“Quello che sta vendendo fuori è sconvolgente. Alberto si è sempre dichiarato innocente e adesso la verità sembra sta finalmente venendo a galla”.
A parlare è Elisabetta Ligabò Stasi. La mamma di Alberto, l’unico condannato per il delitto di Garlasco, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media nelle scorse ore, commentando le nuove indagini della Procura della Repubblica di Pavia.
Alberto Stasi, com’è noto, è stato condannato a sedici anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, la 26enne Chiara Poggi, uccisa a Garlasco, non lontano da Pavia, il 13 agosto 2007. In queste settimane i pm hanno però riaperto il caso grazie a nuove consulenze, testimonianze e strumentazioni tecniche. L’obiettivo sembrerebbe quello di riscrivere la storia del delitto di Garlasco dopo diciotto anni.
Stasi, che si trova in carcere ma che può beneficiare dopo diversi anni in cella di permessi per recarsi al lavoro di giorno, è stato chiamato anche in Procura per ulteriori dichiarazioni. L’unico indagato al momento è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. “Tutti uniti, da sempre, contro mio figlio Alberto. – ha detto la signora Elisabetta – È stata un’indagine in una sola direzione, fin dall’inizio. Non so perché sia andata così, ma questo è quello che è successo”.
Elisabetta Ligabò Stasi: “Non comprendo questa ostilità, questa chiusura dei Poggi”
In queste ore ha tenuto banco il caso dell’impronta numero 33, trovata nelle vicinanze del corpo di Chiara Poggi. Il procuratore capo di Pavia Fabio Napoleone ha fatto sapere che la traccia evidenziata mediante l’impiego della ninidrina è stata lasciata dal palmo destro di Sempio per la corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche. L’impronta era stata repertata sulle scale che conducono al seminterrato della villetta di via Pascoli a Garlasco.
La madre di Chiara, la signora Rita Preda, ha definito le nuove indagini “ipotesi stravaganti” e ha detto che “il condannato è Alberto Stasi“. “Io capisco il suo dolore, che è immenso, lo immagino. Però, mi dispiace: non comprendo questa ostilità, questa chiusura. – ha affermato Elisabetta Ligabò Stasi – Vedo che sono sempre molto ostili nei nostri confronti. Io, da parte mia, mi potrei avvicinare, ma da parte loro non c’è questa disponibilità. Cosa faccio?”.
La mamma di Alberto ha detto che sarebbe pronta ad incontrare i Poggi, ma di non averci provato finora. Le indagini, comunque, vanno avanti spedite. Nella consulenza di 60 pagine depositata in Procura, firmata da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, rispettivamente esperto del Ris dei carabinieri e dattiloscopista forense, c’è tutta la storia dell’impronta 33.
La Procura potrebbe ritenere di aver così “fotografato” Sempio sulla scena del crimine. Altro elemento decisivo il fatto che il materiale trovato sulle unghie della 26enne sarebbe perfettamente sovrapponibile al dna del nuovo indagato.