Un uomo è stato fermato ieri sera, sabato primo febbraio, dopo le 23 a Lanzarote, sospettato di essere l’aggressore di Salvatore Sinagra.
Il trentenne italiano è ricoverato nella terapia intensiva dell’Ospedale Universitario di Gran Canaria Doctor Negrin, mentre proseguono le indagini della Guardia Civil. Nel momento in cui si scrive non sono ancora state fornite le generalità del sospettato, finito in manette nella tarda serata di ieri e che in queste ore è stato interrogato ed è in stato di fermo.
Alcune telecamere di sorveglianza hanno ripreso la scena della brutale aggressione, avvenuta al termine di un banale diverbio il 26 gennaio in un bar di Playa del Carmen, una delle principali località turistiche dell’isola delle Canarie Lanzarote.
Salvatore è in coma da alcuni giorni con il cranio spaccato. Secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbe stata prima una discussione all’interno del bar, poi qualcuno lo avrebbe atteso all’esterno della struttura. E quando è uscito a fumare una sigaretta, è stato picchiato con una spranga o un tirapugni, lasciandolo a terra privo di sensi.
Giunto in ospedale, i medici hanno sottoposto Salvatore Sinagra a un delicato intervento alla testa. E ora sta lottando tra la vita e la morte. Con lui c’è il padre Andrea, pescatore delle Egadi, volato in Spagna subito dopo aver saputo dell’aggressione.
Salvatore stava giocando a calciobalilla con gli amici, poi l’aggressione brutale
“Stava giocando a calciobalilla in un bar con altri ragazzi quando è arrivato un delinquente che si è scagliato su di lui”. Così, il padre ha raccontato al Tg1. “Voglio giustizia, perché non accadano più queste cose”. Il signor Andrea ha raccontato che il giovane siciliano sarebbe stato aggredito verbalmente da alcuni soggetti, mentre si trovava in un bar. Le stesse persone poi, lo avrebbero aspettato fuori dal locale aggredendolo con calci e pugni.
Salvatore Sinagra si era trasferito in Spagna circa cinque anni fa e gestiva un bar. Aveva programmato il suo ritorno definitivo in Italia. “A marzo sarebbe dovuto tornare a Favignana. Invece… gli hanno rovinato la vita”, ha raccontato ancora il padre. “Non ci resta che pregare e chiedere giustizia: chiedo a quei testimoni che hanno chiamato l’ambulanza e la Guardia Civil, che prima si erano offerti di testimoniare e poi sono spariti, di parlare e dire chi è stato. Fatelo per un ragazzo bravo e solare, che non meritava questo”.
Il Consolato e l’Ambasciata italiana in Spagna stanno seguendo l’evoluzione delle condizioni di Salvatore e le indagini della Guardia Civil. E sono in stretto contatto con il padre Andrea Sinagra e la famiglia di Salvatore per aiutarli negli aspetti logistici, organizzativi e legali. La Guardia Civil ha chiesto discrezione sulle indagini.