Alla fine, il giorno è arrivato. Sono entrati in vigore oggi mercoledì 4 giugno 2025 i dazi imposti dagli Stati Uniti sull’acciaio e sull’alluminio importati.
La decisione, com’è noto, è del presidente Usa Donald Trump. Quest’ultimo ha deciso di portare le imposte sui metalli dal 25 al 50%. Una decisione confermata con un ordine esecutivo firmato nelle scorse ore.
I dazi sulle importazioni negli Usa di acciaio e alluminio, materiali fondamentali per numerosi settori, sono in vigore dalle 6 (ora italiana) di oggi. La firma di Trump è giunta poche ore prima l’incontro tra i negoziatori Usa ed europei in calendario oggi a Parigi, in Francia. Il capo della Casa bianca ha giustificato l’aumento con la volontà di “garantire che le importazioni non mettano a repentaglio la sicurezza nazionale”.
“Sebbene i dazi imposti finora – ha spiegato il tycoon – abbiano fornito un sostegno essenziale ai prezzi nel mercato statunitense, non hanno permesso a queste industrie di sviluppare e mantenere un tasso di utilizzo della capacità produttiva sufficiente per la loro sostenibilità e alla luce delle esigenze di difesa nazionale”. Bisogna ricordare che i restanti dazi annunciati sono invece stati sospesi per novanta giorni a seguito di negoziazioni tra i diversi Paesi coinvolti.
Dazi, la posizione di Canada, Messico e Regno Unito
Il primo fornitore Usa di acciaio ed alluminio è invece il Canada, che ha presentato a marzo un ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Il Messico poi ha fatto sapere che circa il 90% degli scambi con gli Stati Uniti è esente da dazi doganali grazie all’accordo di libero scambio firmato nel 2020 con Ottawa e Washington.
Il Messico è uno dei Paesi più vulnerabili ai dazi doganali di Trump, poiché l’80% delle sue esportazioni è destinato agli Stati Uniti, suo principale partner commerciale.
L’unico Paese risparmiato dall’ordine esecutivo di Donald Trump è al momento il Regno Unito. Qui l’imposta è rimasta al 25% in base all’accordo tariffario tra Regno Unito e Usa firmato il mese scorso. Il problema, però, è che l’accordo non è ancora entrato in vigore, per cui gli esportatori di acciaio del Regno Unito dovranno pagare tariffe fino ad allora. E potrebbero dover affrontare importi più elevati se il patto dovesse vacillare.
“Il comportamento di Trump è incomprensibile. – ha detto Mario Conserva, segretario generale della Federazione europea dei consumatori di alluminio (Face) – Il sistema della filiera dell’alluminio degli Stati Uniti aveva già molte difficoltà a sopportare un dazio del 25%, portarlo al 50% vuol dire mettere a rischio la sopravvivenza. È un suicidio. Do a Trump il beneficio del dubbio. Il suo obiettivo finale è ricostruire una filiera dell’alluminio negli Stati Uniti, ma ci vogliono anni”.