Keret: “A Gaza nessun genocidio, ma noi israeliani non siamo innocenti”

A parlare è il famoso scrittore che vive a Tel Aviv e a Repubblica racconta le sue emozioni su quello che sta accadendo

A Gaza non c’è nessun genocidio, ma è anche vero che noi israeliani non siamo innocenti…”. Duro, ma al tempo stesso equilibrato o quanto meno prova ad esserlo Etgar Keret, famoso scrittore che vive a Tel Aviv da sempre e che è famoso in tutto il mondo. Da oltre tre mesi vede la guerra e ha i suoi pensieri e le sue riflessioni su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, e non solo. Una guerra complessa, complicata da spiegare da anni di odio e di situazioni che non si concepiscono. Israele ora deve rispondere davanti alla Corte di giustizia internazionale dell’accusa di genocidio, la peggiore per il popolo della Shoah. “Il processo dell’Aia è la rappresentazione dell’incomunicabilità di cui è oggi affetto il mondo, due parti contrapposte che raccontano due storie diverse per un pubblico che guarda due film paralleli. Da un lato ci sono i fatti del 7 ottobre, quasi neutri, seguiti dai crimini di un unico aggressore, ossia Israele, che di proposito, a freddo, uccide donne e bambini palestinesi. Dall’altro c’è la reazione a un attacco che tutto dovrebbe giustificare, compresa la morte dell’1% dei gazawi, compresa la vita a perdere dei civili, compreso il razionamento del cibo”.

La distruzione
Immagini devastanti che arrivano dal centro di Gaza (Ansa Notizie.com)

Una narrativa per ciascuno dei contendenti, senza dialogo né possibilità di giustizia“, spiega Keret a Repubblica. Lo scrittore cerca di essere obiettivo e di spiegare cosa realmente sente e avverte da quello che vede ogni giorno. “È deprimente. Ci sono cose intollerabili nel modo in cui Israele combatte la guerra e ce ne sono altrettante nel comportamento di Hamas prima e dopo il 7 ottobre, ma parlare di genocidio è estremo. La realtà non è fiction. Invece è come se per il Sudafrica i palestinesi fossero Harry Potter di fronte a Israele-Goldamor e per gli altri l’esatto contrario, senza che nessuno possa spiegare o cambiare idea. È folle”.

“La Corte dell’Aia si pronuncia sui crimini di guerra in una situazione complessa”

Il dramma
La gente che si dispera a Gaza per la perdita dei propri cari (Ansa Notizie.com)

Dopo il Sudafrica, il grande accusatore, le è venuta dietro anche la Turchia, con il ministro israeliano che sta agli esteri Israel Katz che gli ha subito replicato di ricordare il genocidio degli armeni. E su questo Keret che riflette e ricorda: “È questo il punto. I turchi denunciano Israele come il male assoluto e Israele lo fa con loro. Un circolo vizioso. Israele, accusato di bombardare gli asili, accusa Hamas di nascondere in questi stessi asili le armi e Hamas replica con la necessità di difendersi in una guerra asimmetrica. La Corte dell’Aia deve pronunciarsi sui crimini di guerra in una situazione complessa in cui non si possono dividere i buoni dai cattivi. Le ultime notizie raccontano di negoziati in corso sulle medicine da far arrivare ai palestinesi, i quali solo allora le fornirebbero agli ostaggi: ma com’è possibile questionare sui medicinali? Sarebbe legittimo portare all’Aia la privazione di aiuti umanitari alla popolazione civile, ma parlare di genocidio da parte di Israele in un processo in cui sul banco degli imputati non c’è Hamas né le milizie filoiraniane è ridicolo: non ci sono atrocità a senso unico

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