Il 94% di tutti gli ospedali della Striscia di Gaza è danneggiato o distrutto. Restano solo 2mila posti letto ospedalieri, per una popolazione di oltre due milioni di persone.
Sono le cifre diffuse in queste ore dall’Organizzazione mondiale alla sanità (Oms), mentre continuano ad intensificarsi le operazioni militari di Israele contro Hamas. Attacchi che proseguono nel colpire la popolazione ed un sistema sanitario già compromesso.
A Gaza c’è una gravissima carenza di cibo, acqua, forniture mediche, carburante e ripari. C’è caos sulla questione degli aiuti umanitari, con i camion delle organizzazioni internazionali che non riescono ancora a transitare liberamente nei corridoi. Quattro importanti ospedali di Gaza (Kamal Adwan Hospital, Indonesia Hospital, Hamad Hospital for Rehabilitation and Prosthetics e European Gaza Hospital) hanno dovuto sospendere i servizi medici.
L’Oms ha registrato 697 attacchi dall’ottobre 2023. Solo 19 dei 36 ospedali della Striscia di Gaza rimangono operativi, incluso un ospedale che fornisce cure di base ai pazienti ancora ricoverati. Sono però alle prese con gravi carenze di forniture, mancanza di personale sanitario, persistente insicurezza e un aumento del numero di feriti. Il personale lavora in condizioni impossibili.
A Gaza solo 19 ospedali restano parzialmente operativi
Dei 19 ospedali, 12 forniscono una varietà di servizi sanitari, mentre i restanti sono in grado di fornire solo cure di emergenza di base. L’intensificarsi delle ostilità e i nuovi ordini di evacuazione emessi nel nord e nel sud di Gaza negli ultimi due giorni minacciano di rendere inagibili ancora più strutture sanitarie. Tra queste, 1 ospedale, 11 centri di assistenza primaria e 13 punti medici all’interno delle zone di evacuazione. E poi altri 5 ospedali, 1 ospedale da campo, 9 centri di assistenza primaria e 23 punti medici entro 1000 metri da tali zone.
Il nord di Gaza è stata privata di quasi tutte le cure sanitarie. L’ospedale di Al-Awda è solo minimamente operativo, fungendo da punto di stabilizzazione per i traumi. È a rischio imminente di chiusura a causa della persistente insicurezza e dell’accesso limitato. Le ostilità nella zona hanno anche danneggiato la cisterna e le condutture dell’acqua. Le tende per il triage dei pazienti, tra cui una fornita dall’Oms, hanno preso fuoco, bruciando anche tutte le forniture mediche nel magazzino e distruggendo i veicoli nel seminterrato.
Nel sud di Gaza, gli ospedali Nasser Medical Complex, Al-Amal e Al-Aqsa sono travolti da un’ondata di feriti, aggravata da una nuova ondata di sfollamenti a Deir al Balah e Khan Younis. L’European Gaza Hospital rimane fuori servizio a seguito di un attacco del 13 maggio, interrompendo servizi vitali come neurochirurgia, cardiologia e terapie oncologiche, tutti non disponibili altrove a Gaza.
“Con ogni ospedale costretto a chiudere, – hanno fatto sapere dall’Oms – i pazienti perdono l’accesso alle cure e gli sforzi dell’Oms e dei partner per sostenere il sistema sanitario di Gaza vengono vanificati. La distruzione è sistematica. Gli ospedali vengono ristrutturati e riforniti solo per essere esposti alle ostilità o nuovamente attaccati. Questo ciclo distruttivo deve finire”.