“Intelligenza artificiale? Non la vedo come progresso positivo. Non dobbiamo dimenticare l’importanza dello scambio tra esseri umani“.
Il tema attualissimo dell’intelligenza artificiale irrompe anche nella Giornata della Salute Mentale 2024 ma “non può risolvere ogni problema”. Lo ha specificato ai nostri microfoni la psichiatra e psicoterapeuta Silvia Giordani. “Solo l’esperienza umana può realmente arrivare alle soluzioni. L’AI potrebbe tendere, con gli algoritmi, a dare le risposte, ma noi siamo davvero molto complessi per accontentarci di questo”.
Oggi, giovedì 10 ottobre 2024, si celebra la 32esima edizione della Giornata promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ma a che punto siamo con la sensibilizzazione sul tema? Questa giornata “deve incoraggiare a chiedere aiuto perché si può ottenere un miglioramento della qualità della vita – ha aggiunto l’esperta – Affidandosi a mani esperte si possono fare dei passi avanti nel benessere generale. Parlarne serve per far capire che il problema esiste, ma si può gestire. Non si deve tenere nascosto, ma si deve affrontare per vivere meglio”.
Il percorso verso la normalizzazione del tema è ancora lungo da fare, perché la malattia mentale viene ancora vista come simbolo di mancanza di volontà nel risolvere problemi. “Le situazioni di disagio psicologico sembrano ad alcuni una forma di debolezza. Pensiamo a una malattia come il diabete, abbiamo una diagnosi e non ci sentiamo “colpevoli” per il malfunzionamento dell’organo”, approfondisce la dottoressa Giordani.
La vita però va troppo velocemente e ci impedisce di prendere le giuste contromisure. “Abbiamo tanti motivi, nella società attuale, per aver bisogno di un aiuto specifico. Lo stress, le richieste di alti livelli nelle prestazioni, l’insoddisfazione delle cose che si fanno sono tra queste. Molte persone che hanno difficoltà fanno fatica a parlare, ma non a chiedere aiuto anche perché i professionisti si propongono online”.
“Farmaci solo se necessari, ma che si parli sempre”
La Giornata Mondiale della Salute mentale punta a dare parola chi non è riuscito a farlo e a demonizzare i tanti pregiudizi che si vivono attorno al mondo della psichiatria. Fin troppo spesso, soprattutto dopo la pandemia da Coronavirus, le persone hanno iniziato a chiudersi in sé stesse senza riuscire più a creare rapporti: “Il Covid ha generato proprio questo, isolamento e per gli adolescenti, che hanno bisogno della comunità per confrontarsi e crescere, è stato difficile. Tant’è che dopo il fatidico 2020 sono aumentati i ragazzi con bisogno di aiuto”.
Una lotta anche per non vedere più gli psicofarmaci come una sorta di droga che può rovinare la vita: “La competenza medica è importante. Ho un approccio al farmaco molto calmo, ma quando è necessario deve essere utilizzato, quando appare evidente che un percorso di psicoterapia non possa gestire il problema almeno in tempi brevi”, specifica Gordiani che pone l’accento anche su un altro problema da non sottovalutare “Le persone spesso non si presentano quando il problema è sul nascere, quando compaiono i primi sintomi, ma aspettano tanto tempo e quando la situazione si fa invalidante è importante lenire le sofferenze con il farmaco che può aiutare nello svolgimento della vita quotidiana”.
Nonostante questo va specificato che il farmaco non è sempre la soluzione, consapevoli che esistono anche altre vie: “Io sono la prima persona che davanti ai sintomi lievi utilizza anche terapie naturali. Credo molto nella fitoterapia e in tutto ciò di naturale che può aiutarci anche per fare prevenzione”.