In pensione a 70 anni, è questa la proposta di Zangrillo. Un piano dedicato però solo ad alcune categorie di lavoratori.
La proposta del Ministro Zangrillo segna un passaggio importante nella gestione delle risorse umane all’interno della PA italiana. Attraverso misure volte alla flessibilità e all’inclusione, si cerca non solo di affrontare le sfide immediate legate al ricambio generazionale ma anche quelle future relative alla sostenibilità finanziaria e organizzativa del settore.
In un contesto lavorativo in continua evoluzione, la proposta del Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, introduce una novità significativa per i dipendenti statali: la possibilità di posticipare il pensionamento fino a 70 anni su base volontaria. Questa iniziativa si inserisce in un ampio piano di riforme che mira a rafforzare e rinnovare il settore pubblico italiano.
Un’opzione volontaria per i dipendenti statali
La proposta avanzata da Zangrillo prevede che i dipendenti delle amministrazioni pubbliche possano scegliere di rimanere in servizio fino a tre anni oltre l’età pensionabile attuale, fissata a 67 anni. Questa opzione è pensata come una leva gestionale flessibile per le amministrazioni che vedono nel prolungamento dell’attività lavorativa dei propri dipendenti un vantaggio organizzativo. La percentuale massima di adesioni prevista è del 10%, un limite studiato per garantire equilibrio e sostenibilità al sistema.
Il dialogo tra il Ministro della Pubblica Amministrazione e il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti gioca un ruolo cruciale nella definizione dei dettagli operativi della proposta. L’intento è quello di inserire questa novità nel piano di Bilancio di medio termine settennale da presentare nella prossima legge di Bilancio. L’obiettivo comune è quello di trovare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze delle amministrazioni senza compromettere l’equilibrio finanziario dello Stato.
Parallelamente alla questione delle pensioni, Zangrillo pone l’accento sulla necessità di continuare ad investire nelle risorse umane della Pubblica Amministrazione (PA). Con l’imponente cifra di 173 mila assunzioni nel 2023 e progetti simili previsti per i prossimi anni, si mira a compensare la perdita quasi milionaria di personale dovuta al pensionamento entro il 2030. Questo impegno segue un decennio caratterizzato dal blocco del turnover, durante il quale non sono stati sostituiti circa 300 mila dipendenti.
L’iniziativa rappresenta uno sforzo concreto verso la modernizzazione della PA italiana attraverso politiche flessibili che tengono conto sia delle esigenze organizzative sia delle preferenze individuali dei lavoratori. La possibilità offerta ai dipendenti statali di estendere volontariamente la loro carriera lavorativa fino a 70 anni si configura come uno strumento innovativo atto non solo a valorizzare le competenze acquisite nel corso degli anni ma anche ad assicurare una transizione più morbida verso il pensionamento.