Inchiesta Genova, il politologo a Notizie.com: “Sono necessari più controlli ai bilanci dei partiti”

L’inchiesta di Genova ha riportato alla luce il tema dei finanziamenti ai partiti. Da quando sono stati aboliti quelli pubblici, sono rimasti il 2xmille e le erogazioni liberali. 

Le erogazioni liberali sono i finanziamenti privati, sui quali secondo alcuni si dovrebbe intervenire mentre per altri no. Ne abbiamo parlato con Francesco Di Nisio, presidente dell’Associazione italiana dottori in Scienze politiche (Aidosp).

Inchiesta Genova, parla il politogo
Inchiesta Genova, parla il politogo (Foto di Linkedin) – notizie.com

Dottor Di Nisio, da Fratelli d’Italia al Pd, si sta spingendo per una stretta ai finanziamenti privati. Cosa ne pensa?
L’ordinamento italiano è privo di leggi serie sui partiti. Sappiamo che si configurano come associazioni non riconosciute, quindi il bilancio non è soggetto al controllo dello Stato. Da quando è stato abolito il finanziamento pubblico, c’è una sorta di arrangiamento nel recupero di questi fondi, che poi servono a fare campagne elettorali spietate. C’è una gara serrata che andrebbe corretta alle radici, ad accaparrarsi l’elettorato in un modo o nell’altro. In Germania i partiti hanno dei vincoli, devono pubblicare i bilanci e sono previste delle percentuali di finanziamento rispetto all’elettorato. In Italia non accade”.

“Prima governare era una cosa seria”

Quindi servono più controlli ai partiti?
Sì, perché si rischia che questa modalità diventi il sistema e la colpa sarà di tutti, quindi di nessuno. I capi partito devono farsi un’autoanalisi e decidere per il meglio, anche per il bene dell’elettorato che è stanco e non vota più. Una volta c’erano le scuole di politica che insegnavano il senso della patria e dello Stato. Governare era una cosa seria, adesso non è così. Qualcuno dice che tutto è diventato liquido, anche la politica”.

Oltre al dibattito sui finanziamenti privati dei partiti, c’è un’altra conseguenza dell’inchiesta di Genova. I sondaggi dicono che tantissimi cittadini non si recheranno alle urne per le europee. Ritiene che Toti debba dimettersi?
Cosa farà Toti, che ora è ai domiciliari, lo vedremo presto. Però la politica si è divisa tra garantisti e chi ritiene che debba dimettersi. Considerata la sfiducia del popolo verso la politica, ritengo che Toti debba lasciare la carica di governatore. Oggi un segnale del genere varrebbe tanto, sia a livello politico sia personale. Ma può anche non dimettersi, perché non è condannato. La scelta è sua. Certo è che man mano che andiamo avanti il popolo perde sempre più fiducia e va a votare sempre meno e i responsabili dei partiti si chiedono come mai”.

Nuovo filone indagine Toti
Presidente Toti – Notizie.com – © Ansa

Qual è la sua risposta?
I cittadini vanno invogliati a recarsi alle urne con azioni concrete in casi come questi (l’inchiesta in Liguria ndr.) Ma c’è da dire anche che queste tempeste giudiziarie che vede contrapposti politici e imprenditori da un lato, e gli accusatori dall’altra, vengono spesso fuori prima di tornate elettorali importanti. In Italia è un film visto e rivisto. Come sempre la magistratura farà il suo corso. In questo caso vedremo come andrà a finire, ma spesso non finisce mai come il popolo si aspetta e tutto si diluisce con un nulla di fatto”.

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