Il martello che le autorità hanno rinvenuto dopo aver dragato un canale a Tromello, a circa cinque chilometri da Garlasco, non è un attrezzo da lavoro qualsiasi.
Il suo ritrovamento sta praticamente monopolizzando le pagine di cronaca italiana in queste ore. L’attività delle forze dell’ordine è avvenuta nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.
Al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Pavia c’è la figura di Andrea Sempio, 37 anni, indagato per concorso in omicidio. L’amico del fratello della vittima. L’impulso alle nuove indagini è arrivato soprattutto dai legali di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara ed unico condannato per il delitto. In tutti i gradi di giudizio, anche quando inizialmente il ragazzo era stato assolto, l’ipotesi era che chi aveva ucciso la giovane il 13 agosto 2007 lo aveva fatto impugnando probabilmente un martello da muratore.
Eccolo, quindi, il martello di Garlasco. Ma non è proprio così. Perché molte consulenze avevano stabilito che alcune ferite sul corpo di Chiara Poggi non erano perfettamente compatibili con un martello. Dunque si era ipotizzato che potesse essere un’altra l’arma del delitto, forse un attizzatoio, forse altri oggetti contundenti. Un’incertezza che era aleggiata in tutte le udienze, poiché l’arma non era mai stata trovata. E poi: l’unico oggetto mancante da casa Poggi era proprio un martello.
Delitto di Garlasco, trovata l’arma del delitto?
In questo momento tutta Italia si sta chiedendo: il martello trovato a Tromello è l’arma con cui l’assassino ha tolto la vita alla 26enne? È lo stesso attrezzo mancante a casa Poggi? Per saperlo dovremo aspettare analisi ed approfondimenti. Ed anche dopo di essi non sarà facile giungere ad una risposta univoca. Il martello è rimasto immerso in acqua per chissà quanto tempo. Ma aggiungiamo ulteriori elementi.
Perché gli investigatori hanno cercato lì l’attrezzo? No, il canale non si trova nelle vicinanze della casa dell’indagato Sempio. Che vive a Voghera, e che pure ha subìto ieri una nuova perquisizione da parte dei carabinieri che gli hanno sequestrato vari dispositivi. Il canale corre invece accanto all’abitazione, oggi vuota, della nonna di Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, figlie della sorella del padre della vittima.
Le due vennero soprannominate sorelle k dai media dopo che dopo il delitto lasciarono davanti casa della cugina un fotomontaggio che le ritraeva insieme alla vittima. Ebbene, un supertestimone avrebbe visto una delle due, Stefania, nelle vicinanze di casa Poggi la mattina dell’omicidio. Ma anche in questo caso c’è da specificare alcuni elementi. Già subito dopo il delitto un altro testimone aveva detto di aver visto Stefania, poi ritrattando. E nel canale, oltre al martello sono stati rinvenuti anche altri attrezzi.
È bene specificare che le due non sono mai state indagate. Ma che sempre in queste ore sono emersi nuovi elementi. Agli atti della Procura ci sarebbero poco meno di trecento messaggi. In uno di essi, attribuito a Paola, si legge: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi“. Cosa avrebbe voluto dire con quelle parole la donna ad un amico?
Insomma, continua ad infittirsi il mistero attorno al delitto di quasi 18 anni fa è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere Stasi. Solo un processo positivo di revisione (già bocciato due volte) potrà togliergli il marchio di assassino.
Caso Chiara Poggi, il martello scomparso dall’abitazione
Dallo scorso gennaio Sempio è indagato in una nuova indagine nata anche su input della difesa del condannato che punta a rendere utilizzabile il profilo maschile trovato sulle unghie della vittima, uno attribuibile a loro parere (e della Procura) a Sempio, l’altro ancora ignoto.
Torniamo ancora al martello scomparso da Garlasco, che Giuseppe Poggi, papà di Chiara, descriveva così ai carabinieri: a coda di rondine del tipo di quello usato dai muratori e col manico di legno. Era in garage su un davanzale in marmo della finestra. L’arma del delitto, tramite perizia, era stata individuata proprio in un martello da muratore con una massa battente da un parte ed una specie di lama che termina come uno scalpello dall’altra. Era questo, con ogni probabilità, l’attrezzo con cui il killer ha ucciso Chiara.