Guerra, giovani e Costituzione: il messaggio di fine anno del presidente Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno affronta temi molto delicati come guerra e Costituzione.

Il 2023 ormai volge al termine e per il presidente Mattarella è arrivato il momento di fare il suo consueto discorso di fine anno. Una occasione per fare gli auguri a tutti italiani, ma anche di ripercorrere cosa è successo in questi 365 giorni.

Discorso fine anno presidente Mattarella
Il discorso di fine anno del presidente Mattarella – Notizie.com – © Ansa

Il primo pensiero del Capo dello Stato va verso le guerre che sono in corso a Gaza e in Russia: “Ogni conflitto genera odio. E questo durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti. La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza. Il rischio concreto è quello di abituarsi a questo orrore. Alle morti di civili, donne, bambini. Come, sempre più spesso, accade più spesso“.

Il presidente Mattarella ricorda come “la guerra non nasce da sola, ma da quel che c’è nell’animo degli uomini. Dalla mentalità che si coltiva ed è il momento di far spazio alla cultura della pace. Parlare di pace non è astratto buonismo, ma urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita ad una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità“.

L’appello ai giovani

Discorso fine anno presidente Mattarella
Mattarella si rivolge anche ai più giovani – Notizie.com – © Ansa

Come accade ormai da diversi anni, il presidente Mattarella si rivolge ai più giovani sottolineando che “l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso, orgoglio, ma dono gratuità e sensibilità. Penso alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete. Penso alla violenza che qualche gruppo sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia. Penso al risentimento che cresce nelle periferie alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici“.

Queste modalità aggravano le difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze come il lavoro che manca, pur in presenza di un significativo aumento dell’occupazione – continua il Capo dello Stato – le difficoltà che si incontrano nelle cure sanitarie per tutte. In una società così dinamica c’è bisogno ancor più dei giovani e delle loro speranze. Quando la nostra Costituzione parla di diritti usa il verbo riconoscere e questo significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Occorre coraggio per ascoltare e vedere situazioni spesso ignorate“.

Infine il presidente Mattarella sottolinea di aver visto “i valori della Costituzione nell’operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che spalavano fango nei luoghi devastati dall’alluvione, nei ragazzi con autismo che lavorano a Piazza aut, o di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Ma anche nella passione civile di persone che lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere. A tutti loro esprimo la riconoscenza della Repubblica perché le loro storie raccontano il nostro futuro e ci dicono che uniti siamo forti. Buon anno a tutti!”.

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