Dopo aver deciso di interrompere la propria relazione sentimentale, si era vista affiggere dei cartelli con tutta una serie di offese posizionate nel giardino condominiale dove abitava.
Ma non solo. Era stata inoltre vittima di violenza sessuale. L’ex fidanzato aveva anche diffuso video intimi che li ritraevano inviandoli addirittura alla madre della donna. L’incubo vissuto da V. M., 42enne di Roma, è finito. Il suo ex è stato condannato.
La giudice Paola Della Monica del Tribunale di Roma ha infatti giudicato colpevole E. A. di 43 anni dei reati di stalking, revenge porn e violenza sessuale. L’uomo è stato condannato con rito abbreviato a cinque anni e quattro mesi di carcere. Una vicenda terribile quella della 42enne romana, difesa dall’avvocato Antonio Nucera.
Tra novembre 2023 e fino a marzo 2024, quando l’uomo è stato arrestato, è stata vittima di atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e violenza sessuale aggravata. L’ex fidanzato, dopo la conclusione della relazione, aveva cominciato a perseguitarla inviandole numerosi messaggi dal contenuto offensivo e minatorio. Una condotta acuitasi dopo che l’uomo aveva saputo che la donna aveva iniziato una nuova relazione sentimentale.
La storia di V., diffuse immagini video in atteggiamenti intimi
Aveva quindi affisso cartelli di varie dimensioni a ridosso dell’abitazione contenenti minacce e scritte offensive a sfondo sessuale. Un crescendo di condotte sempre più violente e lesive della sfera privata della donna. L’uomo aveva inviato messaggi denigratori al nuovo compagno.
All’ex suocera, madre della vittima aveva inviato immagini video che riprendevano la donna in atteggiamenti intimi risalenti al periodo in cui stavano assieme. In un’altra circostanza era arrivato a molestarla fisicamente a livello sessuale.
L’associazione Pro territorio e cittadini odv, rappresentata dall’avvocato Gabriele Colasanti era stata ammessa parte civile al processo in quanto Ente operante in difesa dei diritti delle vittime di violenza di genere. L’associazione si è fatta carico di prestare gratuitamente assistenza legale, psicologica e criminologica alla vittima sin dall’inizio della vicenda giudiziaria.
La vittima si era rivolta allo sportello Stop alle violenze di Roma. Quest’ultima ha anche sportelli operativi a Formello e a Rieti, che ricevono segnalazioni provenienti anche da altre regioni d’Italia. Fondamentale è stato il supporto psicologico fornito alla vittima dall’associazione tramite Fabio Fedeli, psicologo e criminologo.