Gratteri: “L’Ecudor è lo snodo della droga, traffici anche in Italia…”

Il procuratore di Napoli, che conosce bene la situazione dei cartelli ecuadoregni, spiega il suo pensiero: “Stanno cambiando le cose e ai boss questo non va bene”

Per anni ha studiato, seguito, indagato e perseguito criminali in gran parte della Calabria e prima di tanti altri suoi colleghi magistrati ha capito che dietro al traffico di droga che c’era e c’è in Italia si nascondevano collegamenti frenetici e di livello con il Sudamerica. E così, per stanare i boss e i loro collegamenti, ha lavorato a stretto contatto con investigatori e colleghi in Ecuador, Colombia e tanti altri paesi. Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri sa molto dell’argomento, talmente tanto perché ha studiato i cartelli colombiani, quelli messicani di Sinaloa, del golfo e i Los Zetas, perfino i brasiliani del Pcc di San Paolo e anche soprattutto gli ecuadoregni. Loro erano diventati una sorta di snodo vero e proprio a livello mondiale.

La guerra
Il momento in cui la polizia ecuadoregna arresta i trafficanti di droga (Ansa Notizie.com)

Ed è da lì che partiva per arrivare ai bossi calabresi, siciliani e altro. Per questo, quanto sta accadendo in Ecuador, Gratteri conosce bene l’argomento e può essere collegato all’Italia e al quotidiano La Stampa racconta: “Prima dell’avvento dell’attuale presidente le carceri erano fuori controllo. I boss delle varie organizzazioni criminali uscivano e entravano quando volevano. Ora qualcosa sta cambiando. Il caos di questi giorni è legato a un cambiamento di passo che prevede l’estradizione dei detenuti stranieri e il trasferimento dei boss del narcotraffico nelle carceri di massima sicurezza“.

“I boss dell’Ecuador temono che ci possa essere una collaborazione con gli americani”

Il magistrato
Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri (Ansa Notizie.com)

Per Nicola Gratteri, insomma, è tutto collegato dall’Ecuador anche fino in Italia: “I boss locali temono che l’Ecuador possa aprirsi sempre di più alla collaborazione con gli americani, rischiando anche l’estradizione negli Stati Uniti. Il caos? L‘Ecuador è il terzo Paese al mondo per sequestri di cocaina, dopo Colombia e Stati Uniti. È incuneato tra Colombia e Perù e dai tempi dei cartelli colombiani garantisce la spedizione di ingenti partite di cocaina destinate al Nord America e all’Europa“.

A livello globale solo adesso tanti si accorgono che l’Ecuador è una delle reti più importanti per il commercio di cocaina in tutto il mondo e questo caos che sta scoppiando è figlio di una situazione ben precisa e Nicola Gratteri che conosce bene tutto il traffico e l’argomento non ha problemi a parlarne e a svelare alcune cose che spesso vengono sottovalutate: “Succede spesso così, ma su questo Paese hanno messo gli occhi un po’ tutti: dai cartelli messicani alle gang albanesi e alla stessa ‘ndrangheta. Negli ultimi cinque-sei anni abbiamo notato un numero maggiore di carichi sequestrati in Italia provenienti da lì e un’attenzione particolare da parte di clan albanesi che sono andati a vivere nella zona portuale di Guayaquil. All’inizio c’è stato anche qualche boss albanese ucciso proprio in quel Paese. Ma a contendersi l’Ecuador da almeno dieci-quindici anni sono i cartelli messicani“.

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