Kupchan: “Nessuna escalation, a chi conviene allargamento della guerra?”

A parlare con così tanta sicurezza è il presidente di Eurasia Group ed ex funzionario del Dipartimento di Stato, conosce bene l’Iran e la Russia

Una tensione che sale, cresce e mette paura. Ma rimarrà così. E c’è chi è pronto a scommetterlo senza aver dubbi. “I segnali degli ultimi giorni erano di prudenza tanto sul fronte iraniano quanto su quello americano. Tensione sempre alta, volontà di mostrare la propria deterrenza, ma senza arrivare a una guerra: avrebbero tutti da perdere. Non credo che l’eliminazione di un capo di Hamas a Beirut cambierà questo quadro“. Le parole al Corriere della Sera sono di Cliff Kupchan, l’attuale presidente di Eurasia Group, ex funzionario del dipartimento di Stato, ma che conosce bene la Russia di Putin, ma anche l’Iran e lui stesso non pensa che ci possa essere un allargamento del conflitto: non conviene a nessuno.

La tensione
Una delle tante immagini che ci sono in Iran in questi giorni di tensione con Usa e Israele (Ansa Notizie.com)

Kupchan sa quello che dice, anche perché conosce bene quelle zone, conosce bene l’ambiente e gli uomini che vivono in quelle zone. E sostiene che la tensione è solo per far vedere chi è il più forte, ma nessuno mai farà il passo più lungo perché è controproducente. “L’Iran vuole mantenere alta la tensione, ma non ha interesse a scatenare un conflitto ad ampio raggio dal quale avrebbe tutto da perdere. In queste ore si svolgono incontri tra emissari del regime degli ayatollah e i ribelli houthi: ho ragione di credere che il messaggio passato a questi ultimi è la richiesta di agire con più prudenza”, le parole di Cliff Kupchan.

“Biden è preoccupato per quello che succede a Gaza”

L'incontro
Un’immagine di repertorio dove l’ex presidente Napolitano incontro l’allora funzionario americano Kupchan alla Casa Bianca (Ansa Notizie.com)

A Beirut, però, c’è Hezbollah che influenza e spinge per attaccare sempre di più Israele, ed è anche questo che preoccupa, ma anche qui l’ex funzionario del Dipartimento di Stato americano non ha dubbi e non si preoccupa: “In Medio Oriente tutti sanno che farà di tutto per eliminare i suoi capi ovunque si trovino. A Gaza, nel West Bank, a Beirut o altrove: non fa molta differenza. È stata molto più grave, dal punto di vista di Teheran, l’uccisione, alcuni giorni fa sulle alture del Golan, di un membro delle Guardie della rivoluzione iraniana, caduto per un attacco israeliano“.

Biden internamente è pressato da una contestazione delle minoranze e soprattutto da una fascia di giovani sotto i 35 anni che non vedono di buon occhio questa alleanza e questa benevolenza continua nei confronti di Israele, anche qui Kupchan si mostra guardingo ma sempre ottimista, anche se ammette: “La necessità di sostenere Israele anche in questo conflitto ha creato enormi difficoltà politiche interne e internazionali a Joe Biden. All’interno gli fa perdere il consenso di alcune minoranze e, soprattutto, di molti giovani: quelli al di sotto dei 35 anni sono in gran parte contrari al sostegno dell’azione militare di Israele. Il presidente rischia di pagare un prezzo elevato in termini di astensioni dal voto”.

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