Telefonate e messaggi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Alla fine, è stato costretto ad intervenire il Garante della privacy.
Protagoniste delle attività di telemarketing aggressivo sono le agenzie immobiliari. Queste ultime, oltre a sottoporre i proprietari di immobili ad una vera e propria ondata telefonica, avrebbero effettuato una vera e propria schedatura.
Il Garante, a seguito di numerose segnalazioni, ha perciò acceso un faro sul nuovo e preoccupante fenomeno di telemarketing aggressivo emerso nell’ambito delle intermediazioni immobiliari. Come funzionava? Migliaia di potenziali venditori e acquirenti venivano contattati, con insistenza, tramite telefonate e messaggi WhatsApp.
Ed è bene specificarlo: nessuno di essi aveva espresso un valido consenso a ricevere comunicazioni promozionali. Eppure le agenzie immobiliari utilizzavano elenchi molto dettagliati forniti da una società di servizi. Un illecito sistema capillare che ha indotto l’Autorità a sanzionare prima la società fornitrice dei dati per 100mila euro e successivamente le prime nove agenzie coinvolte, con multe fino a 40mila euro.
Il Garante blocca le agenzie immobiliari: informazioni anche dal sistema Sister
Gli elenchi utilizzati costituivano una vera e propria mappatura di massa del territorio ed erano “arricchiti” con i numeri telefonici (fissi e mobili). Le informazioni catastali erano ricavate anche attraverso il servizio telematico Sister dell’Agenzia delle Entrate. Ogni proprietario residente in una determinata zona di interesse commerciale per le agenzie era sottoposto ad una vera e propria schedatura. Alle prime sanzioni comminate alle agenzie, in base alla gravità delle violazioni, ne seguiranno altre al termine delle istruttorie in corso.
“Il fenomeno, esteso e grave, è venuto alla luce grazie alle segnalazioni e ai reclami presentati da numerosi cittadini. – hanno spiegato dall’Autorità – Nei casi più gravi, il Garante ha vietato l’ulteriore trattamento dei dati e imposto la cancellazione degli stessi per i quali le agenzie non sono state in grado di dimostrare un consenso valido“.
Per poter continuare a svolgere attività di telemarketing, le agenzie dovranno verificare costantemente, anche mediante controlli a campione, che i dati siano trattati nel rispetto della normativa privacy.
Dunque ci sarà bisogno dell’acquisizione preventiva di un consenso libero e specifico degli interessati, oltre che informato, per l’invio di comunicazioni commerciali, nonché, per le utenze destinatarie delle telefonate indesiderate. E poi dell’iscrizione delle stesse al Registro Pubblico delle opposizioni). Sarà infine necessario adottare misure tecniche e organizzative adeguate per facilitare l’esercizio dei diritti degli interessati, compreso il diritto di opposizione.