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Cronaca

Papa Francesco a Venezia nel carcere femminile: “Nessuno tolga dignità alle persone”

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Daniele Magliocchetti

Il Pontefice per la prima volta alla Biennale ha voluto andare per prima cosa dalle donne del penitenziario della Giudecca

Una visita lampo. Breve, ma intensa, intensissima. Papa Bergoglio è atterrato a Venezia con l’elicottero alle 7.55 all’interno del piazzale della Casa di Reclusione all’Isola della Giudecca. Ha chiesto lui di incontrare subito le detenute del penitenziario, prima di fare tutti i giri che prevedeva la sua agenda. A ricevere Papa Francesco, c’era il Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia, ma anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il provveditore Rosella Santoro, la direttrice della struttura, Mariagrazia Felicita Bregoli e il comandante della Polizia penitenziaria, Lara Boco.

Il Pontefice mentre parla alle detenute del carcere della Giudecca a Venezia (screenshot Notizie.com)

 

Il Pontefice ha fatto il suo ingresso con la sua classica sedia a rotelle, ha salutato le donne, si è alzato da solo e si è accomodato su una sedia per poter avere le detenute davanti a lui e poterci parlare. E’ stato un incontro a cui il Papa teneva tantissimo per questo l’ha messo prima di ogni visita ufficiale e loro, le detenute l’hanno salutato con grande gioia e tenerezza. “Vi ricorderò, non mollate“, è stato l’incoraggiamento del Pontefice.

Un incontro toccante con le detenute della Giudecca

Il Pontefice mentre riceve un dono dalle detenute della Giudecca (screenshot notizie.com)

 

Per il Pontefice essere lì davanti a queste donne è stata la cosa che più ha voluto fare in questa giornata veneziana. “Non isolare la dignità, dare nuove possibilità” a chi è recluso in carcere, ha spiegato con tono accorato il Pontefice rivolgendosi alle ragazze della Giudecca che poi ha aggiunto parole bellissime nei confronti di queste donne che stanno soffrendo: “Care sorelle e fratelli, tutti siamo fratelli, nessuno può rinnegare l’altro. Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza. Però può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è ‘messa in isolamento’, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia. Nessuno toglie la dignità di una persona”.