Il politico e critica d’arte a sorpresa ha annunciato una decisione forte e irremovibile
Vittorio Sgarbi si è dimesso da sottosegretario alla Cultura. La decisione è irremovibile e adesso si stanno scatenando tutte le varie possibilità e discussioni per capire cosa sia successo. “Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni“: è questo quello che ha detto Vittorio Sgarbi a margine di un evento a Milano organizzato dal giornalista Nicola Porro dal titolo “La Ripartenza“. “Mi sono dimesso per essere Vittorio Sgarbi, se mi dicono, come oggi mi hanno detto, che per fare il sottosegretario no devo essere Sgarbi mi dimetto da sottosegretario e non da Sgarbi“. A parlare è Vittorio Sgarbi nel corso della trasmissione “Prima di domani” su Rete 4 parlando della sua decisione di dimettersi da sottosegretario alla Cultura.
L’ormai ex sottosegretario si trova al centro di una bufera politica e mediatica, nella quale, sostiene lui, uno die principali autori di tutto questo sarebbe niente di meno che il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, a suo dire, avrebbe inviato lettere anonime all’Antitrust per effettuare segnalazioni sui compensi ricevuti dal critico d’arte. Senza dimenticare che lo stesso Sgarbi è al centro di alcune vicende giudiziarie riferite al quadro di Rutilio Manetti rubato nel 2013 di cui anche Report si è occupato. E Sgarbi ha rincarato la dose spiegando i motivi della sua decisione. “Loro questo scrivono – spiega Sgarbi parlando della delibera dell’Antitrust – che io non posso fare conferenze, presentazioni, mostre perché sono sottosegretario. Cosa che io ritengo inaccettabile. La norma che hanno applicato – ha aggiunto ancora Sgarbi – non distingue tra pagato o gratuito dice che non lo puoi fare. Non fare un’attività che loro dicono ‘professionale’, ma in realtà non è professionale perché è saltuaria, non c’è la professione di presentatore di libro”
“Era un’intervista rubata nel privato e uno nel privato dice quello che vuole”
E’ lo stesso Vittorio Sgarbi che racconto come “l’antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo di aver accolto due lettere anonime”, che secondo il critico d’arte sarebbero state inviate da Sangiuliano in persona per non partecipare a una conferenza da Porro. E ha ribadito di che le dimissioni sono irrevocabili e che lui stesso le comunicherà alla Meloni. La stessa presidente del Consiglio tempo fa aveva fatto capire più volte che, davanti a una sentenza di incompatibilità da parte dell’Antitrust, avrebbe revocato il mandato di sottosegretario allo stesso Sgarbi.
Ma forse il critico d’arte potrebbe aver giocato d’anticipo perché ha saputo della decisione dell’Antitrust che a giorni avrebbe chiuso l’inchiesta sulle consulenze del professore e diramato la decisione. Il provvedimento era nell’aria, tanto che Sgarbi tempo fa disse che, qualora l’Antitrust avesse ravvisato delle irregolarità lui si sarebbe dimesso senza pensarci un secondo. Gridano vittoria i Cinquestelle tanto da diramare un comunicato nel quale scrivono di avercela fatta, prendendosi dei meriti che, probabilmente, non hanno per niente, ma si sa i grillini sono fatti così. “Le dimissioni di Sgarbi con effetto immediato sono una buona notizia per tutto il Paese. E il risultato concreto di tutti gli sforzi che il MoVimento 5 Stelle ha messo in campo in questi mesi rispetto ad una delle questioni morali più eclatanti tra quelle che attanagliano il governo. Evidentemente Giorgia Meloni e il suo governo non potevano reggere alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e dalla pressione mediatica anche internazionale che il suo caso ha suscitato”. scrivono nella nota. Ma con le dimissioni di Sgarbi probabilmente non c’entrano granché.