro-aree territoriali mostra livelli contenuti nel nord del Paese con un trend sostanzialmente stabile su valori intorno al 6%. Le regioni del centro fanno registrare un andamento più variabile nel tempo con una tendenza alla crescita a partire dal 2012, il raggiungimento di un picco nell’anno 2016 e una successiva riduzione.

Nel sud comprese le isole sono presenti livelli di mobilità sempre più elevati rispetto al nord. Analizzando le singole regioni si evidenzia una importante eterogeneità con livelli di mobilità particolarmente elevati in alcune regioni del sud (Molise, Calabria e Basilicata) e alcune del nord (Liguria e Trentino-Alto Adige).

Malattia cardiovascolare
Analizzata la mobilità regionale per gli interventi cardiovascolari (CANVA FOTO) – Notizie.com

La regione Calabria presenta tassi molto più elevati rispetto alla media nazionale in tutto il periodo analizzato con un trend in diminuzione fino al 2019 (da 31,9% nel 2010 a 14,6% nel 2019) e una crescita importante iniziata nell’anno pandemico.

Negli ultimi vent’anni si è osservata una progressiva riduzione della mortalità per malattie del sistema circolatorio. Si è passati da un tasso standardizzato pari a 903,70 ogni 100mila abitanti nel 1980 ad uno pari a 266,28 nel 2021 con una riduzione del 70%, il tasso negli uomini è sceso da 1.099,90 a 316,59 e nelle donne da 783,82 a 228,65.

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