25 aprile: polemiche e confronto sulla libertà di parola in tv e nelle scuole

Quello di domani sarà un 25 aprile all’insegna delle polemiche nei confronti del governo Meloni e della Rai, dopo il caso Scurati. 

Sulle colonne de La Stampa, Roberto Zaccaria, costituzionalista ed ex presidente della Rai, racconta di una politica “asfissiante”, nei confronti della televisione pubblica: “Sono gli effetti sintomatici di una grave distorsione”, spiega. “Vanno eliminati perché la politica è asfissiante” e il rischio è che gli “editti bulgari” si ripetano ogni settimana”. 

25 aprile: il dibattito sulla libertà
25 aprile: il dibattito sulla libertà (Social/Ansa) – notizie.com

Il problema, secondo Zaccaria, è duplice. Da un lato c’è la confusione a Viale Mazzini: “Non è possibile che l’amministratore delegato non fosse stato messo al corrente sulla decisione presa”. Dall’altro c’è la politica: “È gravissimo che ancor prima che i vertici, la presidente del Consiglio fornisse la sua versione sui social”.

25 aprile, Zaccaria: “Procederemo per via giudiziale”

La Carta Costituzionale è la via maestra per risolvere la questione, insieme con una sentenza della Consulta, “che stabilisce che i vertici della tv pubblica non devono essere espressione del potere esecutivo. Quindi a breve procederemo per via giudiziale anche alla luce del nuovo European media freedom act, che ci riapre le porte della Corte Costituzionale perché le norme sono illegittime e la procedura di selezione del management non è idonea”.

E ancora: “Crediamo che Camera e Senato nella scelta dei consiglieri di amministrazione di loro competenza non rispettino la procedura comparativa delle selezioni. Ci vogliono scelte trasparenti e soprattutto che il governo non metta becco in queste scelte”. 

Iole Mancini: “Non posso andare nelle scuole, ma i giovani li incontro comunque”

Alcuni scrittori e hanno raccontato di sentirsi poco liberi e di aver subito trattamenti simili a quello di Scurati. Tra le personalità di spicco c’è anche la partigiana Iole Mancini, 104 anni, sopravvissuta alle torture di Priebke nella prigione di via Tasso. In un’intervista a La Stampa ha raccontato che le è stato vietato di andare a parlare nelle scuole. Alla domanda chi glielo abbia vietato, ha risposto: “È quello che vorrei sapere. Eppure il presidente Mattarella era stato molto chiaro, aveva chiesto a noi partigiani di andare nelle scuole ma come facciamo? Forse a qualcuno dà fastidio, ma io i giovani li incontro comunque”. 

Iole Mancini
Iole Mancini (Ansa Foto) – notizie.com

Protocollo Ministero-associazioni partigiane

Iole Mancini ha trovato lo stesso un modo per parlare ai giovani, incontrandoli nella sua casa o in videocollegamento. Ieri il Ministero dell’Istruzione ha annunciato la firma del protocollo con le associazioni partigiane. Mancini nell’intervista con La Stampa ha commentato: “Bene, ma nel frattempo per un anno non ho potuto parlare nelle scuole e non mi piace nulla di quello che vedo. Tutti quelli che sono al governo non sono all’altezza, nessuno di loro è preparato. Bisogna avere una cultura diversa per dirigere un Paese così complicato come l’Italia”. 

La partigiana ci è andata giù duro: “Sono fascisti, l’abbiamo capito tutti! Spero che con il tempo si rendano conto che non è così che si governa una nazione come l’Italia”. Mancini torna anche sul caso Scurati: “Abolendo le voci di chi la pensa in modo diverso si torna a quella stagione del male che è costata tante vite”.

25 aprile, Latini (Lega): “Libertà di parola va sempre garantita”

Nel dibattito sulla libertà in occasione del Giorno della Liberazione, è intervenuta anche la deputata leghista Giorgia Latini, difendendo l’operato dell’esecutivo in un’intervista a Il Tempo: “La libertà di parole deve essere sempre garantita, purtroppo però, la sinistra pensa che lo debba essere solo quando si rispetta il copione che, diciamo, non urti i loro ideali”. 

Sul caso Scurati, nell’intervista, Latini ha dichiarato: “Non entro nelle questioni contrattuali tra Rai e Scurati, vorrei fare invece, un altro ragionamento. Un testo del genere deve avere sempre una possibilità di contraddittorio, è ovvio. Non è possibile che uno scrittore, dichiaratamente di parte, occupi la rete pubblica per offendere la presidente del Consiglio, senza che la presidente possa replicare”.

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