Auto contro la folla in Germania, il terzo episodio in pochi mesi: cosa sta accadendo in Europa

Un’auto si è schiantata contro la folla in Germania durante i festeggiamenti di Carnevale. Si ipotizza un attentato. Sarebbe il terzo da Natale. Cosa sta succedendo in Europa.

La polizia fa i rilievi dopo che un'auto si è schiantata contro la folla a Mannheim, in Germania
Auto contro la folla in Germania, il terzo episodio in pochi mesi: cosa sta accadendo in Europa (Ansa Foto) – notizie.com

Nel momento in cui si scrive ci sono due morti e almeno 25 feriti, 15 in gravi condizioni. È il tragico bilancio, ancora provvisorio di quanto accaduto poco poche ore fa a Mannheim, nella Germania occidentale, dove un’auto si è schiantata contro la folla durante i festeggiamenti del Carnevale.

Il conducente è stato prontamente arrestato e sono in corso indagini per capire se abbia agito da solo. Si trova è ricoverato in ospedale a causa delle ferite riportate e resterà a disposizione della polizia. Il sospettato è un quarantenne tedesco originario della Renania-Palatinato. Si tratterebbe di un estremista di destra e stando alle prime informazioni si sarebbe sparato quando ha visto arrivare la polizia. Potrebbe essersi trattato di un incidente, ma anche di un attentato. E se così fosse, sarebbe il terzo in cui un’auto si schianta nella folla, in Germania, da dicembre ad oggi.

La polizia ha chiesto alla popolazione di tenersi lontana dal centro e di restare a casa al sicuro. L’episodio di è verificato in Paradeplatz, una strada pedonale in pieno centro, poco lontano dalla Galeria Kaufhof, lungo la via dello shopping. In quel momento c’erano più persone del solito perché molti cittadini hanno preso un weekend lungo di ferie per festeggiare il Lunedì delle Rose in occasione del Carnevale. In questo periodo infatti, in Germania vengono organizzate molte parate in maschera. La sfilata di Manneheim si è svolta ieri, domenica 2 marzo.

Le immagini diffuse mostrano una massiccia presenza di elicotteri e di poliziotti i rilievi. L’auto che si è schiantata nella folla è un’utilitaria nera ed è rimasta danneggiata.

L’agenzia di stampa tedesca DPA ha riferito che l’ospedale universitario di Mannheim ha rimandato gli interventi non urgenti per poter assistere al meglio i cittadini rimasti feriti. L’ospedale è pronto a gestire una situazione di incidente di massa, implementando il piano di emergenza. A disposizione dei feriti ci sono otto squadre di traumatologia per adulti e bambini, e sono state aumentate le capacità dei reparti di terapia intensiva.

Mannheim è una cittadina di 326mila abitanti situata a 85 chilometri al Sud di Francoforte. Tutte le sfilate di Carnevale al momento sono state annullate e in questo momento le priorità delle autorità tedesche sono “prendersi cura dei feriti, salvare vite e avviare le indagini”, come ha sottolineato il portavoce della polizia.

Quello di oggi non è un fatto isolato: il terzo episodio da dicembre

Come scritto, resterà da chiarire se si sia trattato di un incidente o di un attentato, ma quello di oggi non è un fatto isolato. Il mese scorso una bambina di due anni e sua madre di trentasette sono morte dopo due giorni da un attacco terroristico durante una manifestazione sindacale a Monaco. Anche quell’occasione un’auto con a bordo un afghano di 24 anni, si era schiantata nella folla provocando feriti.

Il giovane è stato arrestato, e secondo gli investigatori era un estremista islamico. Era arrivato in Europa, precisamente in Italia, nel 2016 quando era ancora minore non accompagnato. Poi si era spostato in Germania senza essere registrato come invece è previsto negli Accordi di Dublino. Qui era stata respinta la sua richiesta di asilo e dopo un provvedimento di espulsione a suo carico gli era stato concesso un permesso di soggiorno temporaneo.

 

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Pochi mesi prima, a dicembre, un altro attentato si è verificato a Magdeburgo, nella Germania orientale. Anche in questo caso un’auto aveva investito la folla durante i mercatini di Natale. Sei morti e 299 feriti.

Il responsabile, un uomo di cinquant’anni, di origine saudita, arrivato in Germania nel 2006. È stato arrestato ed era un medico cinquantenne dell’Arabia Saudita, che aveva espresso opinioni a sostegno del partito di estrema destra e anti-immigrazione Alternativa per la Germania.

Senza contare poi, le aggressioni con armi bianche, sempre per mano di stranieri. Il 22 gennaio nei pressi del centro di Aschaffenburg, un afghano di 28 anni ha attaccato con un coltello un gruppo di bambini dell’asilo, uccidendo un piccolo di due anni e un uomo che era intervenuto per fermarlo.

Cosa sta succedendo in Germania e in Europa

Alla vigilia delle elezioni anche il memoriale della Shoah, al centro di Berlino, è stato teatro di un grave fatto di violenza. Un turista spagnolo è stato attaccato tra le steli, rimanendo gravemente ferito per mano di un uomo che è stato arrestato.

L’attenzione è alta anche in altri Paesi europei. Anche la Bild ha lanciato un allarme nelle scorse settimane, dopo che Al Saif, piattaforma vicina allo Stati islamico, ha esortato a sferrare attacchi terroristici. “Che aspetti? Le strade sono piene di obiettivi”, si leggeva in un messaggio in tedesco a corredo di un’immagine che ritrava il navigatore di un’automobile investire i passanti.

La polizia durante i rilievi a Mannheim in Germania
Cosa sta succedendo in Germania e in Europa (Ansa Foto) – notizie.com

Sempre sulla piattaforma erano indicati gli obiettivi: Berlino, Monaco, Francoforte, Vienna, Bruxelles, Salisburgo e Anversa.

La Germania non è l’unico Paese a rischio. Il 16 febbraio di quest’anno anche Villach, città austriaca, è stata teatro di un accoltellamento in piazza. L’autore era un siriano e ha provocato un morto e cinque feriti.

E ancora, il 22 febbraio, a Mulhouse, in Francia, un algerino ha provocato un morto e altri feriti tra cui due poliziotti, in un attacco con un coltello. La Germania e la Francia restano i Paesi più colpiti per la massiccia presenza di migranti.

Il sogno infranto dell’integrazione ma anche il funzionamento delle politiche migratorie rappresentano la piaga maggiore. Ma rispetto al passato c’è una novità: la radicalizzazione individuale, che assolda persone online ed è difficile da prevenire perché i responsabili degli attacchi non hanno legami diretti con i gruppi terroristici.

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