Bulgaria e Romania entrano definitivamente a far parte dell’area Schengen: cosa comporta la decisione dei Paesi Ue.
La decisione entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2025. Dalla loro adesione all’Ue, Bulgaria e Romania hanno già applicato alcune parti del quadro giuridico di Schengen, come quelle riguardanti i controlli alle frontiere esterne, della cooperazione di polizia e l’uso del sistema di informazione.
Com’è noto, Schengen è uno spazio che consente quasi 420 milioni di persone di circolare liberamente tra i Paesi membri senza controlli di frontiera. È una delle conquiste più importanti del progetto europeo, nato nel 1985 tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Man mano si è ampliato, fino a diventare la più ampia area di libera circolazione del mondo.
Romania e Bulgaria avranno il compito di proteggere le frontiere esterne dell’Ue, in particolare con Turchia e Moldavia. L’ultimo Paese prima di Bulgaria e Romania a entrare in Schengen è stata la Croazia il primo gennaio 2023. “Il processo di ingresso di entrambi i Paesi in Schengen è una questione decennale. Fin dall’ingresso in Ue hanno spinto per accedervi e si sono premurati di prendere tutte le misure idonee ad avvicinarsi”. A parlare ai nostri microfoni è Emmanuele Panero, analista del Centro Studi Internazionale (Cesi), responsabile Desk Difesa e Sicurezza.
Cosa è stato fatto finora
“C’è sempre stata una questione sul rischio migratorio. Il corridoio terrestre che Romania e Bulgaria creano dalla Turchia era uno degli elementi di preoccupazione per alcuni partiti nei singoli Paesi. Ma questa questione è stata progressivamente affrontata, soprattutto con l’impegno dei due Stati ad assicurare specifiche capacità anche di controllo dei confini. E dimostrarlo alla Commissione Ue”.
Il primo step verso l’ingresso a Schengen è stato a marzo 2024, con l’apertura dei confini aerei e marittimi. E ora, dal 2025, l’ultimo passo: l’apertura dei confini terrestri. “La preoccupazione è stata risolta con le trattative tra Commissione Ue ed Ankara che hanno portato a stabilizzare la situazione – spiega Panero – Ci sono state anche iniziative, soprattutto da parte della Bulgaria, al confine con la Turchia, che è sorvegliato. Gli altri Paesi hanno fatto la loro parte col contributo di tecnologie per la sorveglianza dei confini e con personale addestratore. Tutto questo ha portato alla riduzione degli ingressi”.
“È un momento storico”, ha detto Sándor Pintér, ministro dell’Interno ungherese (Budapest ha la presidenza di turno dell’Ue). Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Sofia e Bucarest entrano nell’area “a cui appartengono”, mentre secondo Roberta Metsola, presidente dell’Eurocamera, l’ingresso è “meritato. Una grande vittoria per Bulgaria, Romania e tutta l’Europa”.
Per i governi di entrambi i Paesi, entrare in Schengen era un “obiettivo fondamentale”, fin dall’ingresso nell’Ue, come dichiarano in una nota congiunta.
“La Commissione europea accoglie con favore la decisione odierna del Consiglio, adottata all’unanimità”. Lo scrive in una nota l’esecutivo Ue. “Questo non solo rafforza l’area Schengen, ma anche il mercato interno, aumentando viaggi, commercio e turismo”.
In un primo momento l’Austria aveva bloccato la piena adesione all’area dei due Paesi, salvo poi cambiare idea a novembre dopo un accordo tra i rispettivi ministri degli Interni.