“La distribuzione di cibo è fallimentare e inefficace. Si finge il rispetto del diritto internazionale. Aiuti strumentalizzati e trattamento disumano della popolazione”.
A parlare è Christopher Lockyear, segretario generale di Medici senza frontiere (Msf). L’allarme è giunto a seguito della distribuzione di cibo, avviata nella Striscia di Gaza, secondo il piano di Israele e Stati Uniti.
Il tutto mentre la pressione internazionale su Israele cresce di ora in ora. Si rincorrono sempre più spesso voci su un possibile cessate il fuoco, che allo stesso tempo sembra però lontanissimo. La catastrofe umanitaria conseguente alla guerra nella Striscia di Gaza, scatenata da Israele contro il gruppo palestinese di Hamas dopo le stragi del 7 ottobre 2023, sta facendo levare un’ondata di indignazione senza precedenti.
Dopo settimane in cui alle organizzazioni internazionali è stato impedito di attraversare i corridoi umanitari per distribuire cibo alla popolazione, sotto accusa ora c’è il piano della neonata Gaza Humanitarian Foundation. La tesi di Tel Aviv, infatti, è che gli aiuti finora portati alla popolazione siano finiti nelle mani di Hamas. Per cui si è deciso di costituire e di investire una Fondazione che gestisca gli aiuti umanitari.
I palestinesi rinchiusi dietro recinti
Secondo quanto ricostruito da Msf, il 27 maggio, nella prima distribuzione a Rafah, decine di persone sono rimaste ferite e colpite da colpi d’arma da fuoco. Il tutto mentre venivano distribuite quantità del tutto insufficienti di beni di prima necessità in mezzo al caos. I palestinesi, privati di cibo, acqua e assistenza medica per circa tre mesi, sono stati rinchiusi dietro recinti.
Con questo approccio pericoloso e sconsiderato, il cibo non verrebbe distribuito dove ce n’è più bisogno. Verrebbe invece indirizzato solo nelle zone in cui le forze israeliane decidono di ammassare i civili. Ciò significa che i più vulnerabili, in particolare gli anziani e le persone con disabilità, non hanno di fatto alcuna possibilità di accedere al cibo di cui hanno disperatamente bisogno.
Bisogna ricordare che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è già destinatario di un ordine di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini riguardanti proprio l’aver deliberatamente affamato ed assetato la popolazione di Gaza. Nel frattempo, anche il sistema umanitario è soffocato dalle restrizioni. Le autorità israeliane hanno permesso l’ingresso a Gaza di un numero esiguo di camion. Camion che sono poi stati bloccati immediatamente dopo che hanno attraversato il confine.
Sarebbe stato così impedito che gli aiuti salvavita raggiungessero le persone che ne hanno più bisogno, tra cui bambini, donne incinte e neo-madri. “Oltre agli ordini di sfollamento e ai bombardamenti che uccidono civili, – ha concluso Lockyear – l’uso degli aiuti come arma può costituire un crimine contro l’umanità. Solo un cessate il fuoco duraturo e l’apertura immediata delle frontiere di Gaza per l’ingresso degli aiuti umanitari – compresi cibo, forniture mediche, carburante e attrezzature – possono alleviare questa catastrofe causata dall’uomo”.