Neolaureati, no allo stipendo più basso di 1200 al mese, i dati parlano chiaro

Neolaureati sempre meno disposti ad accettare stipendio da 1.250 euro al mese. L’età della Laurea si abbassa ma le aspettative salgono

Negli ultimi anni, l’età media alla laurea ha visto una leggera diminuzione, attestandosi a 25,7 anni nel 2023. Questo dato riflette un trend di maggiore efficienza nel percorso di studi universitari, con oltre il 60% dei laureati che conclude nei tempi previsti. Tuttavia, nonostante questa accelerazione negli studi, i neolaureati mostrano una crescente selettività nelle loro scelte professionali post-laurea.

laureati no a stipendio più basso di 1200 euro
I neolaureati hanno le idee chiare – notizie.com

L‘aumento della mobilità Sud-Nord tra i neolaureati evidenzia una tendenza alla ricerca di opportunità in contesti ritenuti più stimolanti o remunerativi. Questo fenomeno sottolinea la volontà dei giovani laureati di non accontentarsi e di cercare attivamente le migliori condizioni possibili per il proprio sviluppo professionale.

Un calo nell’accettazione di stipendi bassi

Secondo l’indagine condotta da Almalaurea su un ampio campione di laureati degli anni 2023 e 2024, si registra un significativo calo nella percentuale di neolaureati disposti ad accettare retribuzioni mensili nette pari a 1.250 euro. Questo dato è sintomatico di un cambiamento nelle aspettative economiche dei giovani professionisti che, pur in un contesto lavorativo non sempre favorevole, aspirano a retribuzioni più alte e in linea con il proprio livello formativo.

calo nell'accettazione di stipendi bassi
I neolaureati hanno ambizioni e non sono pronti ad accettare stipendi non all’altezza della loro preparazione – notizie.com

Nonostante un apparente aumento delle retribuzioni medie nominali dei laureati nel 2023, l’inflazione ha eroso significativamente il potere d’acquisto effettivo. Ciò conferma la difficoltà per i neolaureati di trovare posizioni lavorative che offrano compensazioni adeguate alle proprie qualifiche ed esigenze economiche.

La ricerca evidenzia anche una lieve ripresa nella propensione dei laureati italiani a cercare opportunità lavorative all’estero, soprattutto tra coloro che sono a cinque anni dal conseguimento del titolo. Le motivazioni possono essere rintracciate sia nelle maggiori retribuzioni percepite all’estero sia nella ricerca di contesti professionalmente più stimolanti o valorizzanti le competenze acquisite durante gli studi universitari.

L’indagine Almalaurea delinea un panorama complesso in cui i neolaureati italiani mostrano una crescente consapevolezza del proprio valore sul mercato del lavoro e sono sempre meno disposti ad accettare compromessi sul fronte delle retribuzioni. Non bisogna dimenticare l’importanza del fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli”, che causa la scelta per migliaia di giovani studenti di cambiare paese e trasferirsi all’estero per cercare un lavoro che risponda alla propria preparazione e ambizioni. Questa tendenza pone nuove sfide sia per il mondo imprenditoriale italiano sia per le politiche pubbliche volte al sostegno dell’inserimento professionale dei giovani qualificati nel nostro Paese.

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