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Big alle europee, prof Villone a Notizie.com: “Meloni ha reso inevitabili le candidature degli altri leader”

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Giovanna Sorrentino

“La candidatura di Meloni alle europee ha reso le altre inevitabili. Nessuno sarebbe stato disposto a cedere preferenze senza combattere”.

Secondo il costituzionalista Massimo Villone, i leader dei partiti hanno deciso di candidarsi alle europee perché sapevano che la premier si sarebbe candidata. “Da questo punto di vista ha dettato le regole del gioco”. 

Massimo Villone Ansa Foto – notizie.com

Domani, primo maggio, scadrà il termine per la presentazione delle liste e quasi tutti i leader dei partiti italiani hanno deciso di concorrere per l’Europarlamento. L’ultima ufficializzazione è arrivata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Si candidano anche il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, la segretaria del Pd Elly Schlein, Carlo Calenda ed Elena Bonetti di Azione, Emma Bonino di +Europa.

I leader fuori dalla competizione sono quello della Lega Matteo Salvini e del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi non ha ancora sciolto la riserva.

Matteo Salvini e Giuseppe Conte ©Getty Images

Professore Villone, qualcuno ha parlato di “frode elettorale”, riferendosi al fatto che Meloni, ma anche altri big dei partiti maggiori si candidano ma non andranno in Europa a rappresentare l’Italia. Che ne pensa?
Indubbiamente si fa all’elettore una richiesta in vista di una cosa che non ci sarà. Dal punto di vista politico mi sembra censurabile. Si dà una rappresentazione dichiaratamente non coincidente con quello che accadrà. Meloni si candida ma continuerà a fare la premier e il governo italiano non si toccherà. Tanti elettori lo sanno, ma altri no: l’informazione non passa nel dettaglio a tutti e la disinformazione potrebbe risultare voluta e mirata ad avere più voti. Non mi sembra un buon modo di fare politica”.

Cosa pensa della richiesta di Meloni agli elettori di scrivere il suo nome di battesimo, Giorgia, sulla scheda elettorale?
Può essere un’indicazione un po’ a rischio, perché potrebbero esserci altre Giorgia. Nel caso di Marco Pannella, la candidatura recitava Pannella Giacinto detto Marco con l’obiettivo di dare certezza all’elettore per non farlo confondere. Nel caso di Meloni, capisco l’intento pubblicitario, ma è discutibile la conformità alla legislazione sulle candidature. Qualcuno potrebbe fare storie e qualche presidente di seggio potrebbe non valutare certo il voto”.