Autonomia differenziata, il referendum è ancora a rischio: quali sono i prossimi step

Autonomia differenziata: arriva il disco verde della Cassazione per il referendum sull’abrogazione totale, ma cade quello sull’abrogazione parziale.

La decisione dell’ufficio centrale della Suprema Corte conferma la legittimità della richiesta di abrogare la legge Calderoli totalmente. Ma cade il quesito sull’abrogazione parziale, proposto da Campania, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sardegna.

L'esterno del palazzo della Corte di Cassazione
Autonomia differenziata, il referendum è ancora a rischio: quali sono i prossimi step (Ansa Foto) – notizie.com

Resta in piedi il fondamento del referendum per l’abrogazione totale, ma cade quello parziale, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale delle scorse settimane, che individua sette profili di illegittimità della legge Calderoli del 25 giugno.

Era abbastanza prevedibile”. Per fare chiarezza su quanto accadrà adesso, Notizie.com ha contattato Salvatore Curreri, costituzionalista e professore di diritto costituzionale all’Università Kore di Enna. “C’era da aspettarsela perché l’intervento della Consulta ha toccato i principi essenziali della normativa”. 

Il referendum parziale non ha più ragione di essere perché proprio in quelle parti la legge Calderoli è cambiata. Diverso invece, è il discorso sul quesito per l’abrogazione totale: “Colpisce quanto rimasto della legge”, spiega il costituzionalista. Il quesito è rimasto in piedi perché “si tratta di norme che non sono state incise dalla Corte Costituzionale, né perché dichiarate incostituzionali né perché reinterpretate”.

Perché il referendum sull’Autonomia è ancora a rischio

Ma non è detto che in primavera si potrà votare per il referendum sull’Autonomia differenziata. Il prossimo passo infatti, prevede che la Consulta si pronunci nuovamente. “Nella sentenza 192 dei primi di novembre, la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla questione della legittimità costituzionale. Ha valutato cioè, la conformità della legge Calderoli. Entro il 20 gennaio invece, dovrà stabilire se sia ammissibile quello che è rimasto in piedi della legge”. 

I criteri di ammissibilità riguardano alcuni parametri costituzionali: ad esempio, se la legge non rientri (o rientri) tra quelle per le quali non è possibile chiedere il referendum, e altri come l’univocità, la chiarezza e l’omogeneità del quesito. Se dalla Consulta arriverà il disco verde, allora il referendum si farà insieme agli altri tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Salvatore Curreri in una foto sui social
Perché il referendum sull’Autonomia è ancora a rischio (Foto di Facebook) – notizie.com

Ma c’è ancora un’altra ipotesi da considerare. La Corte Costituzionale ha stabilito che il Parlamento dovrà intervenire sulle modifiche della legge Calderoli. Se lo farà, “la Cassazione dovrà nuovamente valutare se, alla luce delle modifiche legislative introdotte, siano stati modificati i principi essenziali della legge o no”. 

Prima del referendum ci sono ancora altri step da fare, ma il vero problema, secondo Curreri è il raggiungimento del quorum: “È lì che si giocherà la vera partita. Per essere valido, al referendum dovrà partecipare la metà più uno degli aventi diritto. Ed è qui che da un po’ di tempo si arenano i referendum”.

Le reazioni politiche

La decisione della Cassazione sul referendum sull’Autonomia differenziata non ha l’effetto di garantire lo svolgimento del referendum. Si dovrà attendere la valutazione della Corte Costituzionale nei prossimi mesi, sulla conformità alla Costituzione della proposta referendaria di abrogazione integrale della legge”. Così, dalla maggioranza interviene il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

Intanto le opposizioni esultano.”Una decisione importante contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale”. È il commento di Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde, che parla di “disfatta leghista”.La Corte Costituzionale aveva già demolito sostanzialmente la legge Calderoli, andando oltre le aspettative”. E adesso, “la Cassazione ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti, nonostante i tentativi del governo di fermarlo”.

Esulta anche il Pd, attraverso la voce del senatore Marco Meloni: “Ora saranno i cittadini, se verrà superato l’ulteriore giudizio di ammissibilità della Consulta, a cancellare definitivamente questo scempio e le scelte disastrose del governo Meloni”. 

Una foto della Corte di Cassazione
Le reazioni politiche (Ansa Foto) – notizie.com

Una nuova sonora bocciatura per il governo e per la maggioranza, che sono andati avanti a testa bassa nell’approvazione della legge, nel contrasto al referendum e nella volontà di perseverare, anche dopo che la Corte Costituzionale ha svuotato la legge, cancellandone i pilastri principali”. Così in una nota i rappresentanti del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.

Ci aspetta una splendida primavera referendaria”, scrive su X il segretario di +Europa Riccardo Magi. Esulta anche il comitato nazionale contro l’Autonomia differenziata e segretaria Uil Ivana Veronese: “Ora aspettiamo la pronuncia della Corte Costituzionale a gennaio che dovrà esprimersi sull’ammissibilità totale”.

 

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